La traduzione: uno strumento essenziale di cooperazione interregionale e internazionale

Trieste. L’italiano usato dalle istituzioni nelle aree bilingui o plurilingui in Croazia e Slovenia

0
La traduzione: uno strumento essenziale di cooperazione interregionale e internazionale
Ivana Lalli-Paćelat, Stefano Ondelli e Tea Batel. Foto: ROSSANA POLETTI

Si è tenuto a Trieste, presso il Dipartimento IUSLIT dell’Università degli Studi, il Convegno scientifico intitolato “Una lingua migliore per una migliore comunicazione tra istituzioni e cittadini – La situazione nelle aree bilingui della Slovenia e della Croazia”. In apertura dell’incontro, promosso dalla Rete per l’eccellenza dell’italiano istituzionale, dall’Osservatorio dell’italiano istituzionale fuori d’Italia in collaborazione con l’Università, agli indirizzi di saluto dei vari referenti degli enti organizzatori e ai Consoli generali di Slovenia e Croazia, rispettivamente Gregor Šuc e Nevenka Grdinić, si sono aggiunte le testimonianze di Felice Žiža, deputato CNI al Parlamento sloveno.

Migliorare il livello qualitativo
Žiža ha affermato quanto sia importante fare rete, tra Comunità italiane in Slovenia e Croazia, con l’Unione Italiana e con la madrepatria, per fare passi avanti in materia di applicazione miglioramento delle norme che regolano il bilinguismo. “In Slovenia – ha ricordato – c’è un inquadramento giuridico per la tutela dell’uso della lingua italiana tra i migliori in Europa. Si vuole approvare un decreto unitario tra i quattro comuni del litorale e si auspica che con questo strumento entro il prossimo anno possa avere maggior efficacia l’attuazione del bilinguismo. Si sta lavorando anche sulle scuole per migliorarne il livello qualitativo. L’istituzione dell’Ufficio per il bilinguismo – ha concluso – ha contribuito a fare molti passi in avanti”.

Il contributo dell’Unione Italiana
Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, ha ripercorso alcune tappe ricordando l’impegno dei primi anni ‘90 per la definizione dello statuto della Regione istriana bilingue. “L’Unione definì gli articoli e i Comuni da inserire nell’area bilingue – ha affermato -. Oggi i tempi sono molti cambiati. L’approvazione di alcuni diritti della Comunità italiana ha potuto aver seguito dopo il riconoscimento da parte dell’Italia della Repubblica di Croazia. Ma permettetemi di sottolineare un fatto accaduto pochi giorni fa, il 26 novembre scorso in piazza Tito, per noi piazza Duomo a Capodistria, quando Cristina D’Avena ha fatto cantare in italiano una piazza gremita anche di sloveni e croati. Quello che hanno fatto le televisioni italiane è di gran lunga superiore all’azione della politica italiana, per il fatto che tutti hanno imparato l’italiano guardando la tv”. Provocazione, quella di Tremul, per ricordare quanto fosse stata pressante la richiesta che le televisioni italiane potessero esser viste in Istria. “L’Unione Italiana ha operato con un’azione di controllo sull’applicazione del bilinguismo – ha proseguito -. Il bilinguismo è ancora carente, l’area di applicazione è stata fortunatamente ampliata, ma ci sono ancora Comunità che risiedono in città dove il bilinguismo non c’è. L’Unione Italiana, registrata sia in Croazia che in Slovenia, funge da raccordo tra i connazionali delle due Repubbliche e nel 2021 ha festeggiato i suoi trent’anni di attività”.

Un Ufficio per la lingua slovena
Sulle funzioni della Regione FVG è intervenuta Erika Hrovatin, che coordina l’attività per la lingua slovena. “Si è costituito un Ufficio centrale per dare attuazione all’uso della lingua slovena nella pubblica amministrazione, a servizio di tutti gli enti operanti sul territorio. L’operatività dell’Ufficio è stata avviata nel 2017 con 4 traduttrici e interpreti, per la traduzione e revisione dei testi, per la consulenza e interpretazione della lingua. Si è perfezionato il lavoro attraverso una formazione specifica alla traduzione giuridica. Le difficoltà che l’ufficio affronta sono speculari rispetto alla minoranza italiana di Slovenia e Croazia. Per superare gli ostacoli si sono stretti accordi e collaborazioni con la CAN costiera e con le Comunità degli Italiani in Croazia. I risultati raggiunti hanno superato le aspettative, quando si è verificato che l’Ufficio non è più soltanto un riferimento per gli enti pubblici – ha concluso Hrovatin – ma anche per la società civile, e siamo dotati di un servizio linguistico di traduzioni e interpretazioni molto più complesso e qualificato”.

