«Pola legge»: «Il Piccolo principe» in dodici lingue diverse

Protagonisti dell’ultima giornata del Festival gli studenti della SEI «Giuseppina Martinuzzi» e dell’SMSI «Dante Alighieri»

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«Pola legge»: «Il Piccolo principe» in dodici lingue diverse
Liana Diković e i lettori. Foto: FREDY POROPAT

Nell’ambito della nuova manifestazione promossa dalla Biblioteca civica e Sala di lettura di Pola intitolata “Pula čita” (Pola legge), nel cortile della Scuola media superiore italiana “Dante Alighieri” di Pola si è svolto il programma della giornata conclusiva della rassegna (uno dei numerosi e variegati nella tre giorni di lettura e quant’altro) denominato “Pula čita klasike: Mali princ” (Pola legge i classici: Il Piccolo principe). Allo stesso hanno preso parte gli studenti della “Dante Alighieri”, della Scuola elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi” nonché gli studenti della Scuola di Medicina di Pola, che hanno letto i versi dell’ultimo (e il più importante), 27.esimo capitolo del racconto “Il Piccolo principe”, scritto da Antoine de Saint-Exupéry. Quest’opera letteraria per ragazzi (e non solo) è stata definita come la più famosa al mondo, tanto che è stata tradotta in addirittura 500 lingue e dialetti (fra questi anche quello fiumano grazie a Daniela Kružić, che era stata guidata da Elvia Nacinovich, ndr).

Tutelare il multilinguismo
L’appuntamento, accanto ai docenti e presidi degli istituti scolastici, è stato seguito da oltre un centinaio di allievi, i quali in una mezz’ora abbondante hanno ascoltato i versi in ben dodici lingue: italiano, dialetto triestino, croato, inglese, spagnolo, latino, bielorusso, russo, ungherese, tedesco, francese e dialetto giminese (grazie all’ospite d’eccezione, la poetessa e bibliotecaria della Biblioteca di Gimino, Nada Galant, che ha tradotto “Il Piccolo principe” in questo idioma).
A porgere i saluti ai presenti sono state la direttrice della Biblioteca civica, Nadia Bužleta, la preside della “Dante Alighieri”, Debora Radolović, nonché la bibliotecaria Liana Diković. Come ricordato, il Festival, dedicato alle generazioni di ogni fascia d’età, si propone di promuovere il libro, la lettura, di informare ed educare sull’importanza dell’eredità letteraria e culturale, di innalzare il livello d’istruzione nella società e infine di estendere le attività della Biblioteca civica. “Non è certamente un caso – così Diković –, che per il primo programma ‘Pola legge i classici’ sia stato scelto proprio ‘Il Piccolo principe’, in quanto viene ricordato l’80.esimo anniversario della sua pubblicazione, ossia nell’aprile del 1943 a Parigi. Questa manifestazione – ha proseguito –, rappresenta il multiculturalismo e il multilinguismo, peculiarità della città di Pola, che sono da apprezzare e di cui si deve tener conto”.

Croato, francese, ungherese…
A leggere l’ultimo capitolo del racconto sono stati Katarina Vretenar (in croato, Scuola di Medicina), Mateo Fabris e Chiara Giacometti (nel dialetto triestino), Eric Pamić (in inglese), Tea Belardi (in spagnolo), Rea Geromella e Nina Sirotić (in latino), Oscar Penso (in francese), Aleksei Samuelenko (in russo), Stefania Družeta (in bielorusso), Vito Paoletić (professore di tedesco della “Dante Alighieri” che ha letto in ungherese), Tia Vidos e Veronica Ravarotto (in tedesco), tutti allievi della SMSI polese, Nada Galant (nel dialetto giminese) e Antonio Ivančić (in italiano, alunno della VIc della “Martinuzzi”). “… Guardate il cielo e domandatevi: la pecora ha mangiato o non ha mangiato il fiore? E vedrete che tutto cambia… Ma i grandi non capiranno mai che questo abbia tanta importanza”, ha concluso il Piccolo principe.

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