Zlatko Komadina. Le sfide dell’ultimo mandato

A colloquio con il presidente della Regione litoraneo-montana. I problemi maggiori arrivano dalle imposizioni dello Stato. Tanti i progetti in cantiere, ma ora bisogna pensare a raggiungere un consenso per il Bilancio 2022

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Zlatko Komadina. Le sfide dell’ultimo mandato

Alle elezioni amministrative del maggio scorso Zlatko Komadina è stato eletto presidente della Regione litoraneo-montana per la sesta volta, stavolta al ballottaggio con Gari Cappelli. Come ha egli stesso confermato, il sesto sarà il suo ultimo mandato, indubbiamente meno tranquillo di quelli precedenti, anche in virtù del fatto che la coalizione al potere, capitanata dal Partito socialdemocratico (SDP), non detiene più la maggioranza nell’Assemblea regionale. Proprio per non rischiare le elezioni anticipate e in vista della presentazione del Bilancio per il 2022, documento fondamentale per il funzionamento della Regione, Komadina ha introdotto delle consultazioni con tutti i consiglieri, con l’obiettivo di raggiungere il consenso al momento della votazione.

 

È l’inizio del suo sesto mandato. Quali sono le linee programmatiche per il prossimo quadriennio?

“Già nel mandato precedente abbiamo definito gli obiettivi programmatici più importanti per questo periodo. Ci atteniamo alla politica della continuità. Il nostro scopo principale è assicurare uno sviluppo equo a tutte le nostre microregioni e proseguire con gli investimenti nei settori che sono di nostra competenza diretta, tra cui la sanità, l’istruzione, la politica sociale e il demanio marittimo. In questi settori, anche nei mandati precedenti, abbiamo realizzato una serie di progetti grazie ai quali abbiamo migliorato la qualità dei servizi, ma anche le condizioni di lavoro. Nello scorso mandato sono state costruite quattro palestre scolastiche, è stata effettuata la riqualificazione energetica degli edifici scolastici, sono state eseguite ristrutturazioni e ampliamenti. Il nuovo mandato è iniziato con tre grandi progetti nel settore dell’istruzione già avviati: la costruzione della scuola a Marinići, l’ampliamento di quella di Arbe e la realizzazione della palestra nella Scuola media superiore di medicina, il maggiore istituto scolastico in Regione, con oltre 800 alunni. Il nostro intento è assicurare condizioni d’istruzione eque perché soltanto con il sapere possiamo raggiungere gli standard europei e una qualità di vita d’alto livello per tutti. Inoltre, il nostro interesse è focalizzato sui fondi europei. Abbiamo diverse decine di progetti già pronti, che attendono di venire candidati. Questo sistema si è dimostrato molto efficace perché siamo tra le regioni con il maggior numero di finanziamenti europei accordati. Sono davanti a noi soltanto la Città di Zagabria e la Regione di Ragusa e della Narenta”.

Quali sono i maggiori problemi in Regione? Gli stessi potranno venire risolti nell’arco dei prossimi quattro anni?

“I nostri problemi maggiori arrivano dallo Stato, che con la politica fiscale limita lo sviluppo della Regione in quanto valutata con un alto indice di progresso. Ecco un ultimo esempio concreto: gli imprenditori della Regione che hanno aderito all’invito per la presentazione dei progetti, intitolato ‘Rafforzamento della competitività delle aziende con investimenti nella transizione verde e digitale’, sono stati ‘castigati’. All’invito sono state presentate 840 proposte progettuali, di cui 597 sono state valutate in maniera positiva. Di queste, circa 200 sono state inserite nella lista prioritaria, che prevede il sovvenzionamento dei progetti, mentre altre 400 sono state incluse nella lista di riserva, che non prevede sovvenzioni. Un notevole numero di imprenditori della nostra Regione è finito su questa lista di riserva per l’impossibilità di accumulare il massimo del punteggio in base al criterio dello sviluppo. Infatti, nella valutazione della qualità dei progetti, il punteggio minimo veniva assegnato agli imprenditori provenienti dalle aree più sviluppate, tra le quali figura la nostra Regione. L’idea di dare la precedenza agli imprenditori provenienti da zone meno sviluppate è lodevole, ma è doveroso sottolineare che l’obiettivo del programma è di rafforzare la competitività delle aziende sul mercato nazionale e mondiale, soprattutto nel contesto della crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19, e non esclusivamente il progresso delle zone meno sviluppate. In questo modo agli imprenditori giunge il messaggio che anche in futuro i mezzi finanziari verranno assegnati alle aree meno sviluppate. Potrebbe, quindi, succedere che le aziende trasferiscano la propria sede e gli impianti in altre regioni per potere ottenere più facilmente supporti finanziari. Abbiamo richiesto in merito una riunione urgente col Ministero competente, ma non ci è stata concessa.

Un altro problema riguarda la nuova Legge sull’assistenza sanitaria, che propone, senza alcuna argomentazione valida, il passaggio di proprietà allo Stato degli ospedali speciali regionali, dell’Istituto regionale di salute pubblica e del trasporto sanitario. Nel corso degli anni, in tutte queste istituzioni sanitarie, la Regione, in qualità di fondatore, ha investito decine e decine di milioni di kune dal Bilancio. Sono investimenti fatti per migliorare la qualità dei servizi sanitari a favore dei cittadini. Abbiamo chiesto un chiarimento sui motivi di questa decisione, ma non abbiamo ricevuto una risposta. Sicuramente non sono dovuti a perdite finanziarie, perché queste vengono generate dalla rete degli ospedali statali, mentre le nostre istituzioni operano in positivo”.