Uso paritario di 24 lingue
Le relazioni sono seguite con l’esperienza della Commissione Europea di Italo Rubino, già capo del Dipartimento italiano direzione generale della traduzione Commissione europea, che ha parlato dell’importanza delle parole, in quanto non tutte le parole sono capite da tutti. “In Europa – ha ricordato – ci sono 447 milioni di cittadini e 24 lingue ufficiali. Il multilinguismo è integrale e questo significa pari dignità ed uso di tutte e 24 le lingue, con tutti i documenti redatti in tutte le lingue ufficiali, facendo diventare la traduzione obbligatoria ed essenziale il mestiere del traduttore. Come ebbe a dire Umberto Eco ‘La lingua dell’Europa è la traduzione’”.

Progetti e corsi di formazione
Tea Batel, assessore della Regione istriana per la Comunità Nazionale Italiana e per gli altri gruppi etnici, ha ricordato che nella Regione istriana ci sono 20 enti (città e comuni) bilingui e diverse scuole con lingua d’insegnamento italiana (elementari e medie superiori). Annualmente si fanno corsi di formazione per l’uso dell’italiano ai dipendenti pubblici, a cui partecipano circa 500 persone; c’è un progetto pilota che prevede l’introduzione di laboratori linguistici prescolari negli asili croati in alcune città; si seguono aggiornamenti professionali per docenti italiani con la Società Dante Alighieri di Roma ed è stata introdotta la certificazione per gli studenti che conseguono una conoscenza elevata della lingua. Si fa sempre più necessaria l’analisi e l’approfondimento della terminologia usata nelle traduzioni dei documenti amministrativi. Ivana Lalli-Paćelat, docente di Italianistica, ha sottolineato quindi nel suo intervento approfonditamente scientifico, quanto la traduzione sia strumento essenziale, che va organizzato e pianificato. Fatto sottolineato anche da Iva Peršić, dell’Università di Fiume, che ha affermato come la traduzione della Costituzione croata sia un’azione importante per avere un linguaggio uniforme anche negli altri atti tradotti. Ha riferito della traduzione italiana della raccolta delle leggi della Repubblica di Croazia, il cui unico esemplare è conservato nella biblioteca del Centro di ricerche storiche di Rovigno, strumento considerato essenziale ma scomparso inspiegabilmente.
Sandro Paolucci dell’Università di Lubiana, ha riferito della Costituzione della Repubblica di Slovenia che, essendo molto recente, include norme molto attuali, come il rispetto della privacy. Anche per quanto riguarda questo documento costitutivo è stato necessario procedere alla traduzione, compito affidato a Branko Furlan, ormai scomparso e di cui purtroppo non ci sono maggiori notizie. Furono poi avviate revisioni e fu esplicitata la richiesta di non ricorrere ad un addomesticamento della lingua, rispettando giustamente il testo di partenza. Nada Zajc, traduttrice responsabile del Comune di Pirano, ha concluso i lavori della prima parte della giornata illustrando il lavoro dei seminari per i traduttori sloveni, italiani e croati, che furono avviati verso la fine degli anni Ottanta, ma che divennero più proficui nel decennio successivo, grazie all’opera di Anton Omerza. Con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, furono avviate le giornate della REII e la formazione dei traduttori fu incentrata maggiormente sulla necessaria specializzazione della terminologia amministrativa nella sfera pubblica. Nella seconda sessione, intitolata “La costruzione”, si sono susseguiti gli interventi di Fedra Paclich, traduttrice presso la Regione Friuli-Venezia Giulia, Marina Barbić-Poropat, traduttrice e interprete presso la Regione istriana e coordinatrice del Gruppo di lavoro per l’uniformazione della terminologia in lingua italiana, Alberto Scheriani, presidente CAN Costiera, Andrea Bartole, segretario generale CAN Costiera, Chiara Vianello, traduttrice e Kim Jakopič, collaboratrice professionale, Ufficio per il bilinguismo.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display