Matteo Bocelli, un artista generoso e umile

Sulla Scena estiva di Abbazia si è esibito il giovane cantante, figlio del celebre tenore Andrea Bocelli, il quale ha ammaliato il pubblico con la sua bravura

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Matteo Bocelli, un artista generoso e umile

Una bellissima notte con Matteo Bocelli, fra pop d’autore e classici importanti, in un’atmosfera intima tradotta in un pianoforte, due violini, un violoncello, una batteria, una chitarra e una pianola elettrica. È con delicatezza, simpatia ed eleganza, nonostante sia già una star mondiale (si è esibito sui palcoscenici internazionali e al cospetto dei potenti della Terra come il papa, il re d’Inghilterra e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden) che il giovane artista, figlio del celebre cantante lirico Andrea Bocelli che lo ha cresciuto in Toscana in mezzo a musica e strumenti, ha fatto il suo debutto in concerto solista (con l’azienda Maverick/WME) nella stellata e romantica Abbazia, organizzato a forze congiunte dal Festival di Abbazia e dalla produzione Star. E che debutto!

Eloquente e sorridente, raccontando sé stesso e i brani proposti con generosità e umiltà, è riuscito a creare sin dalle prime note un fil rouge speciale con il folto pubblico in platea, tra cui anche il sindaco della Perla del Quarnero, Fernando Kirigin e il vicepresidente del governo e ministro degli affari interni Davor Božinović, che in più occasioni non ha mancato di ringraziarlo con lunghi applausi e tanti “Bravo Matteo!” Un aggettivo meritatissimo, guadagnatosi oltre che per l’effettivo talento, bravura e preparazione professionale, soprattutto per la disponibiltà e la serenità con cui ha saputo gestire il palco, insieme agli altri eccellenti musicisti, anche quando si è presentato un inconveniente tecnico e ha dovuto eseguire parte della canzone unplugged, scegliendo di scendere tra il pubblico e invitandolo a ballare.

Il direttore del Festival Opatija, Ernie Gigante Dešković e il ministro degli Interni, Davor Božinović

L’intimo viaggio di Matteo
“Ho voluto intitolare il mio primo album ‘Matteo’ per rimarcare la mia identità, per raccontare chi sono, per parlare delle mie emozioni, sensazioni, canzoni, esperienze, dell’amore e del rispetto che sento nei confronti delle persone che mi sono vicine e del pubblico”, ha esordito il cantante nell’introdurre il brano in inglese “Solo”, nel disco proposto anche nella versione piano e voce, ovvero nel modo in cui è nato, per l’occasione rivestita musicalmente al fine di avere un respiro più ampio. Si tratta di un intimo viaggio nell’animo e nei sentimenti, alla non semplice ricerca della propria essenza e della propria strada nel mondo della musica, portando sulle spalle (ma con orgoglio) un cognome importante.
A seguire i due intensi pezzi in lingua italiana “Piove (solo l’amore)”, in cui approfondisce i vari aspetti dell’amore, dal desiderio alla ricerca del proprio posto nel cuore dell’altro e “Dimmi” (co-scritto da Mahmood), in cui melodia e sonorità urban si incontrano perfettamente per dare vita, su un tappeto sonoro guidato dal pianoforte che cresce nel ritmo, a una magica e struggente ballata.

