Editoria e scuole=collaborazione

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Editoria e scuole=collaborazione

FIUME | Al fine di chiarire le perplessità relative alla tempistica della pubblicazione dei libri scolastici, espresse nell’ambito dell’ultima sessione dell’Attivo consultivo del Settore scuola dell’Unione Italiana, abbiamo interpellato la responsabile del Settore editoria dell’Edit, Liliana Venucci, la quale ci ha illustrato dettagliatamente l’iter di realizzazione di un manuale scolastico che, come si vedrà, è un’operazione molto complessa che non coinvolge soltanto la nostra Casa editrice, bensì anche gli insegnanti delle scuole della CNI e il Ministero della Scienza e dell’Istruzione.

“L’Edit porta avanti la sua missione da settant’anni e nasce effettivamente in funzione del mondo scolastico della Comunità Nazionale Italiana – esordisce –. La problematica rimane sempre la stessa: le scuole e l’istruzione rimangono la nostra priorità e il nostro compito principale. Pubblicare un libro vuol dire realizzare una serie di contatti, vuol dire sinergia tra più istituzioni e persone. C’è una concatenazione molto complessa, che richiede una tempistica molto variabile”.

Fare un libro non è semplice

“Che cosa significa fare un libro? Ciò non significa prendere del materiale, fotocopiarlo e il libro è fatto. È tutt’altra cosa. Iniziamo innanzitutto cercando di individuare quale libro sia necessario. L’Edit si occupa principalmente di traduzioni, anche se nella sua storia ha pubblicato numerosi autori, ovvero gli insegnanti delle nostre scuole che scrivevano manuali conoscendo a fondo la problematica dell’insegnamento. In passato i libri venivano tradotti da gruppi di lavoro coordinati dall’Edit e dalle scuole, composti da consulenti e docenti. Negli ultimi trent’anni le cose non funzionano più così. Gli ultimi libri d’autore dei nostri docenti risalgono agli anni Ottanta.”

Chi sceglie i libri non è l’Edit ma i docenti

“Ma torniamo all’iter. Dopo che i docenti delle nostre scuole hanno individuato le necessità, ovvero i titoli che vogliono vengano tradotti dal catalogo dei libri ministeriale, avviamo tutte le pratiche per tradurre i libri croati editi, dalle Case editrici croate. Si tratta di testi approvati dal Ministero, ossia da un gruppo di lavoro che crea i programmi di studio. Quando il Ministero approva un libro croato, lo mette a catalogo. L’Edit subentra soltanto in questo momento. A questo punto siamo tenuti ad avviare una procedura per realizzare il libro. Ciò significa innanzitutto entrare in contatto con la Casa editrice croata, fare la richiesta e stipulare i contratti di subedizione; ciò richiede da uno a due mesi di attesa. La Casa editrice croata ci fornisce i nomi degli autori e i relativi dati, come pure la percentuale d’intervento di ogni singolo autore. Gli autori poi firmano con noi un contratto relativo ai diritti d’autore per la versione italiana del loro libro. Altra procedura che richiede tempo. Inoltre, per fare un libro c’è bisogno di finanziamenti. Quando e se il Ministero croato, come pure quello italiano, stanziano i mezzi finanziari per la realizzazione dei libri, noi riusciamo a stamparli. In caso contrario, non possiamo fare nulla, in quanto siamo un’organizzazione no-profit.

