Sergey Ryazansky: «Visti dallo Spazio»

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Sergey Ryazansky: «Visti dallo Spazio»

“Non sono mai stato in Croazia, ma ho visto tante volte il vostro Paese dallo Spazio. Devo dire che abbiamo un pianeta bellissimo, che siamo chiamati a conservare, tutelare per viverci in pace e la stazione internazionale allestita nel cosmo rappresenta un ottimo esempio di come gli uomini di diverse nazioni e sistemi statali possano collaborare magnificamente e risolvere con successo questioni molto difficili e complesse”: parole del cosmonauta Sergey Ryazansky, uno dei pochi eletti che hanno avvicinato le stelle raggiungendo le distese dell’Universo. È probabilmente difficile trovare un adulto che nell’infanzia non abbia talvolta sognato di visitare l’immensità che circonda la Terra, mentre è assai rara l’occasione di incontrare dal vivo un astronauta, testimone di esperienze uniche e inconfondibili. Ieri mattina, Pola si è svegliata “spaziale” a tutti gli effetti davanti al suo Centro per le ricerche nel cosmo annesso alla Scuola industriale-artigianale. La Settimana della cosmonautica (12-18 aprile), è culminata ospitando un vero e proprio protagonista dei voli nell’infinito, che a fianco del busto di Jurij Gagarin, primo esploratore verso l’ignoto (12 aprile 1961), si è dimostrato disponibile a togliere la curiosità di tanti presenti all’incontro promosso dalla Società di astronomia di Vidulini. Il suo presidente, Marino Tumpić, ha ceduto la parola ai mass media presenti per porre domande scontate, ma altrettanto spontanee per i comuni mortali che non avranno mai il privilegio di provare l’avventura nello Spazio. Cosa si prova? “È una sensazione magnifica, che in effetti corona l’eterna ambizione della natura umana di poter volare e fa vivere con eccitazione un traguardo raggiunto dopo decennali intensi preparativi”. Paura? “Come dicono i nostri psicologi, chi non ha paura è un cliente per lo psichiatra”. L’ultima volta che Sergey Ryazansky è stato nello Spazio era nel 2017 e ora si è concesso una pausa, mentre non esclude un nuovo viaggio. A proposito di sbarchi su Marte, ritiene che questi rappresentino il nostro futuro, che egli spera di poter vivere di persona. È ormai da decenni che non vi sono stati grossi investimenti nella ricerca dello spazio… “Negli ultimi tempi – dice – numerose compagnie sono entrate nel campo della cosmonautica e sono convinto che le stesse imprimeranno un ulteriore impulso allo sviluppo del settore. Presto vedremo sviluppare il turismo cosmonautico e l’attività da laboratorio nello Spazio. Tra un lustro, le navicelle spaziali di proprietà privata inizieranno sicuramente a imbarcare i primi turisti ed è importante che questa rischiosa industria sappia mettere in campo una tutela adeguata delle vite umane”. Come fanno i familiari a sopportare il soggiorno nel cosmo di un componente la famiglia? “Da noi si dice che in ogni famiglia che si rispetti non ci dev’essere più di un idiota. Nel caso della mia, questo ruolo è già occupato”. Infine, ai giovani un messaggio: sognare avventure nell’Universo è lecito, perché a volte possono trasformarsi in vere realtà del settore aerospaziale.

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