«Cities»: un progetto internazionale per (ri)scoprire le città europee

Gli attori milanesi Chiara Boscaro e Marco Di Stefano a Fiume per ritrovare un aspetto diverso della città

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«Cities»: un progetto internazionale per (ri)scoprire le città europee

È iniziato ieri a Palazzo Modello il laboratorio teatrale e di scrittura inserito nel progetto “Cities”, a cura di Chiara Boscaro e Marco Di Stefano e offerto gratuitamente dal Dramma Italiano e dalla Confraternita del Chianti. Abbiamo voluto scoprire da vicino come si svolgono gli incontri e di che cosa si occuperanno i partecipanti. Marco Di Stefano ci ha illustrato brevemente come è nata l’idea di ripensare alcune delle più importanti città europee.
Coinvolte tre città
“‘Cities’ è un progetto internazionale che coinvolge la nostra compagnia, la Confraternita del Chianti di Milano, e altre tre realtà europee – ha esordito. Si tratta di un progetto d’indagine sulle identità e le città europee. Abbiamo coinvolto una capitale europea importante come Berlino per la prima parte, un grande porto del Mediterraneo come Barcellona per la seconda, in una residenza artistica del quartiere La Sagrera e poi siamo venuti a Fiume, Capitale europea della Cultura, che comunque è una città che frequentiamo molto perché lavoriamo spesso col Dramma Italiano e abbiamo già fatto tre produzioni insieme. Abbiamo scelto le città per questo primo anno, poi l’idea è di portare il progetto avanti anche negli anni a venire, magari concentrandosi su altri temi o altri aspetti.
Punti di vista
Il lavoro è molto aperto ma solitamente partiamo dalle interviste alle persone che incontriamo sul loro rapporto con la città per capire se c’è un modo per raccontare la città in modo personale. Gli interlocutori fanno quasi sempre parte di una rete di artisti di cui forse non eravamo a conoscenza ma che immancabilmente incontriamo arrivando in una città. Questa cosa, di cui non eravamo a conoscenza, ci ha molto meravigliati e ci ha offerto degli spunti per il lavoro che stiamo svolgendo in questo laboratorio e quindi il progetto si sta lentamente spostando anche sulla rete umana che ogni volta ci accoglie”.
Italo Calvino e “Le città invisibili”
“Abbiamo scelto di mettere alla base del nostro lavoro il romanzo ‘Le città invisibili’ di Italo Calvino e di usarlo come una sorta di promemoria perché il nostro sguardo nei confronti della città non vuole essere uno sguardo antropologico o sociologico in quanto non ci occupiamo di queste due scienze.
Ci serviva un’ispirazione poetica, qualche cosa che ci ricordasse che le città si possono raccontare anche in un modo immaginario e poetico, che si stacchi dalla realtà.
Quindi non usiamo pezzi del romanzo nel laboratorio ma ogni tanto il libro ci ricorda che esistono modi alternativi di guardare le cose.
Un’ispirazione essenziale del progetto è legata al libro e si tratta del passaggio in cui Kublai khan chiede a Marco Polo perché gli racconta sempre di tante città ma non gli parla mai della città da cui è venuto, cioè Venezia.
Marco gli risponde che ogni volta che gli descrive una città, in realtà gli sta dicendo qualcosa di Venezia.
Lo stesso vale anche per noi. Ogni volta che visitiamo una città, in realtà vi leggiamo e pensiamo alla nostra Milano”.
Mettere a confronto realtà diverse
Di Stefano ha spiegato pure che in ogni viaggio la compagnia viene accompagnata da un artista italiano under 35 che segue il lavoro e poi parteciperà al finale a Milano.
La pittrice Marta Montin ha seguito gli attori a Berlino, l’attrice Susanna Miotto li ha seguiti a Barcellona, mentre a Fiume sono stati accompagnati da Antonio Giansanti, che è un video maker e farà delle riprese delle città.
Di Stefano ha aggiunto che lo svolgimento del programma in questo 2020, segnato dall’epidemia, ha dato la possibilità alla compagnia di incontrare realtà europee diverse in un momento storico e di metterle a confronto.
L’esperienza di Serena Ferraiuolo
Una delle frequentanti del workshop nonché attrice del Dramma Italiano, Serena Ferraiuolo, ha spiegato che, conoscendo da prima Marco Di Stefano e Chiara Boscaro e avendo fatto due spettacoli con loro, ha pensato subito di partecipare a questo progetto legato alle città.
“Un tema come quello del rapporto con la città mi tocca moltissimo – ha proseguito Ferraiuolo – perché Fiume per me è una città importante.
Sono qui da due anni e provengo da tutt’altra dimensione, tutt’altra realtà.
Vorrei scoprire con loro qualcosa che non conosco, vederla da un altro punto di vista, da un’angolazione che non è legata esclusivamente al mio lavoro o a questo ambiente”, ha concluso.
Il progetto è finanziato dal Ministero dei Beni culturali e del Turismo italiano.

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