Un iter complelsso

Ritornando all’iter, dopo avere firmato i contratti d’autore ci impegniamo a individuare i traduttori dei manuali. Di solito si tratta di docenti delle nostre istituzioni, pertanto contattiamo gli insegnanti disposti a svolgere questo ruolo. Per determinate materie, come ad esempio quelle scientifiche (cultura tecnica, fisica, chimica, storia, ecc.), abbiamo molte difficoltà a trovare docenti di questo profilo disposti a tradurre i libri di testo. Si tratta di un lavoro molto impegnativo, in quanto i docenti si dedicano alla traduzione nel loro tempo libero. Tuttavia, optiamo per loro perché, lavorando in classe, capiscono la natura della materia, utilizzano un linguaggio adeguato alla comprensione di alunni e studenti e capiscono la struttura da adeguare all’insegnamento in classe e adattare il testo croato alla versione italiana. Devono adeguare le conoscenze della realtà croata e essere in grado di trasmettere questo sapere e un linguaggio particolare, in quanto molto spesso non è possibile trovare un’espressione corrispondente in italiano. Infatti, noi qui ci troviamo in una situazione particolare, perché utilizziamo la lingua italiana in un contesto croato.”

Da sei e otto mesi per una traduzione

“Ciò significa che una traduzione, a seconda della complessità del testo, può richiedere da sei a otto mesi di lavoro, a volte anche un anno. La traduzione viene in seguito affidata a un lettore. Abbiamo difficoltà con la terminologia e la struttura delle frasi, come pure nella sintassi, in quanto tradurre non è un compito facile, anzi, e per quanto le traduzioni risultino sgraziate, esse sono frutto della nostra realtà. Da noi si insegna un italiano discreto, anche leggermente impuro, ancorato a una struttura linguistica croata. Qui interviene il lettore, facendo una lettura professionale e redazionale – bisogna infatti tenere conto che la versione italiana di un libro deve risultare identica a quella croata nella sua struttura e nelle sue parti –, che è una competenza molto particolare.
Dal momento che negli anni abbiamo accumulato una notevole esperienza, proprio per via dei problemi di tempistica e linguistici e siccome alcuni libri venivano bocciati dalla Commissione ministeriale, abbiamo ingaggiato uno studio di traduttori italiano, che ha il compito di affinare la lingua. Se un traduttore lavora otto mesi alla traduzione, il lettore avrà bisogno al minimo di due o tre mesi per controllare il tutto: e siamo giunti già a un anno di lavoro. E si arriva alla parte tecnica svolta dall’Edit. L’Edit affida questi lavori all’esterno, ma al suo interno ci sono i professionisti che si occupano della videoimpaginazione, che è una cosa molto complessa e che pure ha bisogno di tempo. Se mettiamo che un grafico si dedichi esclusivamente a un libro, anche qui serviranno al minimo venti giorni o un mese per completare questo lavoro. Nel migliore dei casi, con molto ottimismo, questa fase richiede al minimo un anno, per non parlare che se qualche cosa non va nella traduzione o se qualche parte viene omessa, è necessario altro tempo per ovviare a queste sviste”.

La bozza definitiva

“Per bene che vada, dopo un anno siamo in grado di produrre la bozza definitiva del libro che deve nascere. Per legge, il libro viene inviato alla Commissione ministeriale per la valutazione linguistica, composta da tre persone scelte tra i docenti delle nostre scuole. Immaginate le difficoltà di trovare membri della commissione che non siano già coinvolti nel progetto come traduttori! Qui la nostra realtà si complica ulteriormente. Può succedere che per tre mesi non si sappia niente di come proceda il lavoro. Si tratta di un iter burocratico, per cui tutto procede molto lentamente. Bisogna tenere conto, inoltre, che ai membri della Commissione ministeriale non viene imposto un limite di tempo entro il quale devono concludere il loro lavoro. Essi sono praticamente abbandonati a sé stessi. Noi cerchiamo di sollecitare questo lavoro e li contattiamo per snellire i tempi d’attesa. Ci sono stati casi estremi in cui abbiamo atteso più di un anno senza che sia stata formata la Commissione. E non si capisce perché ciò accada.
In seguito, la Commissione può richiedere che vengano fatte delle correzioni, quindi può accadere che bocci la prima lettura e che il manuale non venga approvato. Nelle parti in cui ciò è necessario, il traduttore fa le correzioni. Questo lavoro si può sbrigare in quindici giorni se non ci sono molte correzioni da fare. Se invece si tratta di materiale che non è stato approvato dalla Commissione, servono altri mesi di lavoro”.
È chiaro che l’Edit fa di tutto per far funzionare questo complesso ingranaggio. Se il libro viene approvato alla seconda lettura, dobbiamo attendere il numero di protocollo, che sembra una cosa banale, ma richiede ancora un mese di tempo. Nei quindici anni che sono a capo di questo settore non è mai successo che un libro scolastico venisse pubblicato in meno di un anno e mezzo. Bisogna tenere conto pure che per stampare i libri serve tempo. Servono, in definitiva, da un anno e mezzo a due anni e mezzo per la pubblicazione di un volume”.

