Un museo in fondo al mare di Medolino

La locale insenatura di Bijeca come pure la Debeljak di Promontore nascondono tracce ricche di storia

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Un museo in fondo al mare di Medolino

Correva l’anno 2014 e i sommozzatori dell’Associazione medolinese Eko more, nemmeno si sognavano di poter diventare esperti in materia di archeologia subacquea, degni collaboratori del Museo archeologico istriano. Tutto era cominciato grazie alla bora e allo scirocco, venti che avevano contribuito a mischiare e smuovere i fondali dell’insenatura di Bijeca, la più grande e affollata spiaggia sabbiosa di Medolino. Facendo pulizia dall’immondizia abbandonata come souvenir della precedente stagione turistica, si erano accorti dell’insolita presenza di muretti in pietra con inseriti elementi in legno. Intuito ha fatto sì di collocare delle boe galleggianti per segnalare il punto esatto del ritrovamento. Il giorno dopo a precipitarsi sul posto furono gli archeologi Ida Končani Uhač e Marko Uhač, dell’Ufficio ministeriale per i restauri. Non fu che l’inizio di una campagna d’indagine archeologica che continua ancora nel 2021 e che proseguirà anche negli anni a venire.

L’indagine nei fondali dell’insenatura di Bijeca

Siti sottomarini inesplorati
La storia di Visola, alias Penisola o Isola del vescovo e i suoi fondali rappresentano soltanto un tassello importante del passato antico-romano di cui il Comune di Medolino può farsi vanto. Tale è il patrimonio individuato sotto i banchi di sabbia di altre zone costiere e tali sono le segnalazioni che proverebbero l’esistenza di siti sottomarini ancora inesplorati, da rendere tutto oggetto di una degna presentazione. La storia degli importanti risultati del progetto di ricerca archeologica nei fondali del Comune Medolino e della splendida e spontanea cooperazione nata tra gli archeologi, i sommozzatori e i pescatori del luogo, viene raccontata nella brochure “Un museo in fondo al mare”. La pubblicazione realizzata dall’Associazione Eko more, che raccoglie gli interventi di Ida Končani Uhač e di Lucio Lorencin, a nome dell’équipe dei sub, ha visto l’altro giorno la sua presentazione al Centro multimediale 3MC di Medolino.

Dentro al canale delle antiche saline

Mete di escursionisti
Oltre a porre in primo piano il ruolo rilevante svolto dai sub e la loro sensibilità nei confronti del patrimonio storico-archeologico e della tutela dell’ambiente marino, la brochure presenta le scoperte compiute che nelle acque di Medolino sono già diventate meta di escursioni, visite guidate e immersioni subacquee organizzate a bordo di battane. È un fatto indubbio che il Comune saprà investire nella tutela del proprio patrimonio e nell’irrinunciabile promozione turistica. Tanto più perché non ha voluto aspettare tempo. Avendo subito riconosciuto l’importanza della ricerca avviata dal Museo archeologico istriano di Pola, nel corso degli ultimi 8 anni ha stanziato 233mila kune a favore delle indagini archeologiche subacquee. La pubblicazione di Eko more fa scoprire un passato romano-medolinese ancora inedito ai più: le insenature di Bijeca soprattutto e quella di Debeljak a Promontore. Sta di fatto che quelle strane strutture spuntate dai fondali sabbiosi altro non erano se non le testimonianze di un vasto complesso di produzione risalente al periodo che andava dal I secolo A.C. al IV secolo D.C. Gli archeologi parlano dell’esistenza di saline, di impianti di lavorazione delle olive e di produzione dell’olio, compresi elementi che indicano tracce di vivai di pesci. Per l’insenatura di Debeljak, invece, c’era voluto l’intervento degli esperti degli istituti francesi di Marsiglia, chiamati ad esaminare uno scafo del IV-V secolo, lungo 14 metri e mezzo, con ricerche al radio carbonio e analisi dendrologiche.

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