Un inno ai momenti semplici
In tale contesto e a proposito di introspezione non da meno è stata l’esecuzione della toccante “For you”, dedicata a un amico d’infanzia e al bellissimo rapporto che li lega da sempre e per l’occasione tradotta (con l’aiuto del pubblico) in “Za tebe” e di “Honesty”, un vero e proprio inno ai momenti semplici ma profondi (quali un viaggio in macchina a tarda notte o le lunghe conversazioni attorno a un tavolo da cucina). Sono essi, a suo dire, che definiscono il nostro senso di casa e di appartenenza, la quale non rappresenta solo un luogo fisico ma uno stato dell’essere, in cui ci si sente compresi e accettati senza giudizio. Sulla falsariga dei versi il talentuoso cantautore ha spiegato che “considerato che sono vissuto circondato da una miriade di persone, molte delle quali si avvicinavano per il cognome, per ciò che la mia famiglia rappresentava o aveva e non per ciò che effettivamente siamo, per me l’onestà e la sincerità contano tantissimo. Perciò, se si ha la fortuna di incontrarne di chiare e limpide, che ti amano per ciò che sei, significa molto”.
Successivamente Bocelli ha narrato al pubblico abbaziano che, considerata la tematica sentita e condivisa in relazione al padre, una canzone speciale nel suo cuore è “Chasing Stars”, scritta dalla superstar pop Ed Sheeran e da suo fratello Matthew, la quale ha messo ottimamente in mostra le sue qualità vocali e interpretative. Oltre a raccontare il brano, che canta dell’appoggio e incoraggiamento del papà, il suo eroe, nel seguire le proprie passioni e a fare musica, Matteo si è soffermato sulla collaborazione e ammirazione per il succitato artista, come pure sulla sua nascita.

La sua esibizione è stata accompagnata da ottimi musicisti

La forza dei grandi classici
La facilità con cui l’artista si è mosso tra i generi, dalla grande musica classica al vellutato pop italiano, la bravura e l’entusiasmo dei giovani musicisti che lo hanno eccellentemente accompagnato e l’approccio caldo e diretto con la gente ha reso la serata abbaziana un’esperienza autentica, costellata anche da memorabili evergreen, arie particolarmente care all’artista, quali “Caruso” di Lucio Dalla, “Can’t Take My Eyes of You” di Frankie Valli, “Can’t help falling in love” di Elvis Presley, “She” di Charles Aznavour e “Quando quando quando” di Tony Renis. Non da meno il successo riscosso con l’emozionante “Fall on me”, originariamente cantato in duetto con il padre e la lirica “Anime imperfette”, colonna sonora della serie “Scratch” trasmessa su Netflix. Il testo, molto significativo, riporta nuovamente un viaggio, sia letterale che metaforico, grazie al quale si giunge alla consapevolezza che amare non significa trovare la persona perfetta, bensì abbracciare le imperfezioni dell’altro e camminare accanto e insieme fino a essere tanto forti da superare ogni distanza e ostacolo. Il senso di destino e serendipità evocato dalle sue parole ha scaldato il cuore al pubblico, che lo ha salutato con lunghe acclamazioni.

Un percorso importante
Matteo Bocelli ha iniziato a studiare pianoforte all’età di sei anni e ha debuttato all’età di 18 anni al Teatro Colosseo di Roma. Ma è nel 2018 che la sua voce e il suo pianoforte raggiungono il grande pubblico con il sunnominato duetto inglese/italiano scritto e cantato per l’album “Sì” di Andrea Bocelli. La canzone, diventata in seguito la colonna sonora de “Lo schiaccianoci e i quattro regni” di Disney, ha raggiunto oltre 300 milioni di stream globali. Dalla firma con Capitol Records, Matteo Bocelli ha rilasciato diversi singoli di successo come “Tempo”, che è stato scelto per la campagna pubblicitaria della Fiat 500 elettrica La Prima By Bocelli, “Until She’s Gone” con Sebastián Yatra, “Close”, “Dimmi” co-scritto con Mahmood, e il suo primo singolo solista “Solo”, che ha macinato oltre dieci milioni di stream globali. Matteo ha anche collaborato con Tom Holkenborg, compositore/produttore/musicista multi-platino nominato ai Grammy per “Cautionary Tale”, colonna sonora del film “Three Thousand Years of Longing” in cui ha recitato a fianco di Idris Elba e Tilda Swinton. Lo scorso settembre ha pubblicato il suo primo album, “Matteo”, composto da 12 tracce, con canzoni sia in inglese che in italiano, che sta portando in tour internazionale.

Un foltissimo pubblico ha seguito il concerto

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