Bruno Paladin e l’armonia astratta del siluro

Al Museo civico di Fiume una mostra dell’artista connazionale concepita come uno spaccato della sua trentennale carriera

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Bruno Paladin e l’armonia astratta del siluro

“L’essenza” è il titolo della mostra dell’artista connazionale Bruno Paladin allestita nel Museo civico, che può essere considerata una specie di retrospettiva in quanto annovera anche cicli di opere risalenti agli anni Novanta. Rappresenta in tal modo uno spaccato del vasto opus di questo produttivo artista fiumano. Al centro dell’interesse di Paladin sta il meccanismo del siluro, ordigno micidiale ideato e prodotto per decenni a Fiume – all’epoca in cui il capoluogo quarnerino era un rinomato centro industriale –, del quale l’artista apprezza esclusivamente l’aspetto estetico. Infatti, la mostra non si presenta come una glorificazione della funzione e dello scopo del siluro, bensì è un’elaborazione artistica dell’intricata struttura dell’ordigno e della straordinaria armonia astratta delle sue innumerevoli parti. La struttura interna del siluro è stata elevata a espressione artistica in tecniche diverse.
Gioco con i materiali
Paladin, da sempre interessato al gioco con i materiali, le texture e le tecniche artistiche, ha riprodotto alcuni particolari dei progetti originali, ossia delle raffigurazioni tecniche, di siluri custoditi nel Museo civico producendo una cartella grafica – che è l’opera centrale dell’allestimento – e piatti di ceramica con il medesimo motivo.
“Il patrimonio industriale, piuttosto i resti e i rottami storici, hanno richiamato l’attenzione di Bruno, che personalmente è stato sempre vicino all’ambiente dell’alta arte tecnica, tanto che conosce bene le vecchie storie e leggende raccontate sull’abilità e sulla maestria degli operai metallurgici di un tempo, in particolare di fonditori e tornitori dell’ex stabilimento fiumano, ossia del silurificio Whitehead – spiega il direttore del Museo civico, Ervin Dubrović, nel testo del catalogo -. […] Alcuni mesi fa, quando venne al Museo civico di Fiume, il suo interesse a esaminare i progetti del siluro mi sembrò poco promettente! Non vedevo in esso un conveniente punto di partenza per una qualsiasi modellatura creativa. I disegni sono per lo più accessibili in copie in cattivo stato, di scarso interesse, spesso scialbe e con particolari uniformi, dalle linee sottili, su carta invecchiata e ingiallita. Invece, il risultato della riprogettazione grafica è stato a dir poco sorprendente”, osserva Dubrović, aggiungendo che le sue grafiche del siluro sono le più intense e le più impressionanti, “perché in esse è stato nuovamente stabilito un perfetto equilibrio tra motivo, espressività creative e adeguate realizzazioni tecniche”.

La cartella grafica dedicata al siluro. Foto: Goran Žiković

Perfezione artigianale
I piatti di ceramica, decorati con i medesimi motivi che si trovano nelle grafiche, si presentano, invece, come oggetti di altissimo livello estetico, nei quali viene in risalto l’aspetto decorativo del motivo. Oltre che nella pittura, nella grafica e nella scultura, anche nella ceramica, alla quale si dedica intensamente da diversi anni, Paladin ha raggiunto un alto livello di precisione tecnica. La perfezione artigianale e la padronanza della tecnica artistica sono caratteristiche spiccate di questo artista, le cui opere si possono ammirare per la loro compiutezza e rifinitura, come dei “begli oggetti”, o, inoltrandoci in profondità, per il messaggio particolare che comunicano. Come rileva lo storico dell’arte Enzo Santese, Paladin disattiva la carica bellica del siluro per trasformarlo in “strumento d’arte”. “Nella sua ricerca degli anni recenti l’artista si dedica a una decostruzione della realtà, che viene poi riproposta nello spazio dell’opera secondo un progetto arbitrario di pura scansione dello spazio, con un’aggregazione dei frammenti di carta o metallo nelle combinazioni più varie”, rileva Santese.
Opere risalenti a diversi periodi
La mostra, come detto, si presenta come uno spaccato dell’opus di Paladin e annovera opere risalenti a diversi periodi della sua lunga carriera artistica che, però, in qualche modo hanno dei punti in comune con il ciclo centrale dell’allestimento, dedicato al siluro. Tra ceramiche e sculture, nonché trittici composti da disegni di imbarcazioni, schizzi di siluri e proiezioni di dipinti – uno dei più interessanti è il trittico dedicato al transatlantico Carpathia, che faceva la spola tra Fiume e New York e fu la prima nave a giungere sul luogo del tragico naufragio del Titanic – si nota l’interesse di Paladin per la decomposizione e per il gioco con il motivo, caratteristica che si nota anche nella cartella grafica dedicata al meccanismo del siluro. La curatrice del Museo civico, Ema Makarun, nota in questo contesto che “le opere selezionate confermano, ancora una volta, l’insolita vastità degli interessi nella creazione artistica di Paladin e l’abilità del suo lavoro nei diversi media”. Alcune di queste sono presentate per la prima volta al pubblico alla mostra “L’essenza”.
Il percorso espositivo rimane aperto fino al 3 novembre.

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