Una monografia per la storia: «Dalla Leonardo da Vinci alla Dante Alighieri»

Alla SMSI polese presentata l’opera che racconta il percorso dell’istituzione

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Una monografia per la storia: «Dalla Leonardo da Vinci alla Dante Alighieri»
Le professoresse Marisa Slanina e Silvana Wruss tra gli ospiti d’onore. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Un grande puzzle di contenuti importanti costruisce ora quella che è una stupenda immagine stampata della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” di Pola per ripercorrere la storia e le storie della formazione in lingua italiana dal Dopoguerra a questa parte, con particolare accento sulle attività più attuali, ma soprattutto per esibire con orgoglio una comunità scolastica fortemente resiliente, che conserva sempre saldamente e nutre con piena devozione le radici della lingua e della cultura italiana nell’odierno contesto di convivenza e tolleranza territoriale. Con un’opera monografica da 200 pagine, un’accurata veste grafica e abbondanza di immagini fotografiche racchiuse in belle copertine laccate, la scuola si è messa in gioco e dimostrato di saper compiere una scelta dall’elevato pregio pedagogico: quella di raccontare e di raccontarsi fino ad esibire un quadro fedele e unico di come abbia resistito, si sia fatto valere e come sia cambiato il sistema scolastico italiano di Pola nel tempo, ponendo una più spiccata attenzione all’ultimo ventennio. Ogni contributo dell’opera “Dalla ‘Leonardo da Vinci’ alla ‘Dante Alighieri’”, presentata ieri pubblicamente nella hall della scuola, è una voce irripetibile nella quale si ascolta il respiro di un collettivo, di generazioni e generazioni di docenti e di allievi che si sono dati e si stanno dando il cambio in queste aule. È la storia, è la realtà presente della Comunità nazionale italiana tutta, che nelle proprie scuole ha saputo investire le sue migliori risorse.

Anni di lotta e di crescita
Hanno festeggiato la monografia in tanti, ieri a mezzogiorno in punto, per salutare una presenza collettiva di prima e di adesso, che ha saputo e continua a farsi valere con orgoglio e dignità. A prendere posto meritatamente in prima fila si sono viste due dirigenti scolastiche che assieme, susseguendosi in un ruolo di somma responsabilità, hanno contrassegnato un quarantennio di vicissitudini scolastiche: Debora Radolović, l’attuale, industriosa e sempre intraprendente preside della SMSI e Claudia Millotti, che l’ha preceduta negli “anni di lotta” per la nascita e la conquista di una garanzia del futuro per la “Dante”. Assieme a loro, Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, Jessica Acquavita, vicepresidente in quota CNI della Regione istriana, Bruno Cergnul, vicesindaco, sempre in quota CNI, della Città di Pola, nonché Luana Moscarda, che ha curato la realizzazione della monografia (con revisione dei testi di Eliana Moscarda Mirković), firmata da tutta una sala insegnanti: ben 25 autori, tutti proff. della Dante. Questa che si è tradotta in una giornata celebrativa della scuola, con momenti di incontro tra proff. e dipendenti di oggi e di ieri, di intermezzi musicali offerti dagli allievi, di brindisi e di convivialità, è partita da parole di riconoscenza rivolte dalla preside Debora Radolović a tutti coloro che hanno dato forma al volume, ripercorrendo i tratti salienti dell’istituzione; a Claudia Millotti, che per prima ha reso fattibile una scuola, una comunità e una famiglia, all’UI che mai ha mancato di credere nella medesima, alla Repubblica d’Italia e tutti quanti che attraverso particolari meccanismi operano per il bene della CNI. “La Dante Alighieri – ha affermato con convinzione e approvazione dei presenti – è una comunità accogliente, con un collegio competente, in cui sono cresciuta professionalmente e umanamente. Se mi guardo indietro, non posso che essere orgogliosa di quanto realizzato in questo tempo, delle sfide affrontate, degli obiettivi perseguiti, dei risultati raggiunti. Certamente non sono mancati errori, incertezze e dubbi… Anche questi sono stati stimolo e incentivo per cercare di fare meglio. La funzione primaria che la nostra scuola ha è quella di soddisfare le necessità vicine alla minoranza e in primo luogo curare, mantenere e affermare la lingua, la cultura, la civiltà italiana e, allo stesso tempo, assolvere i compiti comuni a tutte le scuole. Alla Dante si promuove la tolleranza e si sconfiggono i pregiudizi, si insegna che l’umanità ha interessi comuni che vanno oltre i confini geografici, le etnie, le religioni e che collaborare è più importante che competere”.
Il discorso è proseguito all’insegna del collocare su piedistallo il valore dell’educazione, della formazione, del ruolo della scuola, dei percorsi della conoscenza, degli ambienti scolastici che offrono opportunità di relazione e di vita, di acquisizione di valori etici e abilità sociali. Non si è mancato di smentire i giovani del XXI secolo tra i quali si è diffusa la convinzione, anche latente, dell’inutilità della scuola e dello studio stesso, opponendo a tanto il dato di fatto per cui la società riconosce allo studio tanti meriti, mentre la scuola fornisce all’individuo i pregi della formazione didascalica, dell’educazione, della crescita personale e professionale. La Dante, dunque, cerca di investire in tutto questo con il proprio corpo docenti composto da molti suoi ex allievi, che per insegnare mettono in campo i propri requisiti culturali, pedagogici e umani. In conclusione d’intervento la citazione di Marianne Williamson che vuole incoraggiare il presente e il futuro”: “In ogni comunità c’è del lavoro da fare. In ogni nazione, ci sono ferite da sanare. In ogni cuore c’è il potere di farlo”.

