«Favalando» nella lingua madre per raggiungere i cuori di tutti

La CI «Pino Budicin» di Rovigno ha omaggiato Ligio Zanini, il poeta che ha saputo canalizzare attraverso le parole e i versi, emozioni forti quali il male assoluto e l'amore per la sua città natia attraverso l'arte raffinata e sublime della poesia

0
«Favalando» nella lingua madre per raggiungere i cuori di tutti
Gianfranca Blandini Šuran, Rodolfo Zucco e Marco Munaro durante la presentazione del volume. Foto: ROBERTA UGRIN

La Sala grande della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno ha ospitato, dinanzi a un folto pubblico, la presentazione dell’opera in versi “Favalando cul cucal Fileîpo” del poeta rovignese Ligio Zanini (Rovigno 1927 – Pola 1993), che si è distinto per la grande originalità e freschezza creativa nelle sue liriche in istrioto, l’antico dialetto che ha le sue origini nel latino volgare.

La sentita presentazione del volume, è stata preceduta dall’esibizione del coro virile della Società artistico culturale “Marco Garbin” diretto dal Maestro Riccardo Sugar, interpretando per l’occasione “La mia batana” e “A ma pare” su testo delle due liriche di Ligio Zanini, musicate rispettivamente dai Maestri Vlado Benussi e Dušan Prašelj.
Interpretazioni poetiche accattivanti
L’incipit musicale è stato seguito dall’interpretazione della poesia “Udur da moussuli” (Odore di mussoli) dalla voce e l’estro artistico della rovignese connazionale Angela Preden, alla quale, nel corso della serata si sono aggiunte in alternanza le interpretazioni poetiche di Luciano Sugar, Maria Ucci Tamburini e Romina Floris, facendo ulteriormente emozionare il pubblico con la lettura di alcune poesie scritte dallo stesso Ligio Zanini.
Attraverso l’analisi del testo poetico, la presidente del Comitato esecutivo del sodalizio, Gianfranca Blandini Šuran, nelle vesti di moderatrice dell’incontro letterario, ha dialogato con gli ospiti della serata, ossia il curatore dell’edizione dell’opera, Rodolfo Zucco, accanto a Marco Munaro a nome dell’editore del volume, ossia l’Associazione per la Poesia “Il Ponte del Sale” che nasce e opera a Rovigo dal 2003, rendendo palpabile e vivo il profondo e personale discorso che il poeta rovignese ebbe con la natura, i venti, i pesci, il mare, gli scogli; tutti testimoni della sua fatica quotidiana di pescatore.

Celebrazione della madrelingua
“Oggi celebriamo la Giornata internazionale della lingua madre, istituita dall’Unesco nel 1999, il 21 febbraio. Con immenso piacere, ricordiamo in questa sede uno dei massimi esponenti della nostra lingua, il rovignese, presentando al pubblico il libro di nuova pubblicazione, uscito pochi mesi fa dalle stampe, l’opera in versi ‘Favalando cul cucal Fileîpo’”, ha spiegato Gianfranca Blandini Šuran introducendo i due ospiti giunti dall’Italia.
Nata per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo, la Giornata della lingua madre viene celebrata in tutto il mondo a ricordo di un drammatico episodio risalente al 21 febbraio 1952, nel quale quattro studenti bengalesi dell’Università di Dacca (a cui se ne aggiunsero altri nei giorni a seguire), furono uccisi dalla polizia di quello che allora era il Pakistan orientale, mentre rivendicavano l’ufficialità della loro lingua, il bengalese.

Una vita pensata in dialetto
Ligio Zanini, personaggio notissimo al pubblico rovignese e non solo, è uno dei massimi esponenti della lirica e della poesia istriota nonché uno dei massimi esponenti della letteratura italiana della Comunità Nazionale Italiana.
Attraverso le cure attentissime e partecipi del prof. Rodolfo Zucco, il volume si presenta ai lettori sotto forma delle cinque raccolte pubblicate in vita dal poeta in un arco di tempo che va dal 1966 al 1993, più un mannello di 26 poesie disperse in periodici, due interviste, saggi e scritti che accompagnano le pubblicazioni di Zanini e quattro importanti testimonianze di chi ha avuto l’onore di conoscere e lavorare da vicino con il poeta Zanini in vita.
“Attraverso un costante colloquio con il mare, Zanini cerca di capire sé stesso e il mondo delle cose, delle tradizioni, del paesaggio e degli uomini che lo circondano e ai quali si sente fraternamente legato. Nei versi il poeta descrive la dura fatica quotidiana, la pienezza dei sentimenti e la semplicità di un vivere autentico, in un costante ‘favalar’ con il mare e con il ‘cucal Fileîpo’, ha spiegato Rodolfo Zucco che da subito si è appassionato all’esile mito di Ligio Zanini e alla lingua autoctona dell’Istria.

Temi dell’universalità
“Il libro è stato realizzato con la massima cura, comprensivo di due prefazioni, rispettivamente quella di Egidio Ivetić e quella di Rodolfo Zucco. Diversi sono i piani di lettura della lirica di Zanini, dal descrittivo ai temi dell’universalità. Spesso dalle poesie di Ligio Zanini traspare un senso di angoscia e pessimismo, descritte da un uomo che ha vissuto le tragedie del ‘900. Il gabbiano è forse l’incarnazione della poesia stessa, il veicolo di una fondamentale coralità”, ha detto Marco Munaro.
Un fragoroso applauso ha concluso l’emozionante serata dedicata al ricordo del poeta rovignese che ha saputo canalizzare attraverso le parole e i versi, emozioni forti quali il male assoluto e l’amore per la sua città natia attraverso l’arte raffinata e sublime della poesia. La pubblicazione del volume è stata resa possibile grazie al sostegno finanziario della Città di Rovigno e della Comunità degli Italiani “Pino Budicin” di Rovigno.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display