Quando il violino canta è uno Stradivari «Lem»

Nella Sala dei Marmi a Fiume meraviglioso concerto in occasione dell’apertura della mostra «Con il violino oltre i confini/Stradivari a Fiume – Kresnik a Cremona»

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Quando il violino canta è uno Stradivari «Lem»

L’ex Palazzo del Governo è stato testimone di un evento artistico e culturale straordinario. L’ambiente della Sala dei Marmi ha vibrato di tali eccelsi suoni e melodie che per qualche attimo hanno fatto sì che ci sentissimo come in Paradiso. Un momento surreale. Sarà stato forse uno di quegli angeli musicanti, dipinti da Melozzo da Forlì, che allietano nei cieli le anime dei beati, e che per qualche strano fenomeno siano discesi, per un momento, nelle nostre “basse sfere”, a rammentarci che la Bellezza, nonostante tutto, esiste ancora?
Alludiamo al concerto d’apertura della mostra al Museo di Marineria e Storia del Litorale croato “Con il violino oltre i confini/Stradivari a Fiume – Kresnik a Cremona”, che celebra il dott. Franjo Kresnik, in quanto liutaio di grande sapienza, il quale influì indirettamente, ma in maniera decisiva nella fondazione della Scuola internazionale di Liuteria di Cremona. Per quest’occasione dal Museo del violino di Cremona sono arrivati a Fiume due violini di valore inestimabile, uno Stradivari e un Guarneri del Gesù.
Melodiosità paganiniana
Il Maestro Marco Bronzi, accompagnato all’arpa da Davide Burani, ha dato uno splendido saggio delle straordinarie peculiarità sonore dell’Antonio Stradivari del 1734 detto “Lam”. Non ricordiamo di avere udito qualcosa di simile in questa sede di concerti, che pure ha ospitato illustri violinisti e ottimi strumenti. Nel “Cantabile per violino e chitarra”, come pure negli altri brani, Bronzi ha fatto cantare il violino in maniera vibrante, ha esaltato sommamente la melodiosità paganiniana con il suono puro, pieno, vellutato, vivo, incredibilmente potente, affascinante e ricco di armonici, specie nella corda di sol fino alle posizioni più alte, di questo straordinario strumento. L’incanto è proseguito nel registro medio, pari ad un balsamo per l’udito e l’animo. Quando la genialità rifulge, il tempo sembra fermarsi.
Dopo l’eccellente l’intervento musicale all’arpa di Davide Burini è stata la volta del Guarneri del Gesù, pure del 1734, detto “Principe Doria”. Le eccezionali caratteristiche di questo violino – il suono penetrante e pieno, omogeneo in tutte le tessiture, la risposta scattante dello strumento nelle note doppie e negli accordi – sono state valorizzate in pieno dall’appassionata maestria di Marco Broni.
Il virtuosistico brano di Pugnani-Kreisler “Preludio e allegro” e il seducente “Csardas” di Monti hanno ulteriormente surriscaldato la platea suscitando l’entusiasmo del foltissimo pubblico.
I due violini cremonesi rimarranno in visione fino a meta febbraio, mentre la mostra si prolungherà fino all’8 marzo prossimo.
La mostra e il concerto rappresentano un evento straordinario da scrivere a lettere d’oro negli annali di Fiume. Il progetto che rientra nell’ambito di Fiume 2020 CEC, si svolge sotto il patronato del Consolato Generale d’Italia a Fiume, con l’appoggio dell’Unione Italiana, del Festival Kvarner, con i contributi dei Ministeri di Turismo e Cultura della Croazia, della Regione litoraneo-montana e della municipalità di Fiume.

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