CRS. La storia dell’Istria racchiusa in saggi e contributi scientifici

Presentati l'85ª edizione del bollettino «La Ricerca» e il 53º numero della rivista «Atti»

0
CRS. La storia dell’Istria racchiusa in saggi e contributi scientifici
Nicolò Sponza, Rino Cigui e Raul Marsetič. Foto: ROBERTA UGRIN

La sala conferenze dedicata al ricordo dell’illustre storico rovignese Bernardo Benussi presso il Centro di Ricerche storiche di Rovigno ha ospitato la presentazione del nuovo numero della rivista “Atti LIII” e del bollettino “La Ricerca” n. 85.

Il direttore del Centro di Ricerche storiche, Raul Marsetič, ha ringraziato tutti gli autori e collaboratori esterni del CRS per il grande impegno e la dedizione nel lavoro svolto annunciando che in autunno numerose pubblicazioni a cura del CRS vedranno la luce del sole. Marsetič ha inoltre voluto ribadire il fatto che sia gli “Atti LIII” che “La Ricerca” n. 85 sono già disponibili per la consultazione o il download in formato pdf dal nuovo, dinamico e quadrilingue sito web del Centro di Ricerche storiche (www.crsrv.org) promosso recentemente e dove si possono visionare tutte le pubblicazioni del CRS.

Un contributo regionale e nazionale
I contenuti delle due pubblicazioni sono stati presentati dai direttori delle due riviste, Rino Cigui e Nicolò Sponza.
Il prof. Cigui ha presentato i saggi del 53esimo volume della rivista, che si compone di nove contributi: cinque nella sezione “Saggi” e quattro nella sezione “Note e documenti”, per un totale di 384 pagine nelle quali vengono trattati argomenti relativi alle fonti documentarie medievali, al diritto canonico, alla storia socio-sanitaria, architettonico-urbanistica e religiosa, alla storia navale, al folclore istrioto, contributi che gettano nuova luce sulla complessa e variegata storia istriana. “Il desiderio di spiegare il passato in modo obiettivo e non attraverso un procedimento esegetico che ne travisasse la sostanza, l’esperienza di lavoro, di studio e di documentazione, vissuta sin dai primi anni Settanta dalla schiera di collaboratori del Centro di Ricerche storiche di Rovigno, ha contribuito, seppur in modo limitato, ad un cambiamento della mentalità nei confronti della storia regionale e della sua civiltà. È grazie all’intelligenza di quelle persone, che hanno dedicato le loro energie e la loro esistenza a custodire, ricercare e studiare documenti e notizie, che è stato possibile stendere la storia, assicurare e tramandare nel tempo le radici culturali di un popolo, una consapevolezza che la nostra Istituzione ha fatto propria fin dalle sue origini e che è stata confermata dalle sue molteplici attività e dalle pubblicazioni, che costituiscono, come nel caso della rivista ‘Atti’, un contributo importante sia in ambito storiografico regionale, sia in quello nazionale e internazionale”, ha dichiarato Rino Cigui.

Matrimoni, malattie e fondi privati
I contenuti e gli autori dei saggi del volume LIII della rivista sono i seguenti: “Spoglio di fonti archivistiche. Edizione critica di quattro documenti sull’Istria medievale (1096-1412)” di Josip Banić. Segue Palmiro Bonini, nello studio “Il processo matrimoniale Gregorich-Pechiarich della curazia di Sant’Antonio di Capodistria (1561-1566)” mentre Rino Cigui, nel saggio “La morte fa vindemie oribili”. Malattie e contagi nella parrocchia di Momiano in età moderna e contemporanea”, analizza l’evoluzione sanitaria e socio-economica della località istriana dal XVI alla fine del XIX secolo. Della località tratta pure Marina Paoletić nel contributo “Momiano nei fondi archivistici privati Rota-Benedetti e Rota-Gregoretti. Indagini per la sua ricostruzione storico-architettonica e urbanistica”. Chiude la sezione “Saggi” Matija Drandić con la prima parte del saggio “Nascere, sposarsi e morire nella Gallesano dell’Ottocento”.

Costumi tradizionali e folclore
La sezione “Note e documenti” si apre con il saggio di Ljudevit Anton Maračić, “Relazioni tra la giunta cittadina e il convento di S. Francesco a Cherso secondo il ‘Libro dei consegli’ (1495-1806)”. Prosegue Bruno Pamfili su “Lo squero Panfili. Storia di un’impresa e della sua famiglia”. Un dettagliato corpus di costumi popolari dell’Istria meridionale ci viene offerto da Paola Delton nel contributo “Per lo studio del folclore istrioto. Studio comparativo dei costumi popolari di Rovigno, Valle, Dignano, Gallesano, Fasana e Sissano”. Il volume termina con il contributo di Franco Stener, “I sacri bronzi del campanile di Albona”, in cui l’autore tratta le vicende relative alle campane della chiesa parrocchiale della località dedicata alla Natività della Vergine, requisite a fini bellici durante il primo conflitto mondiale e riposizionate nell’immediato dopoguerra.

Democrazia e famiglie locali
Nicolò Sponza ha invece presentato il bollettino “La Ricerca”, che anticipa lo studio che i ricercatori porteranno avanti e troverà spazio sulle altre pubblicazioni come gli “Atti” e i “Quaderni”. La pubblicazione “La Ricerca” informa il pubblico riguardo alle attività portate avanti dal Centro di Ricerche storiche, la partecipazione o l’organizzazione di seminari, tavole rotonde e convegni nonché l’attività della Biblioteca e dell’Archivio.
L’85esima edizione del bollettino “La Ricerca”, pubblicata a maggio, contiene cinque contributi a cura dei seguenti autori: Ezio Giuricin in “Democrazia e totalitarismi: la Giornata europea in memoria delle vittime dei totalitarismi” si interroga sul come ricordare le vittime, argomento complicato, in quanto implica porre dei criteri, delle modalità specifiche per promuovere la condanna dei totalitarismi. Paola Delton in “Memorie di caccia e amicizia nel diario di un esule dignanese” fa rivivere il racconto di caccia di Giorgio Marchesi ricordando il periodo 1947-1948 dove oltre a illustrarci nel dettaglio molti aspetti dell’attività venatoria ci fornisce preziose informazioni riguardanti la fauna e il territorio. Segue il lavoro di Franco Stener “Il Circo Zavatta, un ricordo condiviso in Istria” a partire dalla prima apparizione nel 1895 tanto da entrare nei racconti, nella storia più intima degli abitanti della regione. Matija Drandić in “Nomen est Omen… o no? Cognomi e soprannomi delle famiglie della Gallesano del primo Ottocento” ci offre un interessante elenco di cognomi e rispettivi soprannomi. Infine, Marko Drandić in “Pietro Coppo: la rappresentazione del mondo di un umanista istriano” traccia la vita di Pietro Coppo, geografo e cartografo, nonché l’influenza e la fortuna delle sue opere.

I volumi presentati al CRS.
Foto: ROBERTA UGRIN

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display