«Anna Bolena», una nuova dimensione (foto)

«Ivan de Zajc». L'opera di Donizetti, messa in scena dal rinomato mezzosoprano fiumano Diana Haller, è stata arricchita da elementi che assicurano un'atmosfera sognante

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«Anna Bolena», una nuova dimensione (foto)
Foto: Drazen Šokčević/Teatro Zajc

La stagione lirica al Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume è iniziata in maniera ambiziosa, con una delle maggiori opere del belcanto italiano, l’“Anna Bolena” di Gaetano Donizetti, allestita per la prima volta da un teatro croato. La tragica storia della regina inglese e seconda moglie di Enrico VIII, Anne Boleyn, è stata messa in scena dal rinomato mezzosoprano fiumano Diana Haller, mentre l’Orchestra sinfonica di Fiume è stata diretta dal Maestro Ville Matvejeff, ben noto al pubblico fiumano, memore dei successi che ha conseguito negli anni passati con la succitata orchestra.

Nel 1830 il debutto
L’opera venne composta da Donizetti per il Duca Pompeo Litta, responsabile del Teatro Carcano di Milano, per inaugurare la stagione di Carnevale 1830-1831. Il libretto fu scritto da Felice Romani, che attinse a diverse fonti letterarie, mentre l’opera debuttò a Carcano il 26 dicembre 1830, con uno straordinario successo. Nonostante il fortunato debutto, nel corso dei decenni l’opera venne rappresentata sempre meno: in Italia il suo ultimo allestimento nel XIX secolo si ebbe nel 1877 al Teatro alla Scala. L’interesse per questo melodramma si riaccese dopo la Seconda guerra mondiale, più precisamente nel 1947, quando venne allestito al Gran Teatre del Liceu di Barcellona in occasione del centenario dell’inaugurazione del teatro (questa era stata infatti la prima opera messa in scena in quella sede nel 1847). Successivamente, l’opera venne allestita al Teatro Donizetti di Bergamo nel 1956, mentre l’esecuzione più celebre risale al 1957 alla Scala di Milano, con Maria Callas nel ruolo di Anna Bolena.

La tragica sorte della protagonista
La trama di “Anna Bolena”, ambientata nel 1536, racconta le vicende che portarono alla tragica sorte della seconda moglie del più famoso re d’Inghilterra, la quale venne accusata di tradimento e decapitata il 19 maggio dello stesso anno. Enrico VIII è innamorato di Giovanna Seymour (Jane Seymour) e desidera trovare un pretesto per liberarsi di Anna, che tra l’altro non è riuscita ad assolvere il compito principale delle regine del passato, quello di partorire figli maschi. Gli ha dato, però, la figlia Elisabetta, la futura regina d’Inghilterra. Il fratello di Anna, Lord Rochefort, convince Anna a incontrare Riccardo Percy, il suo vecchio amore che abbandonò per Enrico, al fine di rasserenarlo e impedire che commetta qualche pazzia per amore di Anna. Enrico sa che i due provano ancora dei sentimenti reciproci ed egli ne approfitta per accusare Anna di tradimento, giustiziarla e sposare Giovanna. Nella vicenda viene coinvolto anche Smeton, il paggio segretamente innamorato di Anna, che confessa mentendo che ella ha tradito il re, in quanto Enrico gli aveva promesso di risparmiare la vita della moglie. Giovanna è tormentata dai sensi di colpa per aver involontariamente causato la disgrazia di Anna Bolena, ma diventa comunque regina. Anna viene travolta dal dolore, perde il senno e viene condannata a morte assieme a Smeton, Rochefort e Percy, che vengono accusati di aver preso parte al tradimento.

Personaggi e vicende nuovi
La regia di Diana Haller aggiunge alla trama dell’opera una nuova dimensione, in quanto nella storia vengono introdotti dei nuovi personaggi e altre vicende, che hanno avuto un ruolo importante negli eventi del 1536, mentre al contempo vengono rappresentati gli eventi futuri, verificatisi nel 1587. Come spiegato da Diana Haller, il passato e il destino tragico di Anna Bolena sono rappresentati attraverso gli occhi di Elisabetta I Tudor, figlia di Anna, e i ricordi del paggio Smeton. La regista ha deciso di includere nell’allestimento anche un monologo del dramma “Maria Stuart” di Schiller, eseguito con verve a sipario calato da Leonora Surian Popov nei panni di Elisabetta I, con il quale inizia lo spettacolo.
La scenografia, firmata da Alan Vukelić, con le luci di Dalibor Fugošić, è parte integrante della trama in quanto riproduce gli interni della corte di Enrico VIII, mentre al secondo piano, per tutta la durata del primo atto, Elisabetta I (Leonora Surian Popov) è intenta a ricordare le vicende che hanno coinvolto sua madre Anna. In questo allestimento, la scenografia non ha soltanto il compito di fornire un’ambientazione alla trama, bensì nella scena di Anna Bolena e Giovanna Seymour del secondo atto, in cui la dama di corte rivela di essere la donna di cui Enrico è innamorato, la scenografia diventa simbolo dell’angoscia e dello shock che colpiscono Anna, in quanto improvvisamente – nel momento più drammatico – questa si spacca a metà. Dal punto di vista della regia, un’atmosfera sognante è stata ottenuta nella scena delle allucinazioni di Anna, nella quale si è inserita bene la canzone “Home sweet home” cantata da Leonora Surian Popov. Molto belli e colorati i costumi di Sandra Dekanić, che si ispirano alla moda del XVI secolo.

Interpretazioni riuscite
La melodiosa musica di Donizetti è tutta un vortice di passioni ed emozioni e offre grandi possibilità espressive agli interpreti. Anamarija Knego nei panni di Anna Bolena ha colto quest’opportunità ed è stata convincente nel ruolo della sfortunata regina. Il soprano fiumano è sempre affidabile, sebbene dal punto di vista vocale ci è sembrato che si fosse spinta fino ai limiti delle sue possibilità. Si è destreggiata molto bene nelle impegnative e brillanti arie, offrendo un’interpretazione particolarmente riuscita nel duetto del secondo atto “Va’ infelice a teco reca” assieme a Michaela Selinger nei panni di Giovanna, nonché nell’aria finale “Coppia iniqua”.
È stato un re Enrico VIII imponente e vocalmente sicuro il basso Mariano Buccino, che vanta una voce robusta e pastosa. Assieme a Michaela Selinger, ha eseguito con bravura il duetto “Tutta in voi la luce mia” di Giovanna ed Enrico. Espressiva e piena di rimorso Michaela Selinger nel ruolo di Giovanna Seymour, mentre il tenore Massimo Frigato nei panni di Riccardo Percy non è riuscito a imporsi con la sua voce un po’ troppo “sottile”, sebbene abbia presentato un’esecuzione emotiva del suo ruolo. Ha però conquistato il pubblico, che lo ha tributato con un prolungato applauso a scena aperta, il controtenore Franko Klisović con la sua sentita interpretazione dell’aria “È sgombro il loco”, in cui ha dimostrato un grande controllo della voce nell’esecuzione della dinamica. A Klisović è andato anche l’applauso più forte alla fine dello spettacolo. Hanno partecipato anche Slavko Sekulić (Rochefort), Sergej Kiselev (Harvey), l’attrice Ivna Bruck (Maria I) ed Emily Surian Popov nei panni della piccola Elisabetta I.
Ha fatto molto bene il Coro dell’Opera, soprattutto la sezione femminile nel coro delle dame di corte, istruito da Matteo Salvemini, mentre l’Orchestra sotto la direzione del Maestro Ville Matvejeff ha offerto un solido sostegno ai solisti, senza “coprirli” nei segmenti più concitati e drammatici. Maestro concertatore è stata Katarina Kutnar.
Ci ha sorpreso, però, il fatto che all’inaugurazione della stagione lirica, un momento importante nella vita culturale della città, la platea sia stata tutt’altro che piena, con quasi un terzo di posti rimasti vuoti.

Franko Klisović.
Foto: Drazen Šokčević/Teatro Zajc
In centro Diana Haller.
Foto: Drazen Šokčević/Teatro Zajc
Anamarija Knego.
Foto: Drazen Šokčević/Teatro Zajc
Emily Surian Popov e Franko Klisović.
Foto: Drazen Šokčević/Teatro Zajc
Michaela Selinger e Anamarija Knego.
Foto: Drazen Šokčević/Teatro Zajc

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