Tra passioni e tragedie Puccini colpisce ancora

«Ivan de Zajc». Ovazioni e applausi a scena aperta per il gala

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Tra passioni e tragedie Puccini colpisce ancora
Il Coro e l’Orchestra dello “Zajc” con il maestro Valentin Egel. Foto: Zeljko Jerneic

Per il centesimo anniversario della sua scomparsa, Fiume ha reso omaggio a Giacomo Puccini. Lo ha fatto con un gala al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” in cui è stata proposta al pubblico una scaletta in cui è stata concentrata buona parte dei brani più celebri tratti dalle opere di Puccini, una sorta di “il meglio di…” in chiave gioiosa, raccontando le vicissitudini, la bellezza e le tragedie di personaggi immortali che non tutti conosciamo, ma a cui associamo delle melodie inconfondibili.

Lana Kos, un gradito ritorno
Con l’Orchestra pronta al termine della prova dell’accordatura, sul palco non si è presentato per primo il direttore Valentin Egel, bensì il sovrintendente Marin Blažević: “Vi porto una cattiva e una buona notizia. A causa di un forte raffreddore non potrà esibirsi Anamarija Knego e questa è la cattiva notizia. Quella buona è che siamo riusciti, in poche ore, a portare qui Lana Kos che ne prenderà il posto in questa serata dedicata a Puccini, interpretando personaggi come Mimì, Cio-Cio-San e Liu. Per tutti noi sarà un gradito ritorno”.
Infatti, lo è stato per quanti la ricordano, nel 2011, quando interpretò a Fiume il ruolo principale nella “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti. Fu proprio in quell’anno che ebbe inizio la sua carriera internazionale di soprano che la portò sui palchi di tutto il mondo, esibendosi sotto la direzione di celebrità quali Kent Nagano, Marco Armiliato, Nicola Luisotti, Zubin Mehta, Fabio Luisi, Kirill Petrenko, Daniele Gatti e altri.

Arie celebri
Torniamo al presente, all’ultimo spettacolo allestito a Fiume, iniziato bene e finito meglio, sottolineato dagli applausi e da ovazioni dopo ogni brano eseguito. Come “sigla d’apertura” è stato proposto “Evviva i fidanzati” dall’Opera “Le villi”, eseguita dal Coro dell’Opera dell’“Ivan Zajc” diretto da Matteo Salvemini. Si è passati a “La Boheme”. Il tenore Bože Jurić Pešić, come Rodolfo, ha cantato a Mimì “Che gelida manina”, dopo di che è stata il soprano Gabrijela Deglin, nel ruolo di Mimì, a rispondere “Sì, mi chiamano Mimì”. “O soave fanciulla”, duetto di Rodolfo e Mimì. Il baritono Jure Počkaj ha quindi eseguito “Nulla! Silenzio!” nell’aria cantata da Michele. È seguita “Suor Angelica” con Lorena Krstić, soprano e Dubravka Šeparović Mušović, mezzosoprano, nella scena “La Zia Principessa”. Al baritono Robert Kolar è stata affidata l’aria di Schicchi “Si corre dal notaio” dall’opera buffa “Gianni Schicchi”. Dall’opera “La rondine” è stato estratto il quartetto “Bevo al tuo fresco sorriso”, uno dei momenti più intensi della serata con Lana Kos e Gabrijela Deglin (soprano), Bože Jurić Pešić e Marko Fortunato tenori. “Vissi d’arte” è l’aria cantata da Tosca nell’omonima opera, interpretata dal soprano Kristina Kolar, precedendo Cavaradossi con “Lucevan le stelle” proposta da Bože Jurić Pešić. Il capitolo “Tosca” si è concluso con l’aria di Scarpia “Te deum” per la voce del baritono Robert Kolar.

Lana Kos e Bože jurić Pešić.
Foto: Zeljko Jerneic

Una serata riuscitissima
È arrivato il momento per riprendere fiato e dopo la breve pausa si è tornati sul palco con l’intrusione di suoni provenienti dall’altra sponda del Canal morto. All’“Exportdrvo” era iniziata da poco la sfilata dello stilista Zigman e i bassi, per lunghi tratti, hanno sovrastato le voci e l’orchestra del teatro gremito. La seconda parte è iniziata con l’ouverture de “La fanciulla del west”, poi, in crescendo, Kristina Kolar ha interpretato Manon in “Sola, perduta, abbandonata” da “Manon Lescaut”. “Un bel dì vedremo” è la prima delle tre arie tratte da “Madame Butterfly” con Lana Kos nel ruolo di Cio-Cio-San, tornata poi con la mezzosoprano Stefany Findrik nel ruolo di Suzuki in “Scuoti quella fronda” e, infine, da sola in “Tu! Tu! Piccolo Iddio”. Il mezzosoprano Dubravka Šeparović Mušović ha offerto, accompagnata dal Coro dell’Opera, “Tu il cor mi strazi” da “Edgar”. Nel programma il finale è stato riservato all’ultima opera di Puccini, la “Turandot”, rimasta incompiuta. Con l’aria di Liu “Signore ascolta” e quella di Turandot “In questa reggia”, si sarebbe dovuta concludere la serata. Uscite dalla scena Lana Kos e Kristina Kolar, il pubblico ha fatto il possibile per rinviare i titoli di coda con un lunghissimo applauso, premiato dalla ripetizione del quartetto da “La rondine”.

Il soprano Kristina Kolar.
Foto: Zeljko Jerneic

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