Caparbietà collettiva
All’augurio di lunga vita alla Dante si è associato quindi il vicesindaco Bruno Cergnul, portando i complimenti personali e della Città per l’importanza e l’eleganza del volume che si auspica venga letto da tanti con molto interesse, mentre la vicepresidente della Regione istriana Jessica Acquavita si è resa portavoce delle congratulazioni della Regione, sottolineando la disponibilità della medesima a supportare le istituzioni, soprattutto scolastiche della CNI in collaborazione con l’UI. Qui l’invito di andare fieri della nostra storia e della nostra scuola che si racconta in un contesto spesso non facile. A seguire, Maurizio Tremul ha dato menzione onorevole ai singolari e significativi ricordi, ai momenti educativi, culturali, sociali, politici di straordinaria importanza che ci legano alla Dante, che come tale rappresenta “il più grande investimento nell’infrastruttura scolastica che l’Unione Italiana in collaborazione con l’UPT abbia mai realizzato”. In questo contesto, non è potuto mancare il ricordo della posa della prima pietra di questo edificio, in presenza del presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro; dell’inaugurazione avuta assieme ai Presidenti italiano, Carlo Azeglio Ciampi e croato, Stjepan Mesić; dell’immane fatica messa in campo per arrivare a quel risultato, dei problemi, dei timori e delle energie che hanno aperto la strada del futuro e del poter attestare oggi in una monografia; una bella realtà di vita scolastica. Rinnovando tante parole di riconoscenza a Stati (italiano e croato), Regioni (Istriana e Friuli Venezia Giulia), all’UPT, all’elementare “Giuseppina Martinuzzi”, all’onorevole Furio Radin, a Claudia Millotti, ha sottolineato che tutto è stato un frutto di un indefesso lavoro di singoli e caparbietà collettiva. Qui l’augurio di continuare a fare formazione e educazione alla convivenza e al rispetto della diversità, a inseguire “virtute e canoscenza”.

Un’ammiraglia da amare
L’evento di promozione ha raggiunto l’apice con l’intervento di Claudia Millotti, che espressi i complimenti a Debora Radolović per l’orgoglio e la perseveranza con cui porta avanti la scuola, ha letteralmente fatto estrarre il fazzoletto dalle tasche degli astanti e appassionare alla storia ripercorsa dopo sincera ammissione di… colpa. “Confesso di aver amato questa scuola, amata come una seconda casa, come una seconda famiglia. È stato davvero difficile riuscire a separarsi da una scuola che era diventata un modo di vivere. Un amore, il mio, iniziato molto prima del ruolo che ho svolto in seguito come preside. Ho attraversato tutta la verticale di una scuola italiana che da scuola di maggioranza è diventata di minoranza, di una scuola che ha una storia molto complessa come complessa è la storia di Pola. Io l’ho vissuta tutta questa storia, come bambina alla prima classe dell’elementare della ‘Dante Alighieri’, allora ubicata nell’omonima piazza, nel 1946 – ultimo sospiro di una Pola italiana…” E via (ri)attraversando un cammino che combacia con i trascorsi di tutta una comunità italiana, di allievi della “Leonardo Da Vinci”, di allievi raminghi rimasti orfani di una propria scuola, dell’autonomia didattica, politica e pedagogica. Ha fatto davvero bene ripercorrere fatti e situazioni passate raccontati dalla viva voce di Claudia Millotti, terapeutico al fine di superare i traumi subiti, prima di raggiungere memorabili traguardi, la conquista di una scuola “Era come se fossimo passati da un barcone che faceva acqua da tutte le parti a una nave ammiraglia. Eravamo circondati, frastornati, immersi, nella bellezza luminosa degli ambienti(…) Erano cancellati a colpi di spugna anni di provvisorietà e incertezze, dimenticata la lunga marcia di avvicinamento al sogno fortemente voluto. Ci siamo sentiti protagonisti di una favola conclusasi felicemente”. Guardare indietro per guardare avanti: è il motto offerto da Claudia Millotti con invito “a curare il nostro bene più prezioso, il patrimonio linguistico, dialetto e lingua, che hanno sempre convissuto, ambedue origine e fonte del nostro sentimento etnico-nazionale e culturale italiano. Sono idiomi che vivono a contatto con gli idiomi croati nel rispetto della diversità e che insieme hanno plasmato l’inconfondibile stile di vita istriano”. Il discorso è terminato con il messaggio agli alunni e ai docenti: “La scuola è per voi, la scuola è vostra. Vi chiedo una cosa sola: amatela tanto e portatevi questo amore nella vita (…) Perciò una volta Dante Alighieri, per sempre Dante Alighieri”.

Un cimelio della «Leonardo da Vinci»
Un simpatico saluto con lo squillo del campanello “manuale”, unico cimelio sopravvissuto della vecchia e cara “Leonardo da Vinci”, ha dato il cambio alla presentazione della monografia da parte della curatrice Luana Moscarda. Come visto e sentito, il volume si apre con le interviste alle presidi Millotti e Radolović, cui fa seguito la parte dedicata alla storia della scuola, ieri spiegata dall’autore Mauro Bortoletto; la presentazione degli attivi professionali, degli indirizzi di studio, dei progetti scolastici realizzati dalla Dante negli ultimi vent’anni. Qui inclusi un contributo sulla figura di Dante Alighieri, tante persone e avvenimenti, i nomi dei dipendenti, i tanti pensieri e messaggi degli allievi, la storia in bianco e nero, le immagini a colori della realtà attuale: cerimonie solenni, uscite didattiche, progetti, successi alle competizioni, balli dei maturandi i momenti più significativi che hanno caratterizzato le due decadi di questa scuola che si ritiene degna di essere amata.

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