«La città ideale». Il cambiamento urbanistico e la società

A Capodistria rimarcata la vocazione transfrontaliera del progetto che finora ha visto partecipare giovani da Slovenia, Italia e Croazia

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«La città ideale». Il cambiamento urbanistico e la società
La proiezione del cortometraggio “Permette una parola”. Foto: MARIELLA MEHLE

Riflettere e individuare attraverso vari interrogativi, anche varcando il confine tra illusione e realtà, quali potessero essere le caratteristiche di una città ideale, che spesso non è nei luoghi ma nei sentimenti e nelle emozioni vissute e condivise con gli altri, è l’idea di base del progetto transfrontaliero “La città ideale” ideato e realizzato dall’associazione culturale “Opera Viva”. “Lo spunto per lanciare l’iniziativa è stato anche il desiderio di celebrare il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, autore che ha impresso un’indelebile traccia nel nostro territorio. Siamo partiti dal breve cortometraggio ‘Che cosa sono le nuvole?’ realizzato dall’intellettuale, che rappresenta uno spaccato sull’esistenza umana, sul bene e sul male”, rileva Lorena Matic, la forza motrice che porta avanti con entusiasmo e caparbietà la progettualità dell’Associazione culturale.

Una città verde
Presso il Civico Museo Sartorio di Trieste è stata quindi allestita una mostra fotografica di impronta scientifica intitolata “Oltre le nuvole cosa c’è?” costituita da una carrellata di immagini, realizzata in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica-Osservatorio Astronomico di Trieste. Successivamente è stato proposto presso la Sala conferenze della Biblioteca di Monfalcone il dibattito dal titolo “Le diverse forme della città” rivolto a come il cambiamento urbanistico muta la socialità delle persone.
“Da qui siamo passati a sentire quale sarebbe la città ideale dei giovani messa in relazione con quella degli adulti che vivono determinati luoghi e hanno assistito ai loro mutamenti. La nota comune emersa la descriveva ecologica, verde, molto fruibile anche a piedi, per evitare macchie, smog e traffico. Qualcuno l’ha pensata con le zipline per agevolare gli spostamenti”, così ancora Matic, aggiungendo di aver scoperto che contestualmente, si poteva scoprire anche quale potesse essere una scuola ideale.

Una scuola ecosostenibile
“Gli alunni coinvolti hanno così elencato: ecosostenibile, molto luminosa, con tanti oblò per non ricorrere all’energia elettrica, con un tetto verde dove coltivare piante e ortaggi da consumare nei pasti scolastici. Hanno proposto l’abolizione dei libri sostituiti da visori, niente lavagne ma tanta tecnologia, con banchi che si adattano all’altezza degli alunni. L’insegnante ideale invece dovrebbe avere dai 20 ai 35 anni, dotati di una mentalità più vicina alla loro. In seguito a Muggia è stato realizzato uno spettacolo con le marionette di Podrecca, che il Museo di Cividale del Friuli ha gentilmente concesso, intitolato ‘Ciò che ci divide più ci unisce’. Si è basato sulla sceneggiatura scritta dai bambini che hanno descritto la scuola ideale e che hanno quindi doppiato i movimenti che i marionettisti facevano”.

Dialogo intergenerazionale
Per rimarcare la vocazione transfrontaliera dell’iniziativa, in collaborazione con la CAN di Capodistria e la Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria, palazzo Gravisi Buttorai ha accolto nella mattinata di ieri un numeroso uditorio di studenti del ginnasio “Gian Rinaldo Carli” di Capodistria e della scuola media “Pietro Coppo” di Isola accompagnati dai rispettivi docenti. Il presidente del sodalizio ospitante, Mario Steffè, si è detto lieto di tornare ad ospitare le iniziative di “Opera Viva”, con la quale è stata instaurata una collaborazione qualche anno fa. “Fa piacere vedere innanzitutto tanti ragazzi coinvolti dalle nostre scuole. La particolarità dell’Associazione è di portar avanti progetti a cavallo di confine, facce speculari di un’unica realtà, un territorio che intendiamo in termini più allargati da una parte e dell’altra dei confini, che piano si dissolvono all’interno di questa grande Casa europea”, ha osservato Steffè aggiungendo l’importanza delle tematiche proposte sempre accattivanti e realizzate attraverso diversi linguaggi interdisciplinari e un dialogo intergenerazionale.

Confronto tra realtà diverse
Dopo la proiezione dei brevi filmati realizzati a conclusione delle tappe precedenti, è stato mostrato il cortometraggio “Permette una parola”, per il quale è stato usato un software dell’intelligenza artificiale che ha tradotto le descrizioni dei giovani di studenti confrontate con quelle delle generazioni adulte tramutandole in immagini. L’evento conclusivo avverrà a Trieste giovedì 8 giugno presso la Casa della musica, con la presentazione del catalogo che coronerà l’intero operato transfrontaliero. Avendo di fronte gli studenti del “Carli” Matic ha accennato pure al progetto “Partenze e arrivi” a cui hanno partecipato assieme agli allievi della SMSI di Rovigno e che ha condotto alla realizzazione di un breve filmato presentato il 20 aprile scorso al Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di Poste Italiane a Trieste. “Abbiamo voluto mettere in relazione territori diversi, realtà contermini, simili per conformazione geografia storia e cultura, tra l’altro con una scuola italiana della Svizzera, oltre che di Slovenia e Croazia chiedendo loro di scrivere, alcuni forse per la prima volta, una lettera in carta e penna per raccontare sé stessi e raccontare l’epoca e poi messe a confronto con i diversi luoghi. Le lettere sono passate all’Accademia di Fumetto, Arti grafiche, Design e Moda di Trieste dove sono stati estrapolati i contenuti delle missive e trasformate in disegni. Da qui realizzeremo un video che parlerà del viaggio che faceva la corrispondenza, da quando veniva trasportata con la diligenza e poi con la linea ferroviaria. Sarà anche motivo per parlare della linea ferroviaria che univa più Paesi come la Parenzana e infine una pubblicazione riassuntiva che contiene l’intero progetto”. In conclusione Matic ha sottolineato di condividere i risultati di tutto il lavoro realizzato con i professori che riescono a portare avanti la didattica e coordinare i giovani partecipanti, ringraziando particolarmente per il supporto la Regione Friuli-Venezia Giulia, l’Unione Italiana, la collaborazione con le CAN di Pirano e Capodistria, le Comunità e le tante scuole partecipanti.

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