La ricomposizione di un popolo attraverso un linguaggio universale

Concerto all’Auditorium del Museo Revoltella di Trieste

0
La ricomposizione di un popolo attraverso un linguaggio universale
L’Orchestra diretta dal Maestro Belli. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Passo dopo passo, la ricomposizione di un popolo come quello giuliano-dalmato passa attraverso il dialogo e i momenti simbolici, complice anche la musica, come è stato nei giorni scorsi a Fiume e a Trieste. Mozart e Beethoven nel Giorno del ricordo con un ospite d’eccezione, il pianista Giovanni Bellucci che si è esibito con la “Nuova Orchestra di Ferruccio Busoni” diretta dal M.ro Massimo Belli.

Pubblico entusiasta e ovazioni, sia nel Salone delle feste di Palazzo Modello di Fiume il sabato sera che all’Auditorium del Museo Revoltella a Trieste nella mattinata di domenica.

Una cerimonia congiunta
“Quando abbiamo proposto all’Unione Italiana a settembre 2022 di pensare a una cerimonia congiunta con le associazioni degli esuli in occasione del Giorno del ricordo 2023 – racconta la giornalista Rosanna Turcinovich Giuricin, ideatrice dell’iniziativa -, la risposta positiva è stata immediata, come pure l’adesione dell’AFIM, Fiumani Italiani nel Mondo con il suo presidente Franco Papetti, del Circolo Istria rappresentato da Ezio Giuricin e dell’Associazione delle Comunità istriane di Trieste diretta da Davide de Paoli Paulovich. Dovevamo trovare un linguaggio universale e quindi abbiamo scelto la musica anche grazie alla collaborazione con il Maestro Massimo Belli, che da anni segue il Concorso d’arte e di cultura ‘Istria Nobilissima’, come membro di commissione. È stato esteso quindi l’invito al pianista Giovanni Bellucci, un virtuoso che ci onora della sua amicizia ed ha saputo deliziarci e commuoverci con un programma di musiche di Franz Liszt il 10 gennaio scorso a coronamento della tavola rotonda ‘Mai più confini’, svoltasi a Fiume”.

Non è semplice comporre un mosaico con tante tessere…
“Quando i tempi sono maturi, le cose succedono. Il lavorìo è costante, i tentativi si susseguono da tempo per cercare di evolvere una situazione – come sottolineato a Fiume da Melita Sciucca ed Ezio Giuricin che hanno spiegato l’evoluzione del Giorno del ricordo e la sua importanza a livello internazionale –. I raduni degli esuli ormai si svolgono in Istria e a Fiume con programmi decisi insieme, all’estero le nostre Comunità sono diventate visibili col Giorno del ricordo. È questa collaborazione che porta a sempre nuove iniziative congiunte che riguardano la storia, la letteratura, i personaggi illustri, la musica, l’arte, in grado di lasciare il segno, coinvolgendo anche intellettuali che pur non appartenendo al nostro mondo per provenienza, danno lustro alla nostra progettualità. Ricordiamo lo spettacolo teatrale ‘Magazzino 18’ realizzato da Simone Cristicchi o il film ‘I leoni di Lissa’ di Nicolò Bongiorno che danno spessore all’immagine di un popolo sparso. La presenza in Istria e a Fiume di Giovanni Bellucci contribuisce alla divulgazione della nostra realtà attraverso un messaggio alto. È vero, non è semplice mettere insieme queste tessere, ci vuole impegno, costa fatica, ma i risultati consolano”.

