La cultura del gusto unisce cibo e arte

L’evento è stato organizzato dal Consolato generale d’Italia a Capodistria, in collaborazione con la Comunità degli Italiani «Santorio Santorio» e l’Associazione Cuochi di Trieste

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La cultura del gusto unisce cibo e arte

“Cucinare bene, sprecare meno”, è stato il motto della serata a Palazzo Gravisi nell’ambito della IV Settimana della cucina italiana nel mondo, che riprende il tema centrale “Educazione alimentare: cultura del gusto”. Il Consolato generale d’Italia a Capodistria, in collaborazione con la Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” e l’Associazione Cuochi di Trieste ha presentato un evento dedicato alla buona cucina, alla formazione e all’arte. L’iniziativa rispecchia i punti dettati dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale unendo cibo e arte, con grandissima attenzione all’educazione alimentare, coinvolgendo gli istituti scolastici professionali del territorio, sia la “Pietro Coppo” sia la scuola media di Isola, con corsi di cucina e associazioni di categoria, al fine di avviare una collaborazione transfrontaliera in un settore nel quale l’Italia vanta prodotti d’eccellenza e conoscenze di altissimo profilo.
Vincoli tra due mondi molto vicini
“Per fare un discorso di buona cucina e di consumo consapevole credo sia importantissimo educare al gusto, al giusto consumo e preparare i professionisti del settore”, ha esordito Mario Steffè, vicesindaco del Comune di Capodistria e presidente della “Santorio”, nel suo intervento di benvenuto, rivolgendo un saluto a tutte le autorità presenti, inclusi il deputato al seggio specifico CNI al Parlamento sloveno, Felice Žiža e il presidente della CAN di Capodistria, Fulvio Richter.

Cristina Bonadei e Mario Steffe alla vernice di “Ambrosia”

“È importante sottolineare che l’iniziativa è un’attività fortemente voluta e promossa dal Ministero degli Esteri in tutte le circa trecento rappresentanze diplomatiche e consolari. L’intento non è solo quello di promuovere la gastronomia italiana, ma anche di fare una riflessione che oggi è all’ordine del giorno. Abitiamo questo pianeta e le sue risorse non sono nostre, ma delle generazioni future; se le consumiamo, condanniamo l’ecosistema alla povertà. La sfida per un ambiente più sostenibile passa anche per la produzione e per il consumo responsabile. Oltre a tutto ciò la Settimana della cucina è un modo per stabilire dei legami tra le varie realtà nelle quali operano le rappresentanze italiane. Questa è una realtà specifica – la geografia parla di Mediterraneo, Italia e Istria. Non è un luogo dove è necessario proporre la cucina italiana, visto che già ne fa parte. Perciò mi sono sempre concentrato sulla creazione di vincoli tra due mondi molto vicini”, è stato esaustivo il Console generale d’Italia a Capodistria, Giuseppe D’Agosto.
Fondamentale una spesa intelligente
Non è stato da meno il contributo del presidente dell’Associazione Cuochi Trieste, Luca Gioiello, che ha esposto dati allarmanti riguardanti le quantità di cibo sprecato, i motivi di questo vergognoso aspetto della realtà umana e qualche consiglio semplice per contrastarlo. “Secondo una ricerca della Coldiretti, su scala annua, in Italia finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro, parliamo di cifre pari a una Finanziaria. Un costo di 450 euro all’anno per famiglia. Cibo che basterebbe a sfamare, circa 44 milioni di persone. Sprecare il cibo dovrebbe essere considerato un atto offensivo”, ha dichiarato lo chef che per il secondo anno è ospite dell’iniziativa. Gli sprechi riguardano tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e colpiscono indistintamente tutti i Paesi, ma in quelli abbienti le stime raggiungono livelli assurdi. Nei Paesi ricchi la maggior quota di sprechi – oltre il 40% di quello totale – si concretizza a livello della distribuzione, ossia quando il cibo è ancora perfettamente consumabile: si generano dispendi per difetti di packaging, per cambi di immagine, per lanci di nuovi prodotti o residui di promozioni. Lo scialo oggi genera indignazione e disapprovazione per l’ingiustizia che rappresenta nei confronti di chi ne avrebbe bisogno e per lo sperpero di risorse finanziarie e ambientali, oltre che l’aumento dell’inquinamento. “Non sappiamo usare il portafoglio per il fabbisogno. Dovremmo cercare di utilizzare meno prodotti, acquistarli di qualità, possibilmente a chilometro zero, ogni giorno. In poche parole fare una spesa intelligente”, ha consigliato lo chef Gioiello.

Gli assaggi preparati dai giovani cuochi

Collaborazione rinnovata
Oltre che trattare un tema attuale e indilazionabile, la serata è stata l’occasione per ratificare il protocollo tra l’Associazione Cuochi del capoluogo giuliano e le due scuole medie professionali di Isola, nelle persone del preside della “Coppo”, Alberto Scheriani e il vicepreside dell’istituto professionale sloveno, Dejan Mužina, in uno spirito di collaborazione che si rinnova e che continua dopo il successo dell’evento dello scorso anno. L’accordo permetterà ai giovani che si avvicinano alle professioni gastronomiche di usufruire della rete di ristoranti dell’Associazione per la propria formazione sul campo. “Ringrazio il Console D’Agosto per avere avviato la collaborazione, mi fa davvero piacere che ci si rivolga ai giovani”, ha ribadito il preside della “Pietro Coppo”, Scheriani. A dare prova della bravura dei giovani cuochi è stata la degustazione di prodotti di qualità della tradizione culinaria italiana e locale con presentazione delle varie preparazioni a fine serata.
La mostra fotografica
Passando dall’etica all’estetica, prima di procedere ad assaggiare con il palato, i presenti si sono gustati con gli occhi la mostra fotografica intitolata “Ambrosia”, il cibo, o talvolta bevanda, degli Dei nella mitologia greca. L’esposizione collettiva dei fotografi Guido Cecere, Maurizio Melozzi, Vera Mercer, Roberto Pastrovicchio, Fabio Rinaldi e Donatella Tandelli, ideata da “PHOTO-IMAGO – Centro per l’archiviazione e la divulgazione dell’immagine fotografica”, è stata curata da Fabio Rinaldi. Un titolo inebriante come la relazione di odio-amore che l’uomo ha con il cibo, visto che, così l’autrice del testo introduttivo, Cristina Bonadei, abbiamo confuso il nutrimento con l’alimentazione. Un potpourri di fotografi con background differenti che spaziano dalla composizione che ricorda quella caravaggesca, a un impatto cromatico prorompente a un chiaro stampo del mondo della moda che nel complesso creano un percorso nel mondo del cibo a sua volta estremamente fotogenico.

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