«Kova je nasa». Un inno per i minatori albonesi

Presentato nell’ambito dello «Shpeena Dox» il video per il brano della cantautrice e attrice Elis Lovrić, trasmesso di recente sul Croatian Music Channel (CMC)

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«Kova je nasa». Un inno per i minatori albonesi

Dopo essere stato presentato in Piazzale, vicino alla torre mineraria restaurata di recente, al pubblico del festival del cinema documentario albonese “Shpeena Dox”, il video del brano “Kova je nasa” (La miniera è nostra) della cantautrice e attrice albonese Elis Lovrić è stato trasmesso nei giorni scorsi per la prima volta sul piccolo schermo, sul canale musicale croato “Croatian Music Channel” (CMC). Le due presentazioni sono state un’occasione per intervistare l’autrice del brano, che anche con questo progetto ha contribuito ai festeggiamenti del centesimo anniversario dello sciopero dei minatori albonesi del 1921 conosciuto come Repubblica di Albona.

La cantante nel ruolo del “nero”

Lo slogan della rivolta

”Il video è stato filmato nel prato nelle vicinanze di Piazzale dove nei decenni scorsi i minatori ebbero un pezzo di terra da coltivare e dal quale si apre un panorama sul centro storico di Albona. Sono molto felice di aver avuto l’opportunità di presentare il video per la prima volta proprio ai piedi della torre mineraria in Piazzale, nell’ambito dello “Shpeena Dox”, che mi ha ospitata come ospite a sorpresa, anche grazie all’impegno dell’assessore agli Affari sociali della Città di Albona Borjan Batagelj. Ed è stato un vero piacere vederlo nei giorni successivi pure in televisione, sul canale CMC”, ci ha detto Elis Lovrić, parlando del video di un’altra delle sue canzoni scritte in dialetto ciacavo albonese, zacavo. Il brano porta il nome dello slogan dei partecipanti alla rivolta del 1921, segnata da un periodo di autogestione della miniera da parte degli operai. L’artista ci ha confermato di essere molto soddisfatta pure dei risultati delle riprese, realizzate con successo nonostante tutte le restrizioni dovute al Covid-19.

Il carbone finito nelle mani giuste

Nel video anche i bambini

Alla prima rappresentazione in Piazzale hanno assistito pure i bambini che compaiono nel video, “i piccoli minatori” di Elis. Si tratta di Toni Hrvatin, Toni Milevoj, Karlo Bratulić, Ivan Alexander Glušić, Josip Matak e Nicolas Tireli. Come conferma la cantante, loro, nel video, rappresentano le giovani generazioni che continueranno a portare avanti lo spirito e il coraggio dei minatori albonesi, mentre “noi abbiamo il compito di aiutarli a conoscere la verità e di mostrare loro la strada da seguire”. Il tema del video è l’eterna lotta tra il bene e il male, mentre il ruolo dei “minatori” è quello di “far uscire dal buio la luce del ricordo”. Il video inizia con le immagini dei ragazzi, vestiti di nero, da minatori, che portano in mano delle lampade (accese) simili a quelle di cui si servivano una volta i minatori albonesi. L’importanza di conservare la memoria dello spirito dei minatori albonesi, “i quali alzarono la voce per opporsi a chi li sfruttava”, e quella del passato minerario in generale è il messaggio principale su cui Elis e Goran Načinović, dello studio albonese “Level 52”, che firma la produzione, volevano soffermarsi nel video. Pur ispirato alla Repubblica di Albona e allo slogan diventato parte di una frase che ancora oggi si sente ad Albona, “Kova je nasa, beci so vrajži” (letteralmente, “la miniera è nostra, il denaro è del diavolo”), per l’autrice il brano rappresenta pure una lotta interiore, ovvero il fatto che “a volte il nostro tesoro e i nostri talenti finiscono in mani sbagliate, mentre noi non riusciamo ad alzare la voce e a difenderci”.

Elis Lovrić posa per il nostro quotidiano

La “zacavizzazione” del mondo

È il quarto filmato che la Lovrić ha realizzato in collaborazione con lo studio “Level 52”, con il quale ha lavorato pure nel caso del documentario dedicato alla Repubblica di Albona, trasmesso in marzo dalla Radiotelevisione croata (HRT). Oltre che allo studio menzionato e ai suoi “piccoli minatori”, Elis si dice molto grata anche ai loro genitori e alla Città di Albona per aver sostenuto la realizzazione del video. Parole di gratitudine sono state rivolte pure alla maestra dei piccoli attori e cantanti, Sabrina Stemberga Vidak, con la quale Elis Lovrić ha collaborato anche nel 2015, in occasione della presentazione albonese del volume e progetto definito “storia musicale” e intitolato “Kanat od mora” (Canto del mare), quando a cantare con Elis erano le ragazze XL della Comunità degli Italiani “Giuseppina Martinuzzi”, dirette dalla Stemberga Vidak. I brani eseguiti in quell’occasione faranno parte dell’album che uscirà in autunno e che porterà il nome dello stesso progetto. Vi si troverà pure la canzone “Kova je nasa”, che Elis aveva finito di scrivere il giorno prima della presentazione del 2015, oltre all’omonimo brano, “Kanat od mora”, l’inno della Lovrić ad Albona e allo zacavo. Come storia musicale, “Kanat od mora” è stato pubblicato finora in due versioni bilingui, zacavo-portoghese e zacavo-giapponese. “Appena adesso sta per essere pubblicata quella zacavo-croata, l’edizione più attesa. Sono contenta che la gente dimostri quest’interesse per capire le mie canzoni in zacavo. Spesso, scherzando, dico che sto portando avanti una ‘zacavizzazione’ del mondo”, ci ha detto la nostra promotrice della lingua zacava, la quale si sta preparando in questo momento per il Festival della canzone dalmata a Sebenico, dove si presenterà con il brano “Brodolom” (Naufragio), scritto in croato standard.

Durante le riprese a Piedalbona

Elis Lovrić conferma di essere molto orgogliosa del fatto che la sua musica abbia dimostrato che lo zacavo è molto adatto a essere utilizzato come lingua dei brani moderni, non solo di quelli popolari, e che il suo lavoro negli ultimi due decenni abbia sollevato la necessità, negli anni scorsi, di avviare la procedura per l’inserimento dello zacavo nella lista dei beni culturali protetti della Croazia, riconoscimento arrivato alla Città di Albona nel novembre 2019. È solo uno dei contributi per il quale Elis Lovrić meriterebbe dalla Città, anche ufficialmente, il titolo di ambasciatrice dello zacavo.

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