Quale la reazione del pubblico?
“Sapevamo che il pubblico avrebbe compreso l’eccellenza che stavamo proponendo, ma la reazione è andata oltre le aspettative. Sia a Fiume che a Trieste l’orchestra Busoni ha proposto Mozart dimostrando grazia e delicatezza nell’eseguire un pezzo dai toni cupi che l’autore ha scritto alla fine della sua carriera, forse presago di un’inevitabile conclusione, eppure con incredibili spunti di dolcezza ben resi dall’orchestra formata in gran parte da giovani. L’entrata del pianista Giovanni Bellucci, nella seconda parte del concerto, è stata accolta con un lungo applauso. Il Maestro ha eseguito con l’orchestra una rarità assoluta: un anonimo arrangiamento ottocentesco del Quarto concerto per pianoforte e orchestra di Beethoven. Una trascrizione cameristica, dove il pianoforte è accompagnato da strumenti ad arco, che era molto conosciuta ed eseguita a Vienna durante la vita del compositore, che la approvava. La parte del solista resta identica a quella della versione sinfonica originale, mentre gli archi assimilano abilmente le parti destinate tradizionalmente ai fiati. Il Maestro Bellucci ha regalato momenti intensi, non soltanto nel risolvere con naturalezza gli aspetti più virtuosistici del Concerto n.4 di Beethoven, ma anche esaltando i momenti più interiorizzati attraverso sonorità quasi ipnotiche. Le due sale hanno vibrato all’unisono con pianoforte ed orchestra. Il virtuosismo di Bellucci ha commosso il pubblico che ha applaudito fino alla concessione del bis a Fiume e di due bis a Trieste, il secondo sottolineato da un vero boato d’approvazione”.

Perché è importante coinvolgere delle vere e proprie eccellenze nelle iniziative di esuli e rimasti?
“Siamo un popolo destinato a scomparire se non riusciremo a realizzare dei cambi di rotta. Dobbiamo essere fedeli alle nostre tradizioni per non perdere un’eredità che è profonda, fatta di lingua, cultura, arte, musica, letteratura ma puntando sull’eccellenza. E quale migliore sostegno se non quello della qualità assoluta affidata a grandi protagonisti. Ecco perché vanno fatte proposte uniche sia traendo spunto dal passato, come nel caso di artisti e letterati che ci rappresentano nel mondo, ma anche coinvolgendo personaggi del nostro tempo in grado di evolvere la nostra creatività e la dimensione della nostra sfera culturale”.
È la prima volta che una manifestazione musicale coinvolge due città come Fiume e Trieste?
“È ciò che intendiamo fare, a significare – come sottolineato anche al dibattito ‘Mai più confini’ del 10 gennaio – che il superamento delle barriere stabilite durante un Novecento deleterio, è in atto. La nostra cultura per troppo tempo è stata relegata all’interno dei confini politico-ideologici, dobbiamo superarli proponendo occasioni condivise e condivisibili per la loro qualità e messaggio alto, diventando veicolo di conoscenza e bellezza, organizzatori di eventi unici e irripetibili perché siamo parte della cultura italiana in questo lembo d’Europa, con la capacità di essere trasversali e competitivi per la nostra abilità a comprendere diverse lingue e culture, per i legami plurimi con un mondo complesso e ricco da consegnare al prossimo”.

Ci sta dicendo che ci sono altri eventi in arrivo a breve?
“Esattamente, ne cito solo uno che evolve dalle iniziative precedenti. Con l’AFIM si sta organizzando a Firenze un grande evento in due tappe: il 9 marzo alla Biblioteca delle Oblate saranno ricordati l’esodo e le foibe durante un incontro con le scuole alle quali si rivolgeranno il presidente Franco Papetti, Marina Sablich, figlia di esuli fiumani, ed Enea Dessardo per la Comunità degli Italiani di Fiume. Alle 18, nella prestigiosa Sala del Buonumore del Conservatorio Cherubini avrà luogo un grande concerto del Maestro Giovanni Bellucci per onorare la memoria di Sergio Sablich, musicologo, figlio di Mary e Nereo Sablich, nati a Fiume, che fu amico di Bellucci e scomparve prematuramente a 53 anni. Di lui, delle sue passioni, parleranno il Maestro e la sorella di Sablich, Marina. L’incontro si svolgerà in collaborazione con il Lyceum Club internazionale che ha voluto sostenere l’iniziativa di Firenze e nel cui nome interverrà Eleonora Negri. In quell’occasione il Maestro Bellucci dedicherà a Sablich musiche di Franz Liszt per un concerto molto atteso”.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display