«Zagabria, la città delle artiste»

La mostra, ideata dal Padiglione artistico della capitale croata e inaugurata al Museo Revoltella di Trieste, racconta la parabola dell’arte al femminile dalla fine del XIX secolo ad oggi

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«Zagabria, la città delle artiste»

È un messaggio d’amicizia e di sguardo verso il futuro quello che sindaco, Roberto Dipiazza, e assessore alla cultura, Giorgio Rossi, della Città di Trieste, hanno rivolto agli organizzatori della mostra “Zagabria, la città delle artiste”, allestita presso la Sala Carlo Scarpa del Museo Revoltella e inaugurata ieri. La mostra, ideata e prodotta dal Padiglione artistico di Zagabria, con la direzione di Jasminka Poklečki Stošić, curata da Ljerka Dulibić, Ivana Mance e Radmila Iva Janković, con il supporto del Consolato Generale della Repubblica Croata a Trieste e della Comunità Croata di Trieste, resterà aperta fino al 12 dicembre prossimo.

Il discorso dell’assessore alla cultura, Giorgio Rossi

Tracciare una strada comune

“Ancora ricordo con commozione il concerto dei tre Presidenti in piazza Unità d’Italia a Trieste – ha ricordato il sindaco Dipiazza. Il prossimo passaggio che attendiamo con fervore è l’ingresso della Croazia in Schengen, per un definitivo abbattimento di tutte le nostre frontiere”. “Noi popoli dell’Alto Adriatico dobbiamo ricordare il nostro passato, tracciando però una strada comune per il futuro – ha affermato l’assessore Rossi. Anche opere di cent’anni fa in mostra indicano percorsi di speranza e prospettiva”. Anche il Console generale croato a Trieste, Nevenka Grdinić, ha espresso i ringraziamenti del suo governo affermando che questa mostra sia la prosecuzione di una bella amicizia.

Dalla pittura alle video installazioni

Pensata per la primavera 2020, costretta ad un rinvio a causa del Covid-19, minacciata dal terremoto che ha colpito gravemente la Croazia, con il danneggiamento del Padiglione artistico della sua capitale, la mostra racconta oggi a Trieste la parabola dell’arte croata al femminile dalla fine del XIX secolo al tempo presente. Comprende 80 opere di tutti i generi dell’espressione artistica: dalla pittura alla scultura classica fino ai media dell’espressione artistica contemporanea, comprese le video performance, le istallazioni audio e video. I nomi sono quindi molto numerosi, a partire da Anka Bestall, Slava Raškaj, Lina Crnčić Virant, Nasta Rojc, Mila Wod, Sonja Kovačić-Tajčević, Anka Krizmanić, Vera Nikolić Podrinska, Zdenka Ostović Pexidr Srića, Nevenka Đorđević, Ivana Tomljenović Meller, Ksenija Kantoci, Marta Ehrlich, Mila Kumbatović, Melita Bošnjak, Miranda Morić, Milena Lah, Vera Josipović, Vesna Sokolić, Borka Avramova, Vera Fischer, Vera Dajht Kralj, Tonka Petrić, Biserka Baretić, Marija Ujević, Ljerka Šibenik, Goranka Vrus Murtić, Nives Kavurić Kurtović, Zdenka Pozaić, Edita Schubert, Marijana Muljević, Sanja Iveković, Jadranka Fatur, Nevenka Arbanas, Vesna Popržan, Breda Beban, Nina Ivančić, Zvjezdana Fio, Dubravka Rakoci, Vlasta Delimar, Vesna Pokas, Kata Mijatović, Amela Frankl, Ksenija Turčić, Mirjana Vodopija, Vlasta Žanić, Kristina Leko, Božena Končić Badurina, Magdalena Pederin, Nika Radić, Ivana Franke, Martina Mezak, Ana Hušman fino ad Andreja Kulunčić con il collettivo Iste.

Nasta Rojc, “Autoritratto in completo da caccia”

“La mostra ‘Zagabria, la città delle artiste’ è importante non solo nel contesto artistico, ma anche in quello più ampio sociale – scrive in una nota illustrativa la direttrice Stošić. Nella nostra società, i pregiudizi sono stati a lungo superati e le artiste hanno raggiunto una posizione di uguaglianza con gli artisti. Non sono più emarginate, com’erano alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, quando si trovarono di fronte a numerose restrizioni e pregiudizi che impedivano loro di dedicarsi all’arte e di essere artiste. La città di Zagabria è sempre stata un luogo dove la cultura e l’arte s’intrecciano, ma spesso si dimenticano le numerose artiste che hanno lasciato il proprio tributo sull’odierna vita culturale e artistica della capitale e che si potrebbero definire pioniere”.

Slava Raškaj, “Le ninfee nell’orto botanico II”

Tre grandi sezioni

“L’idea di base della mostra è quella di offrire una sezione storica e critica delle opere delle artiste visive che hanno lavorato e lasciato il segno sulla vita culturale della città di Zagabria nel periodo preso in considerazione. In questo arco di tempo relativamente ampio, le generazioni di artiste donne sono presentate in tre grandi sezioni della mostra: la prima comprende le generazioni attive fino alla Seconda guerra mondiale; la seconda – le generazioni che hanno iniziato la loro attività espositiva dopo la Seconda guerra mondiale e hanno realizzato la maggior parte delle loro opere nei decenni successivi; e la terza – le generazioni che sono entrate in scena nei primi anni Settanta o in seguito e sono attive a tutt’oggi”.

Breda Beban, “Caldo e freddo (grande gioia)”, 1981, acrilico su tela

Esplorare la storia culturale

“Trieste è sempre stata sensibile a tutte le influenze culturali e artistiche che provenivano dalle altre culture. Conoscere quindi la scena artistica croata degli ultimi due secoli è anche un modo per esplorare la nostra storia culturale” – ha concluso la direttrice del Museo Revoltella, Laura Carlini Fanfogna, che lascia con questa mostra l’incarico, avendo avviato un programma fondato sulla valorizzazione trasversale delle raccolte dei musei, con un occhio proteso proprio al ruolo ponte di Trieste verso le altre culture. “Una politica di scambi con la Croazia è stata consolidata in questi ultimi anni e non posso che auspicare che il percorso intrapreso insieme continui e si intensifichi”.

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