Il progetto KUMMA debutta con «Le navi di carta»

L’anteprima dello spettacolo della giovane autrice Emma Kliman, diretto da Gabrijel Lazić, avrà luogo domani all’INK di Pola

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Il progetto KUMMA debutta con «Le navi di carta»
I protagonisti sul palco. Foto: FREDY POROPAT

Con l’anteprima della rappresentazione teatrale “Brodovi od papira” (Le navi di carta), in programma domani alle ore 20 nel Teatro Popolare Istriano a Pola, si darà il via al nuovo progetto innovativo promosso appunto dal teatro polese (grazie all’iniziativa del nuovo direttore artistico Matija Ferlin) denominato KUMMA (Kreativno umjetničko mentorstvo za mlade autore – Programma di mentoring creativo e artistico per i giovani autori).

Sviluppo delle abilità artistiche
Il fine dello stesso, come puntualizzato ieri alla presentazione (con tanto di uno scorcio dello spettacolo da parte dei quattro attori coinvolti), è quello di stimolare la creatività, lo sviluppo di nuove specifiche lingue teatrali, e creare dei legami tra gli artisti esperti e i nuovi giovani talenti. Allo stesso tempo il programma offre l’occasione ai giovani autori, seguiti dai colleghi più maturi ed esperti, di sviluppare le proprie abilità artistiche e creare delle proprie autentiche opere teatrali. Il ruolo dei mentori in questo senso sono molteplici: dallo sviluppo dell’idea e del concetto attraverso il processo delle prove, sino all’anteprima e alle esecuzioni successive delle rappresentazioni. E ciò da tutte le sfere indispensabili per una futura rappresentazione, ossia da quella visuale, scenografica, dei costumi, dell’audio, della regia, della coreografia e quella teorica.

Una forma complessa
La prima edizione del programma di mentoring è rappresentata dal dramma “Le navi di carta” della giovane autrice polese Emma Kliman, e diretto dal suo concittadino Gabrijel Lazić. Si tratta di un testo sulla scrittura e sul suo processo. Si intraprende subito che il testo è in formato collage, composto da scene di dialoghi, commenti dell’autore e riflessioni, citati di articoli giornalistici, immagini poetiche ecc. Guardando dal lato drammaturgico convenzionale del testo, si può dire che questo non è finalizzato. È un abbozzo, o uno studio per un testo finale che deve appena essere creato. E appunto questa è la forma che gli dà la forza e lo rende interessante.

Una situazione inevitabile
La trama è inevitabilmente legata al cantiere navale Scoglio olivi e alla sua importanza nella vita quotidiana della città di Pola, all’enorme ruolo dei lavoratori, il tutto attraverso una famiglia “comune”, con la figlia che si è trasferita e sta… osservando e scrivendo la vita del fratello e dei genitori rimasti a casa. Nella rappresentazione viene aperta la questione sull’operatività: è necessario festeggiare la Giornata del lavoro e dei lavoratori in una città dove questi si spengono?; è necessario combattere o addirittura perdere la vita per una determinata idea come avvenuto nel sanguinoso Primo maggio del 1920 quando nell’enorme protesta furono uccisi quattro operai concittadini dell’Arsenale?; serve rimanere in questa città che ha poco o niente da offrire ai giovani?; siamo testimoni di eventi spiacevoli in città e cosa facciamo? Il padre nel testo ritiene la figlia ipocrita, in quanto se n’è andata ed ora da parte “analizza” la situazione scrivendo. E ciò diviene un atto di operatività, un atto con il quale si annota un momento nel tempo, che rimane come testimonianza dei fatti che sono accaduti. Alla fine del succitato abbozzo della scena si sono presentati, affiancati da Matija Ferlin e dalla direttrice del Teatro Popolare Istriano, Gordana Jeromela-Kaić (tra l’altro ha definito il testo “universale, toccante e spiritoso”), i giovani protagonisti (tutti attori e scelti tra una cinquantina di candidati): Tea Harčević (Petrinja), Linda Kliman (Pola), Nikola Radoš (Osijek) e Boris Barukčić (Zagabria), lo scenografo Josip Kresović (Zara), nonché l’autore delle musiche Dimitrije Simović (di Niš, con residenza a Zagabria).

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