Porto Etno: il patrimonio delle diversità

La Casa di cultura di Sušak ha ospitato la kermesse che celebra le minoranze nazionali, svoltasi quest’anno in formato ridotto a causa delle misure di contenimento del Covid. Alla rassegna hanno preso parte congiuntamente le CI di Fiume e Abbazia

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Porto Etno: il patrimonio delle diversità

Un Porto Etno in formato rigorosamente ridotto, ma non per questo di minor importanza e ricchezza di appuntamenti. Zoran Majstorović, direttore musicale del Festival, ha sottolineato che l’edizione di quest’anno, la quarta, è stata pensata attenendosi ovviamente alle stringenti norme di contenimento e una parte degli eventi, come ad esempio quello gastronomico, che richiama ogni anno un grande interesse del pubblico, sono stati giocoforza annullati. In compenso però, la parte musicale ha portato quella ventata di freschezza che da tempo mancava. A causa delle avverse condizioni metereologiche, tutti gli appuntamenti si sono svolti nella Casa di cultura croata di Sušak.

Deborah Voncina Ivanić e Alida Delcaro hanno presentato la Comunità Nazionale Italiana

La kermesse aveva preso il via lo scorso fine settimana con il concerto dell’orchestra LADO, uno dei gruppi più celebri e apprezzati a livello nazionale per quanto riguarda la musica folk. Il tocco regionale è stato dato invece dalla band fiumana “Če bo bo, če na na”, con la cantante Antonija Torjanac, che ha accompagnato la parte gastronomica della serata a cui ha partecipato pure la Comunità degli Italiani di Fiume. Alla luce delle severe norme igienico-sanitarie imposte, l’evento è stato riservato soltanto per una ristretta cerchia di invitati e ospiti. Il sodalizio fiumano ha proposto la tradizionale pizza, che in quest’edizione è stata preparata da cuochi professionisti. In contemporanea nella galleria Kortil è stata inaugurata una mostra con la rappresentazione delle tradizioni popolari ed etnografiche delle varie comunità nazionali che vivono in Regione. Anche qui non poteva mancare un angolo dedicato alla ricca tradizione musicale e letteraria allestito dalla CI fiumana.

Una parte della mostra della comunità italiana

Sound istriano e bosniaco
Nel corso della seconda giornata della kermesse è intervenuto uno dei più amati cantanti di musica folk della Bosnia ed Erzegovina, Božo Vrećo, il quale ha interpretato alcuni brani di sevdah composti da lui stesso e da altri artisti bosniaci. Il cantante è stato accompagnato dall’Orchestra Porto Etno, composta da musicisti fiumani. La seconda parte della serata ha visto invece salire sul palcoscenico il complesso etno istriano “Veja”, con la tradizionale musica popolare istriana e il canto a due voci tipico di queste terre.

L’angolo con l’esposizione dedicata alla Comunità Nazionale Italiana

La terza e ultima serata avrebbe dovuto svolgersi nella piccola piazza situata tra la Scuola media superiore di Edilizia e la Scuola elementare Centar ma, come già evidenziato, l’appuntamento è stato trasferito nella Casa di cultura.

Il coro della comunità bosniaca

Quindici comunità nazionali
Un programma comunque di tutto rispetto, con la presentazione folkloristica e musicale di quindici comunità nazionali. A tenere alto il nome della CNI sono state le CI di Fiume e Abbazia, con in testa Alida Delcaro e Deborah Voncina Ivanić che si sono esibite interpretando i brani “Gli occhi miei” e “Tintarella di luna”. Durante la mostra sarebbe dovuto venire presentato anche un video nel quale Deborah Voncina Ivanić e Silvana Zorich (CI di Fiume) sono impegnate in una sorta di tutorial su come preparare la busara di cozze, ma purtroppo per motivi di natura tecnica il filmato è stato sospeso e sarà possibile vederlo soltanto tra qualche giorno nell’ambito di questa mostra, oppure sul canale YouTube del Porto Etno festival.

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