Konrad Eisenbichler lascia la docenza Amici e colleghi gli rendono omaggio

L’eccellenza giuliano-dalmata in Canada passa anche attraverso la carriera universitaria

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Konrad Eisenbichler lascia la docenza  Amici e colleghi gli rendono omaggio
Foto: ROSANNA TURCINOVICH GIURICIN

Una formula quando piace diventa abitudine anche se a volte rimane una scelta di nicchia, circoscritta, riferita ad un evento particolare. È quanto ci suggerisce il termine tedesco Festschrift che designa una pubblicazione celebrativa dedicata a professori universitari rinomati, i quali, conclusa la carriera accademica, vanno in pensione senza peraltro cessare di svolgere ricerche, scrivere libri e articoli, tenere conferenze e prolusioni in consessi nazionali e internazionali, contribuire alla crescita della disciplina.

Konrad Eisenbichler a Fiume nel 2012.
Foto: ROSANNA TURCINOVICH GIURICIN

A loro si dedicano veri e propri studi scientifici. Una realtà di nicchia dunque? Certamente una consuetudine nel mondo anglo-tedesco che anche altrove è entrata a far parte delle pratiche universitarie. Spesso l’internazionalità dell’evento supera ogni confine e diventa notizia. Perché in un Festschrift trovano luogo saggi di studiosi intellettualmente legati al festeggiato: allievi diretti, ma anche ricercatori di varia provenienza, purché esperti degli argomenti che il professore ha percorso.
E così è stato per il prof. Konrad Eisenbichler, quarnerino di nascita, canadese per adozione e internazionale per cultura scientifica. Dopo una lunga carriera di successo il prof. Konrad Eisenbichler ha lasciato la docenza universitaria, dopo aver preparato generazioni di studenti, dopo molteplici pubblicazioni, dopo seminari, convegni, ricerche, scoperte ed intuizioni che lo hanno reso un’eccellenza nel mondo universitario, ha raggiunto la quiescenza ma senza deporre gli strumenti del suo lavoro, continua a curare collane scientifiche, a produrre saggi, a mantenere quel giusto e necessario contatto col mondo universitario senza mai smettere di procedere a fianco della comunità giuliano-dalmata canadese. Si deve a lui, tra le altre cose importanti, anche il primo corso universitario sulla letteratura giuliano-dalmata in Canada che ha fatto conoscere agli studenti Ph.D., post dottorato, autori come il fiumano Angelo Grohovaz e il pisinoto Mario Duliani, Caterina Edwards (figlia di una lussignana) e altri ancora. Suo anche il libro Forgotten Italians: Julian Dalmatian Writers and Artists in Canada (Toronto, 2019), il primo a esaminare e illustrare il contributo degli esuli giuliano-dalmati alla letteratura e l’arte canadesi.
Eisenbichler è stato insignito di innumerevoli premi e riconoscimenti, tanti da perdere quasi il conto, ma ci piace ricordarne uno in particolare che si collega con lo Festschrift realizzato ora in suo onore. Ci riferiamo al premio Flaiano, vinto con questa motivazione: Per la Cultura Italiana nel Mondo premiato l’italianista Konrad Eisenbichler, canadese nato a Lussinpiccolo, per il suo libro sulle poetesse senesi. “L’esempio – scrive la giuria del premio – della poesia che si coniuga con l’impegno politico. È affascinante questo percorso delle donne senesi del sedicesimo secolo che impugnano le parole come un pugnale e si spendono per la causa della loro città”. Al che, alla consegna del riconoscimento a Pescara, il presentatore, volto noto della TV, Daria Vergassola, ha commentato “ecco, e me lo devono venire a dire dal Canada, quanto poco sappiamo delle nostre ricchezze ma è bello essere visti dagli altri”.
Altri? Il prof. Eisenbichler col suo dialetto lussignano rivela subito la provenienza e l’incredibile attaccamento alle radici. Forse per questo motivo il suo lavoro di ricerca è sempre stato mediato dalla capacità di cogliere la ricchezza delle osmosi e delle contaminazioni. Non si contano le volte in cui è stato ospite nelle università del mondo: americane, italiane ma anche al Dipartimento di Italianistica di Fiume dove ha raccontato la genesi del suo rapporto con le terre di provenienza dei suoi avi, un’interazione mai venuta meno. Non a caso è uno dei massimi rappresentanti della comunità giuliano-dalmata del Canada, direttore dell’unico loro organo d’informazione, El Boletin, nonché fondatore della casa editrice Arpa d’Or che promuove la cultura giuliano-dalmata in Canada e Stati Uniti.
