Il glagolitico corsivo: una scrittura antica e preziosa

Nell’ambito della quarta edizione di «Benja» si è svolto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume il convegno dedicato all’alfabeto slavo risalente al IX secolo

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Il glagolitico corsivo: una scrittura antica e preziosa
l’intervento della professoressa sanja Zubčić. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

È iniziata la quarta Settimana del glagolitico “Benja”, manifestazione che prevede laboratori didattici per bambini, mostre e conferenze per far conoscere a tutti gli interessati la storia, le caratteristiche, le curiosità legate a questa scrittura antica. In questo contesto si è svolto ieri, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume il convegno “Il glagolitico corsivo nel territorio di Fiume e Zara”.

Ad aprire la giornata la professoressa Sanja Zubčić, che ha porto il suo benvenuto a tutti i presenti e ha ringraziato gli studiosi e i professori per il loro impegno e la loro dedizione.

La presenza sull’isola di Veglia
Il glagolitico rappresenta il più antico alfabeto slavo, la sua invenzione risale alla metà del IX secolo e all’epoca rappresentava un sistema ottimale per tradurre graficamente la fonetica slava. Un alfabeto che comprende all’incirca 40 caratteri e che è stato attivamente utilizzato fino al XIX secolo, nato soprattutto con l’intento di diffondere il cristianesimo.
Nel Golfo del Quarnero e in Istria ci sono tutt’oggi tantissime testimonianze e lasciti in glagolitico; il più famoso è rappresentato dalla Lapide di Bascanuova, situata sull’isola di Veglia, ma oltre a questo ce ne sono molti altri: documenti preziosi, spesso legati ai libri matricolari delle parrocchie che ci forniscono un quadro su quella che una volta era la vita quotidiana di molte località, anche piccole. Sono proprio i registri delle nascite e delle morti, dei battesimi, dei matrimoni, dei lasciti o delle donazioni che permettono agli storici di risalire ad aspetti del vissuto delle persone comuni che altrimenti andrebbero perse per sempre. Il professor Ivan Botica dell’Istituto dello slavo antico di Zagabria si è dedicato allo studio del glagolitico sull’isola di Veglia, in particolare a Dubašnica, nel Comune di Malinska, territorio che da sempre risente dell’influenza italiana e ciò si può notare anche nella scrittura che è stata contagiata dalle caratteristiche dell’alfabeto latino. Anche se nella zona in questione questo alfabeto si imporrà definitivamente appena nel corso del XIX secolo, facendo diventare il glagolitico una scrittura morta, non più utilizzata.

Un’arte che accomuna il Litorale
Questo alfabeto slavo ha avuto anch’esso una sua evoluzione nel tempo e dallo stampatello successivamente si è sviluppato il corsivo, scrittura caratterizzata dalla velocità, come ha spiegato nel suo intervento il prof. Mateo Žagar della Facoltà di Lettere e Filosofia di Zagabria. Il corsivo rappresenta anche la scrittura privata, quella che non è destinata a un pubblico e la quale si condivide al massimo con poche persone intime. Nell’immaginario collettivo invece il glagolitico viene associato alla grafia maiuscola contraddistinta dalla lentezza e dalla precisione, nonché quella che si trova maggiormente sui monumenti e sui documenti ufficiali.
La scrittura può essere anche un’arte, oltre che un’abilità, ha spiegato il professor Siniša Reberski dell’Accademia di Belle arti di Zagabria, che ha analizzato la scrittura glagolitica degli amanuensi, le loro miniature e le loro tecniche di scrittura. Interessante notare quali fossero gli strumenti usati una volta dai copisti per realizzare i manoscritti: pergamene, penne d’uccello, pezzi di canna tagliati per formare un pennino da intingere nell’inchiostro. Strumenti che, nel corso del pomeriggio, sono stati presentati dal vivo dallo stesso professor Reberski con una dimostrazione pratica di quello che fosse il lavoro e arte di uno scriba dei tempi lontani.
Durante la seconda parte si sono susseguiti altri interventi, come quello del professor Marko Medved della Facoltà di Medicina di Fiume, che ha parlato del legame tra il glagolitico e l’Assunzione di Maria nell’ambiente ecclesiastico nel capoluogo quarnerino. La professoressa Sanja Zubčić, ha invece incentrato il suo intervento sulle caratteristiche e peculiarità del glagolitico corsivo diffuso nel territorio di Grobnico. L’antica scrittura corsiva si differenziava da zona a zona, lo ha ben precisato la professoressa Ivana Petešić Šušak del Centro di ricerca del glagolitico e del Dipartimento di Croatistica dell’Università di Zara che ha analizzato i particolari del corsivo di Sebenico.

Le sfide della digitalizzazione
L’intelligenza artificiale è la nuova frontiera da affrontare, ne hanno discusso nel loro intervento la professoressa Marijana Tomić e la professoressa Laura Grzunov dell’Università di Zara che hanno parlato di ricerca e digitalizzazione del glagolitico corsivo, ma anche delle potenzialità e dei rischi legati all’AI.
Il glagolitico è un alfabeto che non si utilizza più, ma è parte integrante della nostra storia, tanto che nel 2014 la Croazia ha dichiarato l’arte della lettura, della scrittura e della stampa in glagolitico patrimonio culturale immateriale e con l’entrata in vigore dell’euro, ha deciso che le monete da 5 centesimi sarebbero state sovrastate dalla sigla HR utilizzando questo alfabeto antico.

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