La letteratura e la tutela del diritto alla firma autoriale

Oggi si celebra a livello internazionale la Giornata mondiale del libro e dei diritti d’autore

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La letteratura e la tutela del diritto alla firma autoriale
Foto: DARIA DEGHENGHI

Con l’avvento di Internet e delle connessioni veloci, che ci permettono non solo di scaricare in pochi secondi interi film, canzoni o libri, ma anche di guardarli, ascoltarli o leggerli direttamente in Rete, il problema della tutela dei diritti d’autore e della lotta alla pirateria informatica si è fatto quanto mai attuale. La condivisione di contenuti originati dalla mente di un autore, senza riportare la firma di tale autore, è un reato perseguibile penalmente, ma anche un’azione deplorevole dal punto di vista morale, perché mina alla base la creatività degli artisti. Il 23 aprile si celebra la Giornata mondiale del libro e dei diritti d’autore, istituita nel 1996, una ricorrenza che invita a ragionare non solo sull’importanza della parola scritta, ma anche, appunto, sui modi per tutelare gli scrittori, i poeti e i letterati in genere e sulla situazione dell’editoria, evidenziandone prospettive e problemi. La Giornata, patrocinata dall’UNESCO, è un tributo mondiale a libri e autori che incoraggia tutti, e in particolare i giovani, a scoprire il piacere della lettura e mostrare un rinnovato rispetto per il contributo insostituibile di quelle persone che hanno promosso il progresso sociale e culturale dell’umanità. A riconoscere l’importanza di questa iniziativa sono stati autori, editori, insegnanti, bibliotecari, istituzioni pubbliche e private, ONG umanitarie e mass media a livello mondiale.

Un evento di portata mondiale
In Italia la Giornata del libro dà il via a Il Maggio dei libri, la campagna nazionale del Ministero per i Beni culturali nata nel 2011 con l’obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile.
E dall’estero arriva invece una curiosa novità: nella notte tra il 22 e il 23, durante la World book night, volontari e appassionati inglesi e americani sono impegnati nella donazione di centinaia di migliaia di libri a persone che, per qualsiasi ragione, non leggono o non posseggono libri. L’amore per la lettura si può trasmettere in molti modi. La tradizione vuole che proprio nel giorno di San Giorgio ogni uomo doni una rosa alla sua donna. Così ancora oggi i librai della Catalogna usano regalare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile, data della morte di San Giorgio, Miguel De Cervantes e William Shakespeare.
Ogni anno, l’UNESCO e le organizzazioni internazionali che rappresentano i tre principali settori dell’industria del libro (editori, librai e biblioteche), scelgono la Capitale mondiale del libro.

Anche i ragazzi con difficoltà dell’apprendimento devono leggere.
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Strasburgo capitale mondiale del libro 2024
Per il 2024 l’UNESCO ha designato la città di Strasburgo (Francia) mentre nel 2025 il testimone passerà alla città di Rio de Janeiro. L’UNESCO e il World book capital advisory committee sono rimasti colpiti dal forte accento che Strasburgo ha posto sui libri come strumenti per affrontare le sfide delle tensioni sociali e del cambiamento climatico, con programmi come “Reading for the Planet”.
La città evidenzia inoltre la capacità dei libri di incoraggiare il dibattito e le discussioni sulle preoccupazioni ambientali e le conoscenze scientifiche, concentrandosi sui giovani come agenti del cambiamento.
Strasburgo è stata anche elogiata per il suo patrimonio letterario e le attività che ha organizzato, in grado di mettere in rilievo varie discipline artistiche: dalla musica, al teatro, all’illustrazione.
Strasburgo, 24esima città a portare questo titolo, segue Madrid (2001), Alessandria (2002), Nuova Delhi (2003), Anvers (2004), Montreal (2005), Torino (2006), Bogotà (2007), Amsterdam (2008), Beirut (2009), Lubiana (2010), Buenos Aires (2011), Erevan (2012), Bangkok (2013), Port Harcourt (2014), Incheon (2015), Wroclaw (2016), Conakry (2017), Atene (2018), Sharjah, (2019), Kuala Lumpur (2020), Tbilisi (2021), Guadalajara (2022) e Accra (2023).
Le candidature per il 2026 dovranno essere presentate al Segretariato generale dell’UNESCO entro venerdì 10 maggio 2024.
Le città che vengono scelte come Capitali mondiali del libro si impegnano a promuovere libri e letture per tutte le età e gruppi, all’interno e oltre i confini nazionali, e a organizzare un programma di attività per l’anno in cui mantengono il titolo.
La promozione della lettura è un obiettivo concreto per la crescita economica e lo sviluppo della democrazia.

