Corva: «Sinergia Fiume-CNI»

A colloquio con Marin Corva, presidente della Giunta esecutiva dell'Unione Italiana sull'iter relativo agli accordi di costruzione del nuovo asilo italiano «Fiume»

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Corva: «Sinergia Fiume-CNI»
Marin Corva. Foto: Roni Brmalj

Il 6 marzo scorso è stato finalmente firmato, dopo anni di attesa, l’accordo tra la Comunità degli Italiani di Fiume, l’Unione Italiana e la Città di Fiume per quanto riguarda la costruzione del futuro asilo italiano in zona Zamet. Un evento storico, come dichiarato in quell’occasione dal presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, con il quale abbiamo voluto approfondire il tema, ovvero fare un riassunto di tutto quello che è accaduto negli ultimi 12 anni. “Si tratta di un progetto richiesto dalla Comunità degli Italiani già da tantissimi anni. Ricordo bene quando il tutto prese il via perché facevo parte dell’esecutivo della CI con a capo Roberto Palisca. Era un periodo quando l’UI aveva abbastanza fondi, parlo del 2010-2011, che vennero distribuiti alle varie Comunità per investimenti. Era un buon periodo e in quel momento venne sottoscritta la lettera d’intenti, il 12 ottobre del 2011. In primo luogo si aspettava che la Città risolva il problema del terreno in quanto era frammentato e con vari proprietari. Servì parecchio tempo per risolvere questo fatto, ma nel frattempo l’UI identificò i mezzi per fare la documentazione progettuale che fu avviata con una ditta di Zagabria. Purtroppo però qui fu riscontrato il primo problema in quanto non si arrivava ad un accordo finale tra la ditta e gli uffici cittadini competenti. La ditta insisteva su un progetto, mentre la Città richiedeva che venga rivisto. Ci furono anche dei sondaggi del terreno, poi nel 2014 il progetto geodetico e nel 2016 si incluse anche la CI di Fiume che chiedeva che il progetto venga ultimato. Non si arrivava però a una soluzione per i motivi di cui sopra. Nel 2018 entrai a far parte di persona del progetto quando era in un momento di stallo. La prima cosa che feci fu incontrare i rappresentanti della Città per sentire quali erano le loro posizioni e in seguito i responsabili della ditta scelta i quali mi spiegarono qual era l’intoppo. In pratica non era un grande problema che fu risolto con molta diplomazia, però, dopo un ulteriore sondaggio del terreno, fu riscontrato che lo stesso presentava delle criticità e che tutto il lavoro fatto dai progettisti andava rifatto, in quanto non andava più bene il modo come era stato concepito il palazzo. A quel punto la ditta ingaggiata per la progettazione si ritirò e il tutto si fermò. Parlando con la Città cercai una soluzione e un dialogo, cosa che fu possibile con l’arrivo del nuovo sindaco, Marko Filipović e in particolar modo la nuova vice, Sandra Krpan, con i quali fu possibile avere un coordinamento schietto e diretto. Nel frattempo convocai una riunione con tutte le istituzioni interessate del progetto e che avevano a che fare con la CNI a Fiume; scuole, asili, Comunità, Consigli, tutti quelli che avevano un qual ruolo legato con la nostra minoranza. In quel frangente proposi una cosa che non entusiasmò al momento tutti, ma che però poi si dimostrò una scelta giusta, ovvero di ripartire da zero. La lettera d’intenti prevedeva che il tutto venisse finanziato dall’UI e che l’unico impegno da parte della Città fosse quello di assicurare il terreno. Nel frattempo il terreno era pronto e quindi assieme ai rappresentanti della Città abbiamo avuto altri incontri, presentato le nostre proposte e quello che saremmo stati in grado di fare. Grazie all’aiuto dell’onorevole Furio Radin siamo riusciti a far inserire nel Programma operativo del Governo croato il progetto come una delle priorità per la CNI, assieme alla SE di Cittanova. Quando ci siamo rincontrati con tutte le istituzione della CNI, ho proposto di trovare un architetto che prepari il progetto di massima per poter continuare a dialogare con la Città e parlare di finanziamenti. Con l’architetto Marko Franković di Fiume fu accordata la procedura, in coordinamento con la CI e la Città, visto che in tutte le riunioni in Città ho voluto avere anche qualcuno della Comunità presente, perché non volevo fare scelte senza di loro. Avendo ricevuto una stima da parte dell’architetto che la costruzione, fatta con il modello modulare con base in legno e con tutta l’attrezzatura, sarebbe costata attorno ai 12 milioni e mezzo delle allora kune, abbiamo ricontattato la Città per dire che siamo consci dell’esistenza di una lettera d’intenti, però visto che entrambi eravamo delle ‘nuove leve’ forse si poteva trovare un compromesso a favore del progetto. Devo dire che la Città è stata davvero molto disponibile e ha coinvolto tutti i dipartimenti relativi a questo intervento, e abbiamo concordato che l’UI finanzierà il progetto di massima e tutto quello che serve per avere le condizioni adatte. Abbiamo anche rivisto il fatto che all’inizio si parlava di 6 sezioni, 3 in lingua italiana e 3 in croata e ho insistito sul fatto che ci siamo più sezioni italiane e una in lingua croata con apprendimento precoce dell’italiano, il che è stato accolto dalla Città, cosa che vorrei lodare per aver dimostrato apertura mentale. Per mantenere però bassi i costi, si doveva fare un palazzo pianoterra, il che poi implicò l’apertura solo di 5 sezioni, visto lo spazio. In questo senso fu accordato che ci fossero 4 sezioni italiane, due dell’asilo e due del nido, visto che mancano, e una croata. In seguito si parlò dei finanziamenti e per fortuna la Città comprese anche la nostra posizione di ente no profit che riceve i fondi dai finanziatori, motivo per il quale venne accordato che le spese di costruzione sarebbero state divise praticamente alla pari. Noi finanzieremo anche la documentazione progettuale del palazzo e ora siamo in fase di scelta della ditta. La realizzazione della documentazione dovrebbe essere pronta in circa 3 mesi. La Città ha accettato la nostra proposta e si è detta pronta a finanziare tutto quello che l’UI non riuscirà a coprire. Da parte nostra abbiamo sempre mostrato tanta disponibilità e collaborazione, ci siamo incontrati con la Città tantissime volte e parlato in modo molto onesto e aperto. La Città ha anche ottenuto i fondi necessari e quindi adesso finalmente è stato firmato l’accordo per i finanziamenti. La Città sceglierà, dal punto di vista burocratico, anche l’esecutore dei lavori, dopo di che noi verseremo i fondi a loro. È stato deciso inoltre che a rappresentare la CNI sarà io anche nel contesto di scelta della ditta che farà i lavori. un altro aspetto positivo è il fatto che la Città ha riconosciuto l’impegno dell’UI ma anche il mio personale, per cui ci ha dato la possibilità di scegliere il nome del futuro asilo. Il nome simbolo per noi fiumani, Fiume, è stato molto ben accolto dalla Città. Ora rimane solo la direzione per gli asili in lingua italiana che manca e il nostro desiderio è quello di averne una autonoma”, spiega Marin Corva.