Sono diversi i progetti in cantiere legati all’istruzione e alla sanità. Quali sono i più importanti e in che fase di realizzazione si trovano?

“Oltre agli edifici delle scuole di Marinići e Arbe, in piano c’è anche l’ampliamento della scuola elementare di Castua. Attualmente l’investimento maggiore riguarda la costruzione della palestra della scuola media superiore di medicina, un progetto del valore di 13 milioni di kune, interamente finanziato dal Bilancio regionale. Mi fa piacere che il ministro Radovan Fuchs abbia promesso che per il progetto di costruzione di una nuova scuola nel Comune di Viškovo verranno assicurati i mezzi dai fondi europei. Entro la fine di questo mandato l’intento è di portare a termine il progetto di ricostruzione della Casa di cura di Lussingrande, la costruzione della Casa della salute ad Abbazia, l’equipaggiamento delle nostre Thalassotherapie, nonché la costruzione del Centro di pronto soccorso a Rujevica. In collaborazione con i Comuni dell’Anello fiumano e con la Città di Castua, è in fase di progettazione la conversione dell’ex caserma di Klana in una moderna Casa dell’anziano, attingendo i mezzi finanziari dal Fondo sociale europeo”.

Recentemente sono stati eletti tre nuovi consiglieri dalle file della minoranza italiana e serba. Auspicate la loro collaborazione nell’ambito dei lavori dell’Assemblea?

“Mi aspetto la collaborazione con tutti i consiglieri eletti, per cui anche con i rappresentanti delle minoranze nell’Assemblea regionale. Mi fa piacere che tra di loro ci sia Ivo Vidotto in rappresentanza della minoranza italiana, la cui candidatura è stata sostenuta dell’SDP e dai partner di coalizione”.

Considerata l’inesistenza di una maggioranza parlamentare in Assemblea, lei ha incluso l’opposizione nelle consultazioni legate al Bilancio affinché si arrivi a un’intesa. Come procedono queste consultazioni?

“Le consultazioni sono tuttora in corso, anche perché ci sono diversi nuovi consiglieri in Assemblea per i quali abbiamo organizzato dei laboratori sulla struttura e la modalità di redazione di questo documento finanziario fondamentale. Molto realmente è stato presentato lo spazio di manovra per la ripartizione dei mezzi derivanti dal Bilancio. Rimaniamo a disposizione per parlare di tutti i progetti, a patto che siano sostenibili, perché non vogliamo e non dobbiamo mettere in pericolo la stabilità del Bilancio e di conseguenza il finanziamento di progetti e programmi già avviati”.

L’opposizione chiede delle modifiche inerenti alla scelta dei membri dei Consigli d’amministrazione e di vigilanza perché ritiene che questo procedimento veniva fatto in maniera illecita. Qual è la sua opinione in merito?

“L’opposizione chiede che sia l’Assemblea, in qualità di organismo di rappresentanza, a nominare i membri dei Consigli d’amministrazione negli enti regionali. L’articolo 48 della Legge sull’autogoverno locale e regionale, però, parla chiaro e assegna al potere esecutivo, ovvero a me come presidente di Regione, la responsabilità per l’attività e il funzionamento di questi enti, come pure il compito di nominare gli organi di gestione. Coloro che parlano di atti illeciti evidentemente non conoscono, non capiscono oppure semplicemente non riconoscono le leggi che molto chiaramente definiscono quali siano le competenze del potere di rappresentanza e quali quelle del potere esecutivo nell’autogoverno regionale”.

Com’è la collaborazione tra la Regione e il governo?

“Noi ci impegniamo affinché sia buona e sostanzialmente non abbiamo problemi di comunicazione. Spesso, però, non riusciamo a capirci. Nelle risposte precedenti ho fatto degli esempi. Ciò riguarda soprattutto l’imposizione di soluzioni legislative per noi inaccettabili, come ad esempio per la sanità, oppure snobbare le nostre osservazioni sul trattamento discriminatorio dei nostri imprenditori nella ripartizione dei finanziamenti europei o derivanti dal Bilancio. Eppure siamo una delle tre Regioni che versa molto di più nel Bilancio statale di quello che le viene restituito”.

Questo è il suo ultimo mandato alla guida della Regione?

“Sì, l’ho detto più volte e non intendo cambiare la mia decisione”.

Lei è anche presidente della sezione regionale dell’SDP. Quanto influenzerà sul rating e sulla perdita di credibilità dell’SDP l’espulsione dalle file del partito del deputato parlamentare di Fiume, Erik Fabijanić, uno dei fondatori di questa formazione politica?

“L’espulsione di Erik Fabijanić, come pure del sindaco di Viškovo Sanja Udović, ma anche di numerosi altri soci e di intere sezioni non è sicuramente una buona mossa. La conseguenza inevitabile è il crollo della credibilità e della reputazione dell’SDP sia tra gli associati che tra i cittadini per i quali la socialdemocrazia è una filosofia di vita e politica. Mi dispiace per quanto sta accadendo. Per quanto riguarda Erik e Sanja, sono sicuro che l’espulsione non comprometterà quello con cui convive politicamente da decenni, ovvero i valori e i principi socialdemocratici”.

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