La capitale italiana del libro 2024
Sarà Taurianova, piccolo Comune di poco più di 15mila abitanti in provincia di Reggio Calabria, la Capitale italiana del libro del 2024. Primeggiando sulle altre città finaliste – Trapani, Grottaferrata, San Mauro Pascoli e Tito –, il progetto trionfa grazie al suo potenziale impatto sociale, in una realtà cittadina in cui c’è grande necessità di riqualificazione culturale. Genova, città vincitrice del 2023, cede così lo scettro al comune calabrese.
“Il progetto di Taurianova è stato premiato perché rappresenta, per una realtà piccola, la strada di una crescita o addirittura una rinascita attraverso la realizzazione di infrastrutture culturali, materiali, immateriali e valoriali, capaci di irradiare i propri effetti virtuosi anche sul territorio circostante”, spiega la giuria, che si è espressa all’unanimità in favore della proposta progettuale di Taurianova.
Pierfranco Bruni, presidente della commissione (composta da Incoronata Boccia, Gerardo Casale, Antonella Ferrara e Sara Guelmi), ha sottolineato inoltre che la scelta “è stata fatta in particolare sulla base dell’impatto sociale della proposta progettuale relativa a un territorio che ha una straordinaria necessità di sostegno dal punto di vista culturale”.
Al Comune saranno destinati fino a 500mila euro da investire nella realizzazione del progetto dalla durata annuale, con l’obiettivo di generare un processo di crescita culturale e sociale di forte impatto sul territorio. Infatti, come dichiarato dal sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, la scelta della commissione “ha di sicuro più fattori di merito, ma il più rilevante non può che essere quello legato al valore del riscatto di un territorio sulla criminalità. La cultura come imbattibile strumento per la diffusione della legalità e per il rilancio sociale ed economico delle comunità, un supporto fondamentale in mano alle amministrazioni e ai cittadini per spazzare via ogni forma di mafia”.

Il festival fiumano della letteratura “Vrisak”.
Foto: RONI BRMALJ

Ljiljana Kuterovac: «Le legge tutela i letterati»
Quando parliamo di letteratura solitamente pensiamo al piacere che si prova a leggere un bel libro o all’importanza delle nozioni che si possono trovare tra le pagine dei libri. Non è da trascurare, invece, l’aspetto legale della tutela dei diritti di coloro che hanno realizzato i libri. Sulla base di questi principi giuridici, la legge attribuisce a creatori e inventori un monopolio nello sfruttamento delle loro creazioni o invenzioni, fornendo loro gli strumenti legali necessari per tutelarsi da eventuali utilizzi a scopo di lucro da parte di soggetti non autorizzati. Dei diritti d’autore ci ha parlato Ljiljana Kuterovac, direttrice dell’Istituto nazionale per la proprietà intellettuale (DZIV).

Come tutela attualmente la legge i letterati dalla distribuzione non autorizzata delle loro opere?
“I diritti di proprietà degli autori, che comprendono gli scrittori in quanto autori di opere letterarie, ai sensi della Legge sul diritto d’autore e sui diritti connessi (OG 111/21, di seguito: ZAPSP), comprendono in particolare il diritto di riproduzione, il diritto di distribuzione, il diritto di elaborazione e diritto di comunicazione dell’opera al pubblico.
Il diritto di distribuzione è il diritto esclusivo dell’autore di mettere in circolazione l’originale o copie della sua opera d’autore mediante vendita o in altro modo, compreso il noleggio, e di offrirli a tale scopo al pubblico.
Chiunque voglia mettere in commercio l’opera di un altro autore deve richiedere il permesso dell’autore per tale utilizzo. Se l’autore decide di concedere l’autorizzazione alla riproduzione e/o diffusione dell’opera letteraria, è necessario stipulare un contratto scritto. Il più noto in questo ambito è il contratto di edizione, che è disciplinato dettagliatamente dalla ZAPSP (articoli da 72 a 83).
In caso di sospetto di diffusione non autorizzata della sua opera, l’autore può chiedere protezione in una procedura per infrazione per aver commesso un reato contro il diritto d’autore ai sensi dell’articolo 296, comma 1, punto 9 della ZAPSP, e in caso di forme di violazione più gravi (quando l’autore del reato acquisisce una proprietà sostanziale mediante l’uso non autorizzato dell’opera o causa un danno considerevole) l’autore può sporgere denuncia penale contro la persona che ha violato il suo diritto. L’autore può anche chiedere il risarcimento dei danni in sede civile per l’uso non autorizzato della sua opera”.