Quali sono gli asili che un giorno verranno trasferiti nel nuovo edificio?
“Il mio intento è quello di non ‘ghettizzare’ i gruppi, ovvero di metterli tutti in un solo palazzo. Ci saranno più sezioni, però vogliamo che rimangano vive anche le sezioni sparse per la città. Considerando la vicinanza tra il Cviić e il Topolino, abbiamo optato di spostare quest’ultimo visto che usa uno spazio della SE Gelsi che da anni lo richiede in quanto ha bisogno di aule. Poi c’è il Gardelin che non versa in condizioni ottimali e quindi, essendo il più vicino alla nuova sede, verrà trasferito anch’esso. Rimangono al loro posto il Mirta, Gabbiano, Belevedere e Cviić. Il nostro desiderio è avere, in futuro, un asilo nuovo anche nella zona di Rastočine, che ospitasse i bambini di Cosala, Belvedere e Montegrappa, anche perché il Gabbiano usa gli spazi della SE Belvedere. Spero che tra un 5-10 anno questo sarà fattibile”.

Vista l’ottima collaborazione con la Città, avete in vista altri progetti che riguardano le istituzioni prescolari o scolari?
“Abbiamo intenzione di ampliare la SE San Nicolò, che ha grande bisogno di spazio, visto le piccole classi e spero di avere tra breve belle notizie. Inoltre ci impegneremo anche di realizzare il sogno della SE Gelsi, del quale si parla ancora dai tempi quando la frequentavo io, ed è quello di avere una palestra. E poi cercheremo di creare una struttura esterna polifunzionale per la scuola Belvedere ma anche per la nostra CI, dove realizzare magari degli incontri estivi o altre attività”, ha concluso Marin Corva.

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