Fiume. Complessa la distribuzione delle risorse finanziarie

Alla seduta del Consiglio per la cultura della Città di Fiume sono stati trattati temi più o meno attuali legati alla vita culturale cittadina

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Fiume. Complessa la distribuzione delle risorse finanziarie
Il tema del Teatro Fenice tiene ancora banco nel Consiglio. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Si è tenuta ieri un’altra seduta del Consiglio per la cultura della Città di Fiume, alla quale sono stati trattati temi più e meno attuali legati alla vita culturale cittadina. Ad aprire l’incontro è stata la presidente del consiglio, Maša Magzan, la quale ha introdotto i primi due punti all’ordine del giorno definendololi una formalità. Si tratta del resoconto semestrale (da gennaio a luglio) dell’adempimento del bilancio cittadino e del resoconto semestrale dell’operato del sindaco.

Le spese rientrano nei piani
A esporre il resoconto è stata Dženet Brkarić, direttrice del dipartimento per il bilancio, la quale ha ribadito che le cifre sono fuorvianti perché dal 1.mo aprile si è avuta la grande riorganizzazione dei dipartimenti e la conseguente fusione dei loro bilanci. In pratica, però, si può considerare che il 45 per cento delle spese è stato realizzato secondo i programmi. Il Museo civico ha avuto spese minori, ma recupererà alla fine dell’anno quando dovrà finanziare lo spostamento della mostra di siluri Torpedo. Il bilancio del Dipartimento per la cultura è stato realizzato al 20 per cento perché parte dei finanziamenti arriva da progetti europei e dunque i fondi verranno erogati appena alla fine dell’anno.
Per quanto riguarda il resoconto dell’operato del sindaco, Marko Filipović, nel documento si fa menzione di tutti gli incontri protocollari a Fiume e all’estero, ma Magzan ha criticato il fatto che dal resoconto non traspare un chiaro obiettivo di questi incontri e pochi sono legati al lascito di Fiume Capitale europea della Cultura 2020.
Quello che ha rappresentato il pomo della discordia della 20.esima seduta del Consiglio per la cultura fiumano è stato il terzo punto all’ordine del giorno, ovvero la Proposta di programma per le necessità pubblici nella cultura, che sarebbe dovuta essere approvata dal Consiglio stesso prima di inoltrarla al Consiglio cittadino.
I consiglieri e in particolar modo la presidente, però, hanno trovato problematico il sistema di distribuzione delle risorse finanziarie. Secondo Magzan la decisione di finanziare alcuni programmi a scapito di altri è poco trasparente e assolutamente a discrezione dei vari consigli di esperti di ogni settore. La Città di Fiume dovrebbe, a suo parere, definire una chiara strategia di sviluppo della cultura cittadina, in modo da avere una chiara visione in cosa investire.

Il sindaco è sordo alle richieste
”Abbiamo già trattato questo tema alla seduta di giugno dell’anno scorso – ha ricordato Magzan -, ma anche se abbiamo richiesto una presa di posizione da parte del sindaco, le nostre richieste sono rimaste senza risposta. A causa della mancanza di una strategia chiara non è possibile decidere se applicare il cosiddetto ‘shower funding’, ovvero se finanziare in maniera ridotta un maggior numero di progetti, oppure se concentrare i finanziamenti su progetti di portata maggiore. Penso che un altro problema riguarda la mancata sensibilità per i giovani e le associazioni culturali marginali. Si finanziano soltanto i cosiddetti ‘power users’, ovvero le organizzazioni e i progetti che sono già affermati”.

Bandi appositi per giovani artisti
La risposta a queste critiche è arrivata da Plamena Šarlija, responsabile dell’Ufficio per la cultura della Città di Fiume, la quale ha dichiarato che esistono bandi appositi per i giovani e per gli artisti che non sono affermati. Per quanto riguarda i cosiddetti “power users”, i consigli che decidono dove devolvere i fondi a disposizione prendono in considerazione non solo il valore artistico e culturale dei progetti, ma anche la loro popolarità e l’utilità sociale che possono avere.
Šarlija ha invitato il Consiglio per la cultura di modificare a suo piacimento il documento della Proposta di programma per i bisogni pubblici nella cultura, perché in base a questa proposta il sindaco redigerà il Documento sui bisogni pubblici nella cultura, in base al quale verranno distribuite le risorse finanziarie.
Helena Semion-Tatić, direttrice della sezione per i programmi culturali, ha cercato di spiegare come e perché vengono distribuite le finanze. Maša Magzan ha continuato a criticare il fatto che la proposta non contiene alcuni settori, come ad esempio quello dei videogiochi, nonché il fatto che il settore della produzione video è altamente dispendioso. Šarlija ha continuato a ripetere che ciò può venire sempre modificato presentando una nuova proposta al sindaco. In conclusione del dibattito il documento è stato bocciato.

La… Fenice risorgerà dalle ceneri?
Dopo aver approvato il nuovo statuto del Teatro dei burattini di Fiume, nonché la nomina della nuova consigliera del Consiglio per la cultura per le arti audiovisive, la discussione si è spostata all’ultimo punto dell’ordine del giorno, ovvero il Teatro Fenice. A quanto pare, Maša Magzan si è impuntata a voler sbrogliare la matassa, alla quale hanno rinunciato sia le istituzioni, che il sindaco. Dopo aver riportato all’attenzione del primo cittadino di Fiume, ma anche dell’Istituto di conservazione di Fiume, il problema del palazzo in pieno centro cittadino, Magzan ha inoltrato cinque quesiti ai quali si aspettava la risposta nell’arco di sette giorni. Sono giunte solo due risposte, di cui la prima dal Dipartimento per i beni cittadini, mentre la seconda dai conservatori, i quali si sono riuniti, hanno fatto un sopralluogo nel palazzo e hanno pure discusso la possibilità di ridefinire la sua funzione. È mancata, però, la risposta più importante, ovvero perché nel 2020 il sindaco non abbia nominato un tutore che avrebbe preso dei provvedimenti a spese della ditta Rijeka kino, proprietaria dell’edificio, in modo da arrestare i processi di decadimento della struttura.
In sostanza, nessuna novità sul fronte del Teatro Fenice, ma il Consiglio per la cultura continuerà a battere su questo punto per costringere le istituzioni a prendere finalmente dei provvedimenti.
Il consigliere Renato Stanković ha proposto di acquistare a un prezzo agevolato l’edificio, per risolvere almeno il problema della proprietà, ma la decisione comune è stata di insistere affinché venga nominato un tutore che prenderebbe in mano la situazione e inizierebbe i lavori di ristrutturazione. La seconda proposta che è stata sostenuta all’unanimità è stata di definire il palazzo “un bene culturale prioritario”, come era avvenuto nel piano di sviluppo dal 2014 al 2021. In chiusura dell’incontro i consiglieri hanno deciso di richiedere un resoconto semestrale al sindaco di tutto ciò che sarà fatto da ora in poi riguardo a Teatro Fenice.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

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