La trilogia «Cronaca delle Baracche» in vendita nella cartolibreria Edit

I tre volumi della scrittrice connazionale Nelida Milani pubblicati da Ronzani Editore possono venire acquistati anche a Fiume

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La trilogia «Cronaca delle Baracche» in vendita nella cartolibreria Edit

Un’opera omnia creata da un nucleo, dal rione di San Policarpo a Pola che poi il popolo aveva ribattezzato in Baracche, occupate da operai che venivano dalla Bosnia proprio per costruire una sequela di casermoni e che sarebbero stati adibiti ad appartamenti per sottoufficiali italiani e per tabacchine e cantierini ovvero per le donne che erano impiegate nella manifattura tabacchi e per gli uomini che lavoravano allo Scoglio Olivi.

 

Nasce da qui la trilogia “Cronaca delle Baracche” della scrittrice connazionale e collaboratrice del nostro quotidiano, Nelida Milani, con la quale Ronzani Editore vuole sostenere la riscoperta e la diffusione della letteratura prodotta dalla Comunità Nazionale Italiana in Istria e a Fiume e che può essere acquistata nella cartolibreria Edit in Corso a Fiume. Il prezzo di ciascun volume ammonta a 145,00 kune. Si effettua invece uno sconto del 20 p.c. per l’acquisto di tutti e tre i libri.

Oltre a una vastissima offerta di nuovi titoli di libri, che spaziano dalle novità, ai bestseller e alle ultime uscite in Italia, passando per i più venduti fino a libri introvabili, la cartolibreria Edit offre quindi i tre volumi che la Casa editrice vicentina ha dedicato all’opera omnia della scrittrice nominata nel 2004 Commendatore con stella della solidarietà dal Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi.

I tre volumi appena usciti in Italia, sono in vendita nella cartolibreria Edit

Oblio = morte

S’intitola “L’osteria della Parenzana” il primo volume della trilogia. La tragedia universale della Seconda guerra mondiale e quella dell’esodo dall’Istria di gran parte della popolazione italiana sono osservate e narrate dalla scrittrice partendo dal rione operaio di San Policarpo, detto “Le Baracche”, a Pola. L’autrice intinge la penna nei suoi ricordi più intimi e traccia così una topografia fisica e degli affetti, dominata dalla presenza della Parenzana, che segna il profilo di un mondo in cui si è imparato presto che “ciò che vi è di terribile nella morte non è perdere il nostro avvenire, ma perdere il nostro passato: l’oblio è la morte sempre presente in mezzo alla vita”.

Il secondo volume della “Cronaca delle Baracche” è “Agnus Dei”. È la scia di sangue che ha caratterizzato la storia dell’Europa e dell’Istria quella che la scrittrice indica al lettore in questo secondo volume. Un susseguirsi di violenze, di morte. E di esilio, che è una morte anch’esso.

Quanti popoli hanno conosciuto l’esilio, con fagotti e filo spinato hanno vissuto sulla terra degli altri, hanno pregato un dio assente, hanno pianto per una mancanza che non si riesce a precisare. Spettri, non uomini. Uomini che mantengono il nucleo autentico di sé e non riescono a farlo entrare in dialogo con gli altri, uomini privi di un copione, senza stirpe, senza padre, figli di sé stessi, figli di lunghe violenze parallele. Con uno spiazzante colpo di teatro, il “Prologo in Cielo” che apre il libro proietta su fondali metafisici il lungo strascico di guerre ed esili che hanno segnato la storia dell’Istria e d’Europa dalla Seconda guerra mondiale ai conflitti balcanici degli anni ‘90, fino a configurarsi come una grande e inflessibile fenomenologia del conflitto. L’italiano infoibato e il ragazzino bosniaco profugo per fuggire al macello delle milizie irregolari serbe; il bimbo ucciso da un’agghiacciante e letterale purificazione del sangue e le vittime carbonizzate degli sterminatori col fuoco sono icone atemporali di un polittico che dipana la geografia spettrale dei luoghi e dei popoli “che hanno vissuto e vivono tutti i massacri dell’eterno massacro che ha nome guerra”.

Nel secondo libro l’autrice prende coscienza del noi anche perché c’è la collisione con le guerre, con ciò che succede nell’ex Jugoslavia. L’’io” diventa quindi un “noi”. I racconti parlano dei conflitti interni; dei matrimoni misti che vengono sfasciati dagli avvenimenti che hanno interessato l’ex Jugoslavia.

I rimasti in Istria

“La partita” chiude il viaggio tra le opere di Nelida Milani con uno sguardo sul “dopo” degli italiani rimasti in Istria successivamente all’annessione alla Jugoslavia. Questo volume si avvicina ai giorni nostri, i racconti si fanno più coraggiosi, la scrittura prende più spazio.

La condizione degli italiani rimasti in Istria, la loro psicologia intima, il dissidio perenne tra identità e conformità, la precarietà di ogni loro riferimento sono scandagliati con straniante finezza e con punte di esilarante comicità in questi racconti. Sia per chi ha vissuto la frattura della Storia da adulto, sia per chi è nato e cresciuto col vuoto alle spalle, nel nuovo paesaggio sociale e umano, tutti accomunati da un’esistenza provvisoria, un passato pieno di lacune e un futuro precario: ciò che è in gioco è l’esito finale di un’implacabile partita tra memoria e oblio.

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