
Quando la pianificazione strategica si unisce ai veri bisogni dei cittadini e al loro eventuale apporto in termini di appoggio, idee ed espressione riguardo alle proprie necessità, possono nascere cose molto interessanti. Se poi si prende spunto da altre città che, per svariati motivi (configurazione geografica, contesto storico e politico oppure ruolo all’interno dei propri stati), sono simili, la faccenda può diventare ancora più intrigante. Un evento che ha aperto proprio a questo tipo di confronti è stato organizzato ieri sera presso la spiaggia per cani in zona Brajdica dall’associazione Urbani Separe, all’interno del “Festival Saluti alla riviera fiumana” (Pozdrav sa riječke rivijere).
Dopo i discorsi iniziali e la presentazione dei tre relatori Martin Valinger, Giuditta Trani e Lorenzo Lazzari, si sono susseguiti interventi che hanno interessato i presenti. A condurre il tutto c’erano Marin Nižić, Tanja Blašković e Mara Prpić.
Il ruolo di Fiume
Particolarmente interessante è stata la contestualizzazione storica della nostra Fiume, con un focus specifico sul suo ruolo attuale, non solo nel contesto nazionale ma anche in un’ottica più ampia che abbraccia tutto il centro e l’est europeo.
Anche gli esperti invitati a parlare hanno offerto contributi significativi.
Valinger, ad esempio, urbanista e ricercatore molto interessato ai cambiamenti nei centri urbani, ha sottolineato più volte l’importanza dei cittadini. Secondo lui, sono proprio loro i protagonisti della vita in ogni città, ed è in base alle loro idee, esigenze e stili di vita che prendono forma i cambiamenti urbani.
Giuditta Trani, esperta non solo di architettura ma anche di arte, si concentra molto sulla parte immateriale del patrimonio di un luogo. Nel contestualizzare sia Fiume che Trieste, ma anche Capodistria, il suo apporto è stato molto prezioso.
Diversi punti di vista
Lorenzo Lazzari, interessato al patrimonio monumentale e al suo legame con il contesto politico, ha delineato insieme a Giuditta il rapporto tra il porto triestino e la città di Trieste. Lo stesso è stato fatto da Martin Valinger per il porto di Capodistria e la città di Capodistria, mentre Marin Nižić ha invitato il pubblico a esprimere la propria opinione sul porto fiumano e il suo rapporto con la città.
Diversi punti di vista, spunti interessanti da cogliere e su cui riflettere, e uno sguardo ottimista e progressista al futuro. Inoltre, la cosa più bella è stata riscoprire quanto le tre città, così vicine per distanza ma soprattutto per storia, siano in realtà simili tra loro.
Partecipazione attiva
Dialoghi del genere sono importanti per molte ragioni. Innanzitutto, favoriscono la partecipazione attiva dei cittadini alla vita della loro città, rendendoli protagonisti dei processi decisionali e dei cambiamenti urbani.
Questo tipo di coinvolgimento può portare a soluzioni più efficaci e condivise, in quanto basate su bisogni reali e sentiti dalla comunità. Inoltre, il confronto con altre realtà simili permette di apprendere dalle esperienze altrui, evitando errori già commessi e adottando pratiche virtuose. Infine, tali incontri rafforzano il senso di appartenenza e identità, creando un tessuto sociale più coeso e resiliente, capace di affrontare con maggiore efficacia le sfide future.
Uno scenario perfetto
La spiaggia per cani si è rivelata uno scenario perfetto per questa manifestazione, con il rumore delle onde e la brezza marina a creare un’atmosfera rilassata e accogliente con tanto di snack a base di frutta e verdura. La gente presente, anche con i propri figli, ha potuto godere di una serata in compagnia in riva al mare, condividendo idee e momenti di convivialità in un contesto unico data l’immediata vicinanza del porto container che con le proprie luci e i propri suoni ha sicuramente donato una nota insolita all’avvenimento.
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