Antonio Smareglia, una visione personale e umana

La traduzione in lingua croata del volume, presentata a Pola, è un ulteriore importante tassello del mosaico della vita del Maestro, lasciatoci dal figlio Ariberto

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Antonio Smareglia, una visione personale e umana
Van Walstijn, Gortan-Carlin, Ostojić-Cvajner, Begić, Radošević e Vešligaj (al pianoforte). Foto: FREDY POROPAT

Un altro significativo passo nella rivitalizzazione dell’eccelso compositore polese e istriano, al tempo di fama europea e mondiale, Antonio Smareglia (Pola, 5 maggio 1854 – Grado, 15 aprile 1929). Il tutto è dovuto alla Società “Smaregliana”, che dopo lunghi anni di lavoro e ricerche l’anno scorso ha edito il libro “Život i stvaralaštvo Antonija Smareglie – iz pera Ariberta Smareglie”. Si tratta della traduzione in croato della seconda edizione del volume “Ariberto Smareglia: Vita ed Arte di Antonio Smareglia (Un capitolo di storia del teatro lirico italiano)”, nonché della lettera aperta stampata “Ariberto Smareglia: Antonio Smareglia e la sua biografia”, editi a Bellinzona e Lugano in Svizzera rispettivamente nel 1936 e 1933.

Gli ospiti
Alla presentazione del volume – un ulteriore importante tassello del mosaico della vita del Maestro, lasciatoci dal figlio Ariberto –, tenutasi nella serata di lunedì presso la chiesa-galleria “Sacri cuori”, in clivo De Ville a Pola, hanno preso parte la critica d’arte e vicepresidente della “Smaregliana”, Gorka Ostojić-Cvajner, la musicologa e pedagogista musicale nonché curatrice editoriale, Ivana Paula Gortan-Carlin, la traduttrice e giornalista Vanesa Begić (ha tradotto l’intero volume a parte i primi due capitoli, scritti in croato dalla prof.ssa Maša Jerin), la musicologa e presidente della Società, Julijana Ličinić van Walstijn, nonché lo storico Milan Radošević. La serata letteraria è stata il primo appuntamento dell’anno dei grandi giubilei legati ad Antonio Smareglia, ossia il 170esimo anniversario della nascita e il 95esimo dalla scomparsa. Seguiranno l’apertura di una mostra documentaristica il 3 maggio nel Teatro Popolare Istriano a Pola dove il 5 maggio, nell’ambito della Giornata della Città di Pola, verrà proposta, in coproduzione con il Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume, la celebre opera “Le nozze istriane” (proposta per la prima volta sempre al teatro polese e in quello di Osijek nel lontano 1994). Nel corso dell’anno inoltre sono previste diverse altre manifestazioni (convegni, relazioni, concerti ed altro), però le stesse saranno illustrate in seguito.

Julijana Ličinić van Walstijn, Vanesa Begić e Ivana Paula Gortan-Carlin accanto al manifesto dell’evento.
Foto: FREDY POROPAT

Un’opera fedele e precisa
Ritornando alla presentazione, Ostojić-Cvajner ha ricordato che è inaccettabile, vista la grandezza del Maestro, svolgerla ancora in una zona per lui non idonea, che sarebbe la (si spera) futura Casa – museo con l’attuale Sala memoriale “Antonio Smareglia”, ubicata al civico 3 di vicolo Augusto, allargata al piano superiore. “Dopo molti desideri ed esperienze – ha spiegato – non si può fare mai abbastanza per omaggiare al meglio questo nostro compositore unico per l’eccellenza. La Società ‘Smaregliana’ da anni sta facendo il possibile, con molta decisione, rispetto e persistenza per ripercorrere la vita e l’opera del compositore, e questo libro è un segmento della sua biografia, fatto in modo accurato, fedele e preciso”, così Ostojić-Cvajner. “Il libro è suddiviso in tre parti – ha preso la parola Gortan-Carlin – ossia l’introduzione dello storico Mihovil Dabo con l’illustrazione di Pola nel periodo in cui Smareglia viveva, una che presenta una breve biografia su Smareglia, e una dello storico Milan Radošević, che si è soffermato sulle circostanze in cui è stata scritta la lettera aperta al senatore Giorgio Pitaccu, podestà di Trieste”.

Delusioni e ingiustizie
La seconda parte, che è la principale, è la traduzione in croato del libro “Vita ed arte di Antonio Smareglia” del figlio Ariberto, che si trova nella Biblioteca universitaria a Pola e comprende dodici capitoli. In forma di diario Ariberto descrive la vita del padre, sia dalla parte artistica che da quella difficile vissuta dall’intera famiglia, che gli era sempre accanto. Leggendo il testo di Ariberto si può osservare la delusione, l’amarezza e l’ingiustizia nei confronti di suo padre, per motivi vari impossibilitato a presentare pubblicamente le sue opere capolavoro. Il che ha portato al fallimento finanziario e alla dura vita dell’intera famiglia. Ad ogni modo, stando a Gortan-Carlin, alcuni dettagli forniti da Ariberto possono servire quali spunti di ulteriori ricerche in merito alle ascese e alle ricadute, nonché per la reinterpretazione della vita e dell’opera di Antonio Smareglia.

Un testo molto complesso
La terza parte del volume, come succitato, porta la traduzione della lettera scritta “Antonio Smareglia e la sua biografia” del ‘93, e che a sua volta si trova nella Biblioteca universitaria. Da parte sua Begić ha puntualizzato che il testo di Ariberto Smareglia a volte non era semplice da tradurre e allo stesso tempo complicato, a partire dal fatto che non era scrittore di professione. Era un figlio che amava enormemente il padre, conscio di quanto era interessante, e quanto era difficile il suo percorso di vita. “Questo libro è un prodotto per conoscere meglio Smareglia dalla prospettiva personale e umana”, è stato il pensiero della traduttrice, la quale non ha mancato di ringraziare la vicepresidente esecutiva della “Smaregliana” Anita Sponza, iniziatrice del progetto nel 2018. “Antonio Smareglia aveva un carattere molto difficile – a detta di van Walstijn – ha trascorso una vita dura, con diverse tragedie che lo hanno colpito, ha passato la povertà ma allo stesso tempo ha ottenuto dei successi formidabili. Il libro è stato molto difficile da tradurre e adattare, tra l’altro con l’intervento di esperti storici. Possiamo definirci contenti per aver compiuto questo passo, però quello principale e il più importante è quello di inaugurare finalmente la Casa – museo di Antonio Smareglia”. La serata è stata arricchita da alcuni brani di Smareglia proposti dal giovane pianista polese Sandro Vešligaj.

Il pubblico nei “Sacri cuori”.
Foto: FREDY POROPAT

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