Com’è possibile tutelare un contenuto letterario mediante il copyright se l’opera non è stata pubblicata in formato cartaceo?
“L’autore è tutelato dal diritto d’autore sulla sua opera già dall’atto di creazione dell’opera stessa, senza la necessità di espletare alcuna formalità come, ad esempio, l’attuazione di un procedimento amministrativo per la tutela dell’opera o il deposito (conservazione) del lavoro.
L’autore ha il diritto di decidere se e a quali condizioni la sua opera verrà pubblicata. Fino alla prima pubblicazione dell’opera, l’autore ha il diritto di rivelare al pubblico il contenuto o la descrizione della sua opera.
Il diritto d’autore dura per tutta la vita dell’autore e 70 anni dopo la sua morte, indipendentemente da quando l’opera dell’autore è stata legalmente pubblicata, salvo diversa decisione dello ZAPSP”.

Com’è possibile massimizzare la distribuzione delle opere letterarie e incoraggiare i giovani alla lettura, tutelando contemporaneamente gli autori?
“Nel contesto della distribuzione tradizionale delle opere letterarie, la distribuzione riuscita delle copie dell’opera dell’autore è responsabilità dell’editore, e questo è uno dei suoi obblighi ai sensi del contratto di edizione. Si precisa che con un contratto di edizione l’autore può stabilire a favore dell’editore il diritto di mettere l’opera a disposizione del pubblico sotto forma di libro elettronico o altra pubblicazione elettronica, comunque, nell’interesse dell’autore, anche per tali usi è richiesto il pagamento di corrispettivi. Per quanto riguarda l’incoraggiamento alla lettura tra i giovani, ad esempio, sono previste eccezioni per l’uso delle opere dell’autore nelle classi, che facilitano l’accesso alle opere dell’autore nei sistemi informativi chiusi delle istituzioni educative.
Un altro esempio è il prestito di libri attraverso le biblioteche pubbliche. Per quanto riguarda la tutela dei diritti e degli interessi patrimoniali degli autori, va detto che gli autori di opere letterarie e i loro eredi hanno diritto a un compenso quando le loro opere vengono prese in prestito attraverso le biblioteche pubbliche (lettura e tutte le altre edizioni), e ricevono questo compenso attraverso l’organizzazione per l’esercizio collettivo dei diritti della Società degli scrittori croati. La remunerazione degli autori per il prestito pubblico di opere letterarie è fornita dal bilancio dello Stato”.

La dottoressa Tatjana Peruško sull’importanza della lettura 
La professoressa ordinaria di Letteratura italiana contemporanea al Dipartimento di Italianistica, presso la Facoltà di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Zagabria, Tatjana Peruško, ha condiviso la sua esperienza in materia.

Potrebbe dirci brevemente com’è la situazione nell’editoria in Croazia?
“Siamo un paese piccolo, e ciò inevitabilmente si riflette sulla situazione editoriale. Ad esempio, il nostro mercato editoriale non può ‘assorbire’ diverse edizioni o traduzioni dello stesso libro, a differenza di quanto avviene in Italia o in altri paesi europei, dove il pubblico dei lettori è almeno dieci volte più numeroso. Ulteriori restrizioni sono imposte dalle leggi di mercato, che non incentivano la pubblicazione di opere che non sono considerate redditizie: i romanzi sono preferiti ai libri di racconti, la narrativa alla poesia, e le biografie o autobiografie dei personaggi famosi sono preferite alle opere narrative che richiedono concentrazione e impegno intellettuale. Pochissime case editrici si avventurano oggi a pubblicare traduzioni di opere sperimentali o stilisticamente impegnative, mentre è considerato scontato che i vincitori e i finalisti dei vari premi letterari internazionali debbano essere presentati tempestivamente al nostro pubblico. Qualcuno potrebbe obiettare che il mio punto di vista sia elitista (effetto più che naturale, d’altronde, dell’insegnamento universitario), tuttavia, io credo che proprio oggi, nell’epoca in cui predomina la cosiddetta ‘letteratura media’, che non tende più a un’avventura stilistica (come osserva giustamente il critico italiano Gianluigi Simonetti), sia cruciale tutelare le opere di arte letteraria, della grande letteratura del passato (incluso quello recente, novecentesco), che vanno considerate beni culturali non soggetti alle leggi del mercato. Per garantirne la sopravvivenza e la diffusione in altre lingue e culture del mondo, è indispensabile ricorrere a sovvenzioni e programmi di finanziamento per la divulgazione del libro”.