Le scuole propongono i titoli da tradurre

“Per quanto riguarda la scelta dei titoli, nel momento in cui notiamo che mancano libri di una certa materia, ci rivolgiamo alle scuole, ovvero ai presidi, che tramite i loro Consigli dei docenti ci informano sui titoli che vogliono vengano tradotti. Quando riceviamo la delibera, solo allora inizia il nostro lavoro. Senza una valida collaborazione, dunque, non si può fare nulla”.

Chi siamo noi della CNI? Eterne spiegazioni umilianti

“Vorrei ribadire che per qualsiasi problema legato alla tempistica e alla realizzazione dei libri la situazione è chiara – sottolinea ancora Liliana Venucci –. Non ci sono buchi, mancanze, svogliatezza, pigrizia. C’è semplicemente un procedimento complesso che richiede la partecipazione di diversi soggetti e certi soggetti rallentano un po’ l’intero procedimento. Questa non è una novità, ma forse le scuole oggigiorno si trovano sotto maggiore pressione perché il preside ha anche la funzione di manager, per cui immagino che non sia facile. Sia ben chiaro che anche l’Edit deve portare avanti le sue battaglie per quanto riguarda i finanziamenti, ma anche per imporre la propria presenza, perché ogni volta dobbiamo spiegare chi siamo, che cosa facciamo, che cosa vogliamo. E ciò è stancante e umiliante. La nostra finalità è realizzare prodotti utili e validi per quello che è l’insegnamento nelle nostre scuole. Quindi, siamo anche noi un segmento molto importante e dobbiamo avere l’appoggio e la collaborazione dalle scuole. Noi offriamo la nostra collaborazione e la chiediamo pure. Da parte nostra diamo il massimo, anche se consideriamo che siamo una redazione formata da due persone. Noi non siamo una Mondadori o una Školska knjiga, dove ogni materia ha un proprio redattore. Noi facciamo tutto. Per questo motivo mi dispiace che nascano equivoci. Personalmente, sono sempre disponibile a qualsiasi ora per ogni collaborazione, ma a dire il vero, non ho trovato molto riscontro in questo campo.”

Non esistono libri in sospeso dal 2012, come accennato da un membro dell’Attivo consultivo?

“Assolutamente no – ha dichiarato Liliana Venucci –. In questo momento stiamo realizzando libri dell’anno scorso e posso dire che attualmente sono tre i libri sottoposti al vaglio del Ministero. Questa è un’ottima tempistica. Si tratta di libri per la Scuola media superiore, che sono stati spediti al Ministero per l’approvazione linguistica della Commissione alla fine di settembre, ma non sappiamo se finora siano stati esaminati. Nel frattempo lavoriamo costantemente a nuovi progetti. Stiamo lavorando su 12 libri contemporaneamente. In questo momento stiamo ultimando altri tre libri, la maggior parte dedicata alla Scuola media superiore, perché riteniamo che l’elementare sia abbastanza bene coperta con i manuali. I ‘buchi’ che si presentavano, siamo riusciti a colmarli con le ristampe, data anche la situazione fluida che si presenta con la Riforma curricolare. Siamo costretti a temporeggiare per il semplice motivo che non sappiamo quali manuali saranno mantenuti e quali scartati”.

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