«Dante 700». Una riflessione incentrata sul valore imprescindibile della Pace

Rino Caputo ha proposto in una lezione online un’interessante chiave di lettura del poema dantesco

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«Dante 700». Una riflessione incentrata sul valore imprescindibile della Pace

Proseguono le attività culturali nell’ambito delle celebrazioni dantesche. Il secondo appuntamento online del progetto “Dante 700”, promosso dall’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, dalla Società Dante Alighieri e dal Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Zagabria e tenutosi nei giorni scorsi, ha visto la partecipazione di Rino Caputo, professore emerito presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. Intitolata “Tra Amore e Giustizia, la Pace al centro della Commedia”, la lezione ha offerto un’interessantissima chiave di lettura del poema dantesco.

 

Aspetto trascurato dalla critica dantesca

L’incontro è stato mediato dalla professoressa Katja Radoš-Perković, responsabile del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Zagabria. A introdurre la lezione online è stata la professoressa Morana Čale, dantista e docente ordinaria presso il Dipartimento di Italianistica dell’Ateneo zagabrese. Come spiegato, a partire dai “due grandi temi del poema dantesco, l’Amore e la Giustizia, capisaldi dell’impegno civile del Sommo Poeta, della sua riflessione etica, politica e antropologica sulla felicità umana in questo mondo”, il professore Rino Caputo formula una “riflessione incentrata sul valore imprescindibile della Pace”. Si tratta di una dimensione della Divina Commedia che molto spesso rimane in secondo piano nell’ambito della critica dantesca. Oltre allo scarso interesse per tale aspetto del poema, da parte dei dantisti, uno dei motivi che ha spinto lo studioso a trattare dell’argomento è “più legato alla storia della critica dantesca. Noi veniamo – ha puntualizzato – da almeno un secolo e mezzo in cui Dante, grazie soprattutto a Ugo Foscolo e alla grande lezione di Francesco De Sanctis, è diventato ‘padre della lingua’ e ‘padre della Patria’”. La critica dantesca, in seguito, si è sviluppata soprattutto grazie a Giovanni Pascoli, che a cavallo fra Ottocento e Novecento “cerca di cogliere la filigrana sotto il testo che appare in superficie della Commedia, in termini sia fonosemantici, sia tematici”, ha spiegato Caputo. “Successivamente, questo punto di vista – ha aggiunto – è degenerato, purtroppo, in una sorta di numerologia magica”, arrivando persino a essere ritenuto misterico e, di conseguenza, poco scientifico.

In un dipinto di Ippolito Flandrin, Dante, accompagnato da Virgilio, giunge in Purgatorio

Il «centro fisico» della Divina Commedia

La Pace, racchiusa tra l’Amore e la Giustizia, si situa al centro della Divina Commedia non solamente in termini di senso e contenuto, ma anche, come sostenuto dal professore Caputo, in merito alla stessa struttura fisica dell’opera. La Commedia si compone, infatti, di esattamente cento canti, che si presentano come tre coppie da 33 canti introdotti da uno proemiale. “Dante è molto legato ai numeri intesi come espressione di rapporti tra grandezze”, ha affermato il relatore. “Si tratta – ha proseguito – di una misura di un rapporto che si riflette anche nella struttura dell’intero poema”. In questo senso, il “centro fisico della Commedia” si situa intorno al canto XVII del Purgatorio, che vede il passaggio di Dante e Virgilio dalla terza cornice (degli iracondi) alla quarta (degli accidiosi). Proseguendo tale ragionamento, lo studioso individua anche il centro del canto. Il verso centrale del XVII del Purgatorio e, di conseguenza, dell’intera Commedia, è dedicato proprio al tema della Pace: da un lato, l’enjambement di “Beati // pacifici, che son sanz’ira mala!” pone al centro del poema una delle beatitudini evangeliche del Discorso della montagna di Gesù (riportato nel Vangelo secondo Matteo) e, dall’altro, “allude al peccato che si sta purgando e di cui Dante ha parlato nel canto XVI del Purgatorio, nell’incontro con Marco Lombardo”, come puntualizzato da Caputo.

Buon cittadino = buon cristiano

La dottrina dell’Amore, che diventa salvifico se sottoposto alla ragione, come nel caso di Dante, e porta al peccato se controllato dalla passione, come nel caso di Paolo e Francesca, viene costruita in modo da circondare, con i canti XVI, XVII e XVIII del Purgatorio, il verso centrale dei “pacifici”. Se l’Amore appare nella Commedia come atto divino rivolto al creato, la Giustizia si presenta come l’essenza del valore della vita terrena. È infatti importante ricordare che il periodo compreso tra il 1309 e il 1315, in cui Dante completa il Purgatorio, rappresenta, come riferito dallo studioso, “gli anni dell’illusione dantesca verso un potere imperiale inteso come un governo del mondo, armonioso”, illusione legata soprattutto alla figura di Arrigo VII. Attraverso la chiave di lettura proposta dal professore Caputo, è possibile, quindi, riconoscere nell’Amore, la Giustizia e la Pace i temi centrali dell’intero poema dantesco. “Per Dante, la Pace è la condizione necessaria per realizzare i valori fondamentali in cui crede, ovvero l’Amore come atto divino del creatore verso le creature e la Giustizia come valore fondamentale del senso finale dell’esperienza terrena”, ha concluso il relatore. “Quindi, dal punto di vista di Dante – ha aggiunto –, chi è un buon cittadino, è anche un buon cristiano”.

Al termine della lezione, è stato dato spazio alle domande e alle osservazioni dei partecipanti, che hanno offerto un loro punto di vista su quanto illustrato dal professor Caputo, tra cui Gianna Mazzieri-Sanković, direttrice del Dipartimento di Italianistica di Fiume e Tatjana Peruško, del Dipartimento di Italianistica di Zagabria. Il secondo appuntamento del programma “Dante 700”, tenutosi nei giorni scorsi, è stato preceduto dalla lezione online “Dante, la poesia della natura e il bestiario medievale”, condotta dallo studioso Giuseppe Ledda, professore associato presso l’Università degli Studi di Bologna, dove insegna “Letteratura e critica dantesca”, “Letteratura e Filologia dantesca” e “Letteratura italiana”. Come annunciato, l’ultimo appuntamento di “Dante 700” è previsto per giovedì 10 giugno di quest’anno e vedrà la partecipazione di Morana Čale.

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