Quanto sono popolari i libri tra i giovani?
“Di solito evito valutazioni generiche; preferirei basare le mie opinioni su un’indagine scientifica. Non avendo a disposizione risultati di questo tipo, posso solo esprimere un giudizio soggettivo e inevitabilmente parziale. In generale, ho l’impressione che nel corso dell’istruzione scolastica, l’abitudine alla lettura tenda a diminuire. E sembra che addirittura i nostri studenti – iscritti a corsi filologici, incentrati sullo studio di lingua e letteratura, presso quella che una volta si chiamava Facoltà di Lettere e Filosofia – leggano poco. Tuttavia, quando cerco di capire qual è la loro percezione delle proprie abitudini di lettura, scopro che l’interesse per il libro – almeno tra coloro che si presentano alle lezioni ‒ non è del tutto assente. Naturalmente, predomina l’interesse per alcuni generi letterari, come fantasy, giallo o romanzi biografici. Piuttosto, emerge che manca il tempo libero. Dalle loro risposte emerge che impegnandosi in studi spesso paralleli – come l’apprendimento di due lingue o di una lingua e un’altra disciplina umanistica o sociale – dispongono di poco tempo per le letture opzionali.
Naturalmente, in ogni generazione c’è una percentuale di giovani che non solo riesce a trovare il tempo per leggere, bensì è disposta ad adottare una lettura critica e riflessiva. In loro ripongo la mia speranza e trovo la motivazione per continuare ad insegnare.
In generale, direi che per le nuove generazioni, cresciute nell’era digitale, la lettura dei libri non abbia lo stesso ruolo formativo che ha avuto per le generazioni precedenti. Inoltre, il libro non è più percepito come principale mezzo di evasione o divertimento: ci sono altri modi o strumenti che non richiedono tanta concentrazione o impegno intellettuale”.
Perché è importante leggere? Quali benefici offre l’espressione letteraria per i ragazzi?
“I giovani che non leggono, perdono tanti benefici che la lettura può offrire. Mi riferisco alle letture dei testi letterari, che sono il campo del mio interesse. In particolare, per chi studia filologia, la lettura dei testi letterari aiuta a sviluppare le competenze lessicali, ad arricchire il vocabolario. La lettura stimola la riflessione, migliora la concentrazione e sviluppa le capacità critiche ed analitiche. Ma non è tutto: leggendo, ampliamo i nostri orizzonti, impariamo a osservare il mondo e la realtà che ci circonda da prospettive diverse dalle nostre; oppure abbiamo la possibilità di provare un senso di riconoscimento e di coinvolgimento, ritrovando noi stessi. Che le cose che la letteratura può insegnare siano poche ma insostituibili, è stato sottolineato da Italo Calvino in un celebre saggio del 1955. Tra queste cose egli ha enumerato ‘il modo di guardare il prossimo e sé stessi, il porre in relazione fatti personali e fatti generali, di attribuire valore a piccole cose o a grandi, di considerare i propri limiti e vizi e gli altrui, di trovare le proporzioni della vita, e il posto dell’amore in essa, e la sua forza e il suo ritmo, e il posto della morte, il modo di pensarci o di non pensarci’”.

Crede che si potrebbero organizzare delle iniziative di promozione del libro anche in Croazia, accanto a quelle che già esistono?
“Certamente, ogni iniziativa è benvenuta. Tuttavia, direi che oltre alle iniziative culturali, siano fondamentali per la promozione della lettura le prime esperienze e i primi incontri con il libro, che avvengono nell’ambiente familiare durante l’infanzia. Chi impara a divertirsi leggendo, ad immergersi nei mondi possibili della letteratura fin dall’infanzia, saprà godere di tutti i benefici di questa abitudine nell’età matura”.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

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