Rovigno. Una nuova veste per la «Casa della batana»

I lavori di ristrutturazione dell’Ecomuseo iniziati nel novembre del 2019 dovrebbero concludersi entro la metà di giugno

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Rovigno. Una nuova veste per la «Casa della batana»

All’Ecomuseo “Casa della batana” di Rovigno, entro la metà di giugno, dovrebbero terminare i lavori di ricostruzione iniziati nel novembre del 2019, per poi riaprire al pubblico. Effettuati tutti i previsti interventi edili, nonché la sostituzione dell’impianto elettrico, di quello idrico e degli infissi, attualmente è in corso l’arredo degli interni e l’installazione di moderni impianti multimediali, che ne arricchiranno l’offerta.
Da quanto asserito dalla direttrice della “Casa della Batana” Nives Giuricin, i contenuti video-digitali sono già stati preparati mentre è in fase d’elaborazione un’applicazione mobile che consentirà di accedere a numerosi contenuti digitali in diversi punti strategici della città. “Si tratta di filmati inediti, che ritraggono scene tradizionali della Rovigno degli anni ’20 e ’30