Pola. Non ci sarà un futuro senza crimini se nessuno ammette le proprie colpe

Presentato il volume di Drago Kraljević «La revisione del male: cause e conseguenze dell’occultamento dei crimini nazifascisti in Italia»

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Pola. Non ci sarà un futuro senza crimini se nessuno ammette le proprie colpe
Biletić, Dukovski, Kraljević e Mandić. Foto: DARIA DEGHENGHI

“La revisione del male: cause e conseguenze dell’occultamento dei crimini nazifascisti in Italia”, edito dalla sezione istriana della Società degli scrittori croati, è il quinto libro dell’ex ambasciatore croato in Italia, pubblicista e collaboratore del nostro quotidiano Drago Kraljević, presentato alla Biblioteca civica di Pola dall’editore Boris Domagoj Biletić e dagli storici Darko Dukovski e Davor Mandić. Il libro nasce in seguito alla proclamazione del 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” della tragedia degli italiani e delle vittime delle foibe e dell’esodo, che, “parificando l’esodo con l’olocausto, ignorando deliberatamente il passato imperialista e fascista italiano, attribuendo alle foibe la causalità esclusiva dell’esodo e cancellando seduta stante il passato fascista”, spiana la strada a un rinnovato atteggiamento apologetico del fascismo per cui “un tema che prima era stato ai margini della realtà politica italiana è assurto ai ranghi di mito con una data ufficiale che ne autorizza i festeggiamenti”. Chi ricorda le foibe, oggi, hanno ripetuto a turni Mandić, Dukovski e Kraljević, ricorda innanzitutto fatti che nessuno nega, ma dimentica i lager e i crimini italiani perpetrati in Etiopia, Libia, Eritrea, Grecia, Croazia e Slovenia. I motivi di quest’amnesia collettiva si devono al fatto che l’Italia non ha avuto la sua Norimberga e che gli Alleati hanno acconsentito di scaricare tutte le colpe del secondo conflitto mondiale sulle spalle del popolo tedesco. L’apologia si alimenta di stereotipi come quello degli “italiani, brava gente”, per cui il popolo italiano è stato solo vittima ma non complice del fascismo e i militari italiani solo patrioti ma mai conquistatori e colonizzatori.

Una memoria selettiva
“La tacita complicità degli Alleati non ha giovato a convincere gli italiani della necessità di guardare in faccia le proprie colpe: la stessa difesa di Maria Pasquinelli, omicida del generale de Winton, è stata edificata esclusivamente sul mito dell’innocenza del patriota che piange l’amputazione di un membro del territorio nazionale monco per la perdita dell’Istria”, ha detto Mandić. Tutto questo a evidenziare, con Kraljević, il fatto che “non c’è un futuro senza crimini se nessuno ammette le proprie colpe” perché “la violenza commessa ma non ammessa” alimenta altra violenza e il ciclo riprende. Fucilazioni, rastrellamenti, deportazioni, villaggi arsi e rasi al suolo: “se la memoria è corta, la responsabilità decade e la ‘realtà è ridisegnata’ di punto in bianco”, è tornato a ribadire Mandić, e Dukovski gli ha fatto eco evidenziando ulteriormente che “il ricordo selettivo diventa memoria selettiva e finisce per alimentare il neofascismo”. Il libro di Kraljević contiene una cinquantina di saggi che fanno luce sui crimini dell’imperialismo e del fascismo italiano, demoliscono miti persistenti come quello della prosperità nel Ventennio e passano in rassegna le voci di un secolo: Cremaschi, del Boca, Carotenuto, Focardi, Conti, Ruzzi, Steardo, Croce, Togliatti e altri.

La copertina del volume di Drago Kraljević.
Foto: DARIA DEGHENGHI

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