Spalato. Dugiš, un insediamento preistorico della Dalmazia

Una mostra racconta la storia della zona di Otok sul Cetina

0
Spalato. Dugiš, un insediamento preistorico della Dalmazia
Scatti, oggetti e una planimetria con rilievo. Foto: DAMIANO COSIMO D’AMBRA

Presso la Galleria d’arte del campus dell’Università degli Studi di Spalato è stata allestita una mostra intitolata “Dugiš, un’isola nel fiume del tempo. La vita nella preistoria – l’insediamento di palafitte vicino a Otok sul fiume Cetina”. La mostra è stata organizzata in collaborazione con l’Accademia d’arte, Dipartimento di conservazione e restauro e con il Museo archeologico di Spalato. Gli autori della mostra sono Damir Kliškić, curatore senior della collezione preistorica nel Museo archeologico di Spalato, Miona Miliša e Mladen Čulić dall’Accademia d’arte di Spalato.

Risalente all’Età del bronzo
Nella sala sono esposti oggetti preistorici ritrovati in un isolotto del fiume Cetina ovvero Dugiš, nei pressi del comune di Otok. L’insediamento preistorico di palafitte dell’età del bronzo e del ferro è stato ritrovato vicino alle rive del fiume Cetina. Dugiš, dove vi era l’insediamento preistorico, era in origine un isolotto lungo 850 metri, circondato dalle acque del fiume Cetina. Nel 1955 l’isolotto è stato tagliato in due parti per dei lavori che lo hanno collegato con un terrapieno ad uno degli argini del fiume. La forma dell’insediamento preistorico attualmente non è come era descritto in originale dal catasto austriaco. L’insediamento di palafitte di Dugiš è uno dei pochi siti preistorici scoperti in Dalmazia e un punto di riferimento importante per lo studio dei primi abitanti del territorio. Questo insediamento è esistito dall’Età del bronzo, sino all’Impero romano. Questo genere di insediamento è presente nelle aree dei territori in Francia, Austria, Svizzera, Germania, Slovenia e Italia. Appartengono al periodo preistorico del neolitico. Gli oggetti furono scoperti durante il periodo dei lavori per collegare l’isolotto alla terraferma nel 1955-1956. Dei 118 oggetti, 66 sono in ceramica, 31 pezzi in osso, 3 pezzi di selce, 6 di legno e 8 pezzi in pietra.

Frammenti recuperati e selezionati
Gli oggetti e molti frammenti sono stati ritrovati in diversi strati del terreno, appartenenti all’Età del bronzo e alla tarda Età del bronzo (1700-1300 a.C.) e il terzo ritrovamento degli oggetti risale alla tarda Età del ferro (400-100 a.C.), per arrivare poi a pezzi di ceramiche dalmate locali appartenenti al periodo romano. Gli scavi nell’insediamento preistorico sono continuati nel tempo, molti sono stati i frammenti recuperati e portati al Museo archeologico di Spalato. Nel 2015 risultavano 67 casse di materiale recuperato del peso di 2 tonnellate. Tutto questo materiale è stato trasferito dal Museo archeologico al laboratorio di conservazione e restauro del patrimonio archeologico dell’Accademia d’arte di Spalato. I frammenti sono stati pian piano smistati e raggruppati. Molti di essi, appartenenti ad un unico oggetto hanno permesso agli studenti restauratori di ricostruire oggetti simili alle copie originali come vasi, bicchieri, ciotole ed altri oggetti preistorici e sono stati esposti nella sala della mostra.

Manufatti e modellini
Vengono proposti anche 18 oggetti ricostruiti da studenti che frequentano il laboratorio di restauro e conservazione dell’Accademia d’arte di Spalato. Molti sono gli oggetti di ceramica che documentano le attività economiche e sociali e la vita quotidiana del villaggio preistorico tra le palafitte. Inoltre, si possono osservare nella sala ceramiche appartenuti ai manufatti creati dai vasai con l’argilla presente sulle rive del fiume e la calcite frantumata. Gli oggetti erano creati e poi cotti in ambienti in mancanza di flussi di aria costante a temperature molto basse. Molto interessanti sono le ossa di animali esposte, trasformate in manufatti per cucire pelli che documentano l’attività molto comune per la caccia da parte degli abitanti dell’area. Oltre agli oggetti è stato creato un modellino del territorio in cui il visitatore può capire la struttura naturale dell’area con l’insediamento e le sue palafitte ben riprodotte sull’isolotto del fiume Cetina. La mostra è particolarmente originale ed unica nel suo genere in cui l’osservatore può apprezzare il sito unico in Dalmazia costruito con palafitte in una planimetria ridotta in scala ed esposta in sala, che documenta alle origini i primi nuclei abitativi, i costumi e le abitudini, le attività sociali degli individui che la componevano. La mostra è stata realizzata con il sostegno finanziario del Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia e può essere visitata fino a lunedì prossimo.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display