E ora esce dalle stampe un’opera collettanea di chi l’ha accompagnato nella sua carriera allacciando contatti di lavoro ma anche d’amicizia: la comunità scientifica internazionale dedica a Konrad Eisenbichler un volume monografico intitolato “Il teatro tra Quattrocento e Seicento”, argomento a cui ha dedicato anni e anni di studi e ricerche. La cura del volume è del prof. Pasquale Sabbatino dell’Università Federico II di Napoli che così definisce il collega: “studioso raffinato e critico acuto, che attraverso i testi e le rappresentazioni teatrali coglie la profondità e la varietà infinita delle scene di vita quotidiana, un chiasmo di riso e pianto, come Giordano Bruno avverte nel frontespizio del Candelaio, ‘In tristitia hilaris, in hilaritate tristis’, motto elevato da Pirandello a emblema dell’Umorismo. Il volume raccoglie i contributi di Nerida Newbigin, Francesca Bortoletti, Anna Maria Testaverde, Gianni Cicali, Matteo Leta, Michel Plaisance, Johnny L. Bertolio, Maria Galli Stampino, Rosalind Kerr, Pasquale Sabbatino, Francesco Divenuto, Ambra Moroncini, che hanno aderito con entusiasmo all’invito di festeggiare la lunga attività di ricerca e insegnamento di Konrad Eisenbichler presso l’Università di Toronto, in occasione dei suoi settantacinque anni, rendendo affettuosamente omaggio al Maestro, all’amico e al collega”.
Interessante accanto ai dodici saggi sul teatro italiano del rinascimento scritti dai colleghi in Australia, Canada, Francia, Inghilterra, Italia, e USA anche la lunga bibliografia degli scritti di Eisenbichler sul teatro rinascimentale italiano.
E sempre il prof. Sabbatino così ricorda il loro incontro: “L’ho conosciuto nel giugno del 1999 – quando fui invitato da Olga Zorzi Pugliese, Direttrice del Department of Italian Studies, University of Toronto, a tenere un corso di Letteratura italiana sul Rinascimento –, a lui mi lega un’amicizia antica e cara. Non a caso nei molteplici soggiorni a Toronto mi ha offerto ospitalità nella sua dimora, dove ha sempre accolto Visiting Professors e Visiting Scholars, e la gioia di conoscere l’affettuosa madre, Ivetta, che in più occasioni ha raccontato la sua Lussinpiccolo e le vicende degli esuli giuliano-dalmati nell’emigrazione italiana in Canada. Su questo tesoro memoriale di famiglia, Konrad è tornato più volte nei suoi studi, alla ricerca delle radici socio-culturali e soprattutto per valorizzare il contributo di dimenticati scrittori e artisti giuliano-dalmati nel processo di conservazione della propria identità in dialogo continuo con le altre comunità provenienti dall’Europa, come documenta tra l’altro la raccolta di saggi curata nel 2019 (Forgotten Italians: Julian-Dalmatian Writers and Artists in Canada, Toronto, University of Toronto Press)”.
L’elogio continua nelle parole del prof. Gianni Cicali, “Eisenbichler possiede un’innata sensibilità interdisciplinare rigorosamente scientifica nel miglior ‘stile canadese’, che significa umiltà certosina nell’investigazione, ricognizione e verifica delle fonti e dei testi, associata a un’aperta interdisciplinarietà moderna e/o contemporanea che include e abbraccia nuovi ambiti di studi e metodologie. Quindi gli studi di italianistica, di storia (italiana, europea e nordamericana), di storia e letteratura dei giuliano-dalmati, di storia del teatro e dello spettacolo, oltre agli studi di genere e di letteratura delle donne rinascimentali, sono una caratteristica che definisce il percorso teatrale e di ricerca di Eisenbichler”.
È giusto e necessario sottolineare che Eisenbichler è stato un eccezionale professore e mentore per moltissimi studenti. Tra i suoi corsi di dottorato dedicati al teatro, Gianni Cicali, segnala quello sulla Sacra rappresentazione fiorentina, “in cui il docente Eisenbichler inserisce non solo le sue numerose ricerche confraternali, ma anche gli studi su G. M. Cecchi, fornendo agli studenti un prezioso panorama culturale, storico e letterario intorno a questo fondamentale genere fiorentino, senza dimenticare e illustrare le ‘scuole’ metodologiche e storiografiche più aggiornate offrendo così alla classe l’esplorazione di modi diversi ma per certi aspetti simili di vedere ed intendere il teatro e lo spettacolo”.
Non resta che andare a leggere il volume, ora on line, scaricabile in formato Pdf, disponibile gratuitamente e in open access presso il sito della Federico II University Press oppure cliccando su https://doi.org/10.6093/978-88-6887-209-0.

Foto: ROSANNA TURCINOVICH GIURICIN

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