L’eredità letteraria e artistica legata alla presenza istriana di Dante

Al Convegno tenutosi alla CI di Verteneglio si è discusso tra l’altro dell’importanza della lingua italiana per la CNI

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L’eredità letteraria e artistica legata alla presenza istriana di Dante

È stato un Convegno di stampo internazionale quello avuto luogo ieri negli spazi della CI di Verteneglio e intitolato “L’eredità letteraria e artistica legata alla presenza istriana di Dante Alighieri e la valorizzazione delle identità linguistiche istro-venete e friulane”. Ad accogliere le numerose autorità e i prestigiosi storici internazionali è stato il primo cittadino della località, Neš Sinožić, che non è mancato nel far conoscere in modo minuzioso il territorio di Verteneglio con le sue due CI e alcune delle sue peculiarità.

Neš Sinožić

Fieri della propria lingua madre

“Settecento anni sono un anniversario importante che sta a significare la grandezza di questo autore che nella sua opera ha conquistato e unito il mondo. Noi come CNI teniamo stretta e portiamo avanti con orgoglio la nostra lingua italiana ma anche quelle che sono le nostre parlate. L’altra nostra lingua materna è il dialetto, vicino all’italiano di cui Dante ne è padre. Scrisse la Divina Commedia in quella lingua definita allora volgare, del popolo, diventata per noi una delle più belle lingue del mondo”, ha invece sottolineato Jessica Acquavita, vicepresidente della Regione istriana, ricordando l’iscrizione da poco del dialetto istroveneto nel Registro del patrimonio culturale immateriale della Croazia.

Includere gli istituti scolastici

“Ci fa tanto piacere, come Unione Italiana, poter partecipare ad eventi incentrati su quello che è il padre della lingua italiana e sviluppare ulteriormente questo vastissimo tema. Sarebbe molto importante svilupparlo ulteriormente includendo, quando la situazione epidemiologica lo permetterà, anche le nostre scuole in quanto si trattano argomenti non affrontati nei contesti scolastici”, ha invece rilevato Marin Corva, presidente della GE dell’Unione Italiana.

Marin Corva

L’assessore alla Cultura della Regione istriana, Vladimir Torbica, ha invece toccato il tema dei vari dialetti parlati in Istria, reputandoli, a pari merito di quello istroveneto, una ricchezza culturale e degni anch’essi di essere collocati nel Registro del patrimonio culturale immateriale della Croazia concludendo: “Vorrei rivolgere un ringraziamento particolare alla Regione FVG in quanto negli ultimi anni ci ha aiutato molto facendoci così sentire parte dell’Europa”.

Vladimir Torbica

Fondamentali le collaborazioni future

A coadiuvare il Convegno, in modo scorrevole ed esemplare, Mario Salvalaggio, presidente dell’associazione Ponti d’Europa che, come questo progetto e incontro, da quindici anni promuove e si propone di sviluppare iniziative nel campo culturale, sociale, della formazione, della cooperazione allo sviluppo, del sostegno ai diritti di cittadinanza europea, delle pari opportunità e dei giovani, della tutela dei cittadini.

“Vorrei che questo incontro possa essere un momento per conoscersi e gettare le basi per proseguire la collaborazione per cui siamo qui a chiedere il vostro sostegno nelle prossime iniziative”, ha rivelato Salvalaggio che ha letto in conclusione la relazione dello scrittore e poeta Giacomo Scotti, impossibilitato a presenziare.

Il periodo tra il XIII e il XIV secolo

Primo tra i relatori, Rino Cigui, ricercatore del Centro di Ricerche Storiche di Rovigno. “Quando si parla di Dante e dell’Istria si toccano in particolare i secoli XIII e XIV che vede tre protagonisti, la Repubblica di Venezia, il patriarcato di Aquileia e i conti di Gorizia”, ha rilevato Cigui toccando poi la storia istriana con la sua crescita economica, sociale e politica e Parenzo come prima località istriana che si è data a Venezia, e la successiva rapida adesione delle altre località. Non è mancata una chiara relazione sui primi avvisagli della “piccola era glaciale” cioè lo spopolamento avvenuto attorno al ‘300 a causa delle pestilenze. Il tutto si è concluso con i primi tre tentativi veneziani di ripopolare i territori istriani nel 1376, le successive difficoltà di adattamento a un ambiente diverso e ostile e quanto l’afflusso di queste genti alterò il quadro etnico-culturale ma come all’epoca di Dante, nella fascia occidentale della penisola, a partire dal Trecento, dominava l’elemento romanzo.

È seguito l’intervento di Roberto Tirelli, giornalista e ricercatore storico che spiega come Dante arriva da queste parti, ma non a caso. Con la fama di poeta, reputata importantissima nel medioevo in quanto dona una sensibilità capace di estrarre i sentimenti di un popolo con la sua situazione e curiosità, viene così accolto da persone illustri che bramavano ascoltare i racconti di questo divulgatore della cultura medievale.

Le autorità

Dimensione politica

“Questa visione di Dante dell’aquila imperiale, che appare pure nella Divina Commedia, significa che aveva già una visione europea riconoscendo in essa l’autorità politica che è simbolo dell’Unione Europea. Questa sua dimensione politica è importante perché lo fa un poeta universale che lo rende interprete di un sentire comune dove la politica diventa un’espressione popolare”, ha rilevato tra le altre cose Tirelli.

Luca Caburlotto, storico dell’arte della Società umanistica di storia, arte e cultura Histria, ha parlato delle varie toponomastiche, monumenti, incontri e istituti, scolastiche e non, dedicate al Sommo Poeta e tutte le vicissitudini avventuristiche legate.

In conclusione, Danilo Slokar, consigliere della Regione FVG che, portando i saluti del presidente Piero Mauro Zanin, che per altri impegni imminenti non ha potuto presenziare al Convegno, ha ribadito la vicinanza della regione FVG a manifestazioni di questo livello come pure ai connazionali del territorio. Presente all’incontro pure Umberto Ademollo, presidente dell’ADL di Verteneglio, Irena Penko, preside della SMSI di Buie, Elena Barnabà, presidente della GE del sodalizio ospitante e Giuseppina Rajko, viceconsole onorario d’Italia a Buie.

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