Zecche infestanti. Al via uno studio

L’obiettivo è quello di ottenere un quadro più completo sulla diffusione di questi parassiti in Regione

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Zecche infestanti. Al via uno studio

Parchi, boschi, aree ricche di fitta vegetazione ed erba alta sono i luoghi dove, solitamente da maggio a ottobre, si potrebbero incappare sulle zecche. Piccoli parassiti di molti animali e dell’uomo che possono trasmettere alcune malattie, come quella di Lyme (Borreliosi), la rickettsiosi, l’anaplasmosi e l’encefalite da zecca (TBE), la cui incidenza, negli anni è andata via via aumentando, in alcuni casi con conseguenze molto serie per la salute umana. Fortunatamente, fino a oggi, in Istria non sono stati registrati casi di infezioni trasmesse all’uomo da questo piccolo artropode. Tuttavia, l’Istituto di salute pubblica della Regione istriana ha ritenuto opportuno avviare uno studio più approfondito sulle specie di zecche infestanti presenti in Istria.

 

 

Un programma biennale
L’obiettivo è ottenere un quadro quanto più completo sulla diffusione di questi parassiti e dei patogeni che possono essere veicolati da questo artropode. Il progetto è stato presentato ieri mattina da Maja Cvek e Nediljko Landeka, del Dipartimento di disinfezione, disinfestazione e derattizzazione dell’Istituto di salute pubblica. Al loro fianco era presente Graciano Prekalj, capo del Dipartimento agricoltura della Regione istriana e presidente dell’Associazione venatoria dell’Istria, i due principali finanziatori del programma di ricerca sulla diffusione delle zecche in Istria. Programma che sarà portato avanti per i prossimi due anni. O almeno questo è quanto rilevato da Maja Cvek, la quale ha evidenziato come la diffusione delle singole specie di zecche sia legata principalmente a fattori climatici, ma anche alla deforestazione e alla crescente urbanizzazione.

Graciano Prekalj, Maja Cvek e Nediljko Landeka

“Al mondo esistono oggi circa 800 specie di zecche. In Europa si distinguono più o meno una ventina di specie diverse. In Istria sono invece due le specie più presenti”, ha spiegato la responsabile dell’Istituto di salute pubblica, aggiungendo che l’obiettivo principale dell’iniziativa è ottenere un quadro più completo sulla diffusione di questi parassiti, ma anche capire quale potrebbe essere l’eventuale ruolo delle zecche “istriane” nella trasmissione di patogeni all’uomo.

I rischi per l’uomo
Una delle finalità del progetto è riuscire a capire quali rischi potrebbero correre l’uomo, gli animali domestici e quelli selvatici se morsi da questo piccolo parassita che, come spiegato da Nediljko Landeka, riesce a percepire la presenza dell’ospite già a una distanza di 100 metri. “Sono in grado di localizzarlo grazie all’ausilio di recettori che gli permettono di percepire la presenza di odori, temperatura, sostanze chimiche come ad esempio l’anidride carbonica oppure sostanze emesse con l’alito o il sudore dell’ospite” ha illustrato Landeka, spiegando che non appena riescono, durante il passaggio di un animale ad attaccarsi al loro pelo, oppure al vestiario o alla pelle dell’uomo, sono in grado di cercarsi con tranquillità un posto ideale dove ancorarsi. Per questo motivo, l’esperto ha suggerito a chiunque dovesse uscire nei boschi o in un prato per una passeggiata di indossare indumenti lisci.

L’aiuto dei cittadini
La parola è stata poi nuovamente ceduta a Maja Cvek, la quale ha annunciato che il progetto sarà esteso anche ad altri partner. “Includeremo nel nostro studio alcune grandi società del comparto turistico. Potremo quindi stabilire se nelle loro strutture all’aperto, come i villaggi turistici e i campeggi, sono presenti zecche. Naturalmente, chiederemo anche l’aiuto dei cittadini, che potranno segnalarci le aree di maggiore diffusione delle zecche e, perché no, portarci alcuni esemplari da esaminare”. Maja Cvek ha voluto precisare che le zecche dovranno essere consegnate vive all’Istituto di Salute pubblica. “Per farlo basterà chiudere la zecca in un barattolo di vetro o di plastica, aggiungendo al suo interno qualche filo d’erba o un batuffolo di cotone bagnato. Questo perché le zecche necessitano d’umidità per sopravvivere”, ha detto la responsabile del progetto, che ha invitato i cittadini interessati all’argomento a visitare la sezione dedicata all’iniziativa sul sito internet dell’Istituto di salute pubblica della regionale www.zzjziz.hr.

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