Reparto dei giovani. La parola d’ordine è «inclusione»

Casa dell’infanzia. Il dibattito organizzato dalla Biblioteca civica di Fiume ha coinvolto i rappresentanti di numerose istituzioni culturali a livello cittadino

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Reparto dei giovani. La parola d’ordine è «inclusione»
I giovani che hanno preso parte al dibattito. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

La nuova sede della Biblioteca civica di Fiume, ovvero l’edificio T del quartiere artistico del Benčić, viene atteso con trepidazione da numerosissimi cittadini di tutte le età. Uno dei maggiori problemi della Biblioteca negli ultimi anni, se non decenni, è stato quello dello spazio e della mancanza di scaffali per esporre tutti i libri presenti nel catalogo. La nuova Biblioteca, in seno al Benčić, fornirà non solo una superficie immensa per scaffali, libri, poltrone e altri spazi dedicati alla lettura, ma anche uno spazioso ambiente per gli uffici e per sale da usare in altre attività, laboratori e presentazioni. La novità rispetto alle altre biblioteche croate riguarda l’apertura di un reparto destinato ai giovani, alla letteratura che si rivolge a loro e che rispecchia i loro gusti. Per realizzare, però, una collezione di libri (e di attività) destinata alla fascia d’età che va dai 15 ai 30 anni, la Biblioteca civica di Fiume ha invitato tutti i ragazzi a partecipare a un sondaggio nel quale viene loro chiesto in maniera più o meno diretta, come amano trascorrere il tempo libero e quali sono i loro interessi. I risultati di questo sondaggio sono stati presentati a un incontro, seguito da un dibattito, che si è svolto nella Casa dell’infanzia e al quale hanno partecipato non solo il direttore della Biblioteca civica, Niko Cvjetković, il responsabile dei programmi della Casa dell’infanzia, Kristian Benić e la direttrice del reparto dei giovani Kristina Đoja, ma anche le ospiti Lucija Kero, consulente per i progetti UE e i giovani del Dipartimento per l’educazione e l’istruzione della Città di Fiume, Mirela Pašić e Sara Sušanj, esperte nel lavoro con i giovani, Jana Ažić, direttrice del Centro culturale studentesco (SKC) e Katarina Kožul, coordinatrice della galleria del SKC.

Una situazione allarmante
A dare il benvenuto ai presenti è stato Niko Cvjetković, il quale ha spiegato che a livello mondiale esiste il problema della “perdita” di abbonati delle biblioteche nella fascia d’età in questione. Per affrontare di petto questa problematica la Biblioteca civica di Fiume ha deciso di istituire un reparto per i giovani in forma programmatica, ancor prima dell’apertura della nuova biblioteca. Per quanto riguarda, invece, i risultati del sondaggio, esposti da Kristina Đoja, le previsioni non sembrano molto rosee. A rispondere all’inchiesta sono stati 575 ragazzi, di cui l’85 p.c. frequenta la scuola media superiore. La maggior parte degli intervistati erano ragazze (circa l’85 p.c.), mentre i ragazzi erano in minoranza. Tra tutti i settori culturali, i ragazzi tra i 15 e i 30 anni d’età hanno affermato di preferire la musica e di conseguenza i concerti. Quello teatrale è il settore più evitato. Per quanto riguarda i punti di ritrovo, i giovani di oggi si incontrano nei centri commerciali, al bar o in altri luoghi di ristorazione. Quello che guardano maggiormente nella scelta dei posti in cui incontrarsi è la presenza di amici e coetanei e solo successivamente l’atmosfera, la musica o i prezzi. I giovani hanno dichiarato di non seguire i media e di informarsi sui social come Instagram o Tik Tok. Per quanto riguarda la lettura, sono pochissimi quelli che leggono e tra le preferenze hanno annoverato romanzi thriller, rosa o fumetti. Circa il 50 p.c. dei ragazzi è abbonato alla biblioteca e ciò è dovuto al fatto che devono prendere in prestito i libri per le letture d’obbligo.

Un ambiente sterile
Quello che la maggior parte degli intervistati rinfaccia alle biblioteche è il troppo silenzio e l’associazione a compiti e impegni scolastici. All’esposizione dei numeri è seguito un interessante dibattito durante il quale i presenti hanno cercato di trovare una soluzione per rendere partecipi i giovani al lavoro del nuovo reparto. Particolarmente interessante è stato l’intervento di Mirela Pašić, la quale ha tracciato una linea di demarcazione tra partecipazione obbligatoria e volontaria ai programmi della biblioteca. Molte attività, infatti, vengono considerate una costrizione da parte della scuola o altre istituzioni e per questo motivo creano avversione. Lucija Kero ha sostenuto questo parere spiegando che quando i giovani partecipano volontariamente a un determinato progetto, nasce in loro un senso di proprietà verso tale attività e un bisogno di difenderla e accrescerla. Jana Ažić ha parlato dei risultati del sondaggio e ha affermato che anche in seno all’Università le tendenze non cambiano. Anche se possono sembrare preoccupanti è essenziale non chiudere gli occhi di fronte all’evidenza e continuare a chiedere ai giovani cosa vorrebbero, piuttosto che proporre contenuti prestabiliti. Katarina Kožul ha parlato dell’operato della galleria del SKC e ha spiegato che i giovani si riconoscono ancor sempre nei vani del club Palach piuttosto che nell’ambiente, definito sterile, del Campus universitario di Tersatto. Anche il pubblico è stato molto attivo nel dibattito presentando esempi di inclusione giovanile applicati in altri Paesi europei come Belgio, Francia o Inghilterra.

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