“Leron”. Premiata l’autenticità la virtuosità e la diversità

Si è conclusa in bellezza la 21ª edizione del Festival internazionale del folclore «Leron», dove a festeggiare è stato il Centro di cultura croato «Bunjevačko kolo» di Subotica

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“Leron”. Premiata l’autenticità la virtuosità e la diversità
La tavola rotonda. Foto: VANJA STOILJKOVIC

Il Centro di cultura croato “Bunjevačko kolo” di Subotica vince la 21ª edizione del Festival internazionale del folclore “Leron”. La giuria composta da Lorella Limoncin Toth, Lidija Nikočević e Massimo Brajković ha premiato i giovani folcloristi della Serbia per la virtuosità strumentale, per l’autenticità delle danze e per la diversità del costume tradizionale. D’accordissimo il pubblico, che in una Piazza del Popolo gremita ha confermato con molteplici applausi la scelta della giuria, salutando i vincitori. Energici, vivaci, carismatici, ma allo stesso tempo eleganti e precisi in ogni punto della loro esibizione, si sono rubati la vittoria in un’edizione del “Leron” che ha visto la partecipazione di eccellenti danzatori e virtuosi suonatori. Il premio per l’originalità e l’accuratezza dei costumi è andato al gruppo folcloristico “I Posagnot” (Italia), quello per gli strumenti e l’esecuzione musicale all’ensemble “Banda Burek” della Polonia, mentre per la coreografia e le danze sono stati premiati i greci “Agios Ioannis o Theologos” di Thessaloniki.

A presenziare alla serata finale del Festival, tra gli altri, il sindaco della Città di Dignano, Edi Pastrovicchio, il vicesindaco, Diriana Delcaro Hrelja, il presidente del Consiglio della minoranza italiana della Regione istriana, Ennio Forlani, il presidente dell’Assemblea dell’Unione Italiana, Paolo Demarin e il presidente dell’UI, Maurizio Tremul. Nel suo discorso, Tremul ha tenuto a sottolineare come il “Leron” promuova la multiculturalità, le comunità nazionali minoritarie e la pace, quale festival di comprensione, dialogo e rispetto reciproco.

Multiculturalità anche in piazza
Accanto ai gruppi premiati, a salire sul palco per la serata finale del Festival sono stati il gruppo folcloristico RAK della Slovenia e il GF “Stelutis di Udin” (Italia). A chiudere la serata il GF della Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano. Nell’occasione, sono state consegnate le targhe a tutti i partecipanti, mentre con l’ammainabandiera è calato il sipario su un’altra edizione del Festival. Ma è stata però ancora festa: proprio come la sera prima, si è stati in Piazza della Libertà per continuare a festeggiare: folcloristi e pubblico assieme, per conoscere da vicino le tradizioni, i costumi… e perché no, qualche passo dei balli tipici dei Paesi più lontani, a suon di valzer, kolo e sirtaki.
Il ricco programma di sabato è iniziato già in mattinata con il ricevimento dal sindaco, che si è detto fiero e onorato di poter ospitare un Festival di tale importanza nella propria città: “Da 21 anni, Dignano celebra tradizioni, usi e costumi attraverso questo Festival che è anche una celebrazione della vita. Un grazie a tutti i partecipanti che con la loro presenza arricchiscono in queste tre giornata la nostra piccola comunità e alla Comunità degli Italiani di Dignano, che lavora con passione tutto l’anno per regalarci questo evento senza pari”.
A seguire la tavola rotonda sul tema “Il ruolo e il valore degli strumenti musicali tradizionali tra storia e innovazione” (cui ha partecipato pure il GF della Comunità degli Italiani di Valle), moderata da Manuela Geissa e che ha visto la partecipazione del presidente della CI di casa, Maurizio Piccinelli, del presidente della Giunta Esecutiva dell’UI, Marin Corva, e di Dina Žufić del gruppo di lavoro. In serata il Duomo di S. Biagio ha ospitato la messa solenne per i folcloristi.
Ricorderemo che la festa del folclore è iniziata giovedì con “Aspettando il Leron…”. Da qualche anno, a precedere il Festival vero e proprio è infatti la serata dedicata alla tradizionale furlana, di cui hanno parlato l’etnomusicologo Dario Marušić e il coreografo e pedagogo Vidoslav Bagur. A presentare le furlane sono stati i gruppi folcloristici delle Comunità degli Italiani di Gallesano e di Dignano e il GF “Stelutis di Udin” (Italia). Nell’occasione, Bagur ha voluto evidenziare la bellezza delle furlane “di casa”, a partire dal ballo, dalla parte musicale, sottolineando l’eleganza dei costumi, delle pettinature e degli ornamenti.
Il programma è continuato venerdì con la sfilata dei partecipanti lungo via Merceria, cui è seguita l’esibizione dei gruppi di casa: la SAC Vodnjan, la Società dei montenegrini di Peroi “Peroi 1657” e il gruppo folcloristico della Comunità degli Italiani di Dignano.

Rispettare il passato
E ancora una volta il Festival folcloristico internazionale di Dignano ha trasformato per tre giorni la città in un palcoscenico di colori, musiche, balli e canti, celebrando usi, costumi e tradizioni, facendo vedere l’importanza della loro trasmissione alle generazioni giovani. Lo aveva detto pure il sindaco Pastrovicchio al ricevimento: “Solo rispettando il nostro passato potremo parlare di futuro. Solo conoscendo la vita dei nostri avi possiamo essere consci del nostro presente e sapere dove andiamo”.
A presenziare alla seconda serata della manifestazione, è stata pure la vicepresidente della Regione istriana in quota CNI, Jessica Acquavita, la quale ha dichiarato: “Viva il ‘Leron’, la festa dell’amore, della tutela e della salvaguardia del folclore, della nostra identità. Solo aprendo i nostri occhi potremo allargare i nostri orizzonti e vedere lontano. Viva Dignano, viva il Leron!”.
L’evento viene organizzato dalla Comunità degli Italiani di Dignano e l’Unione Italiana con l’Università popolare di Trieste. La manifestazione si avvale del supporto finanziario della Regione istriana e del Consiglio per le minoranze nazionali della Repubblica di Croazia e gode del patrocinio della Città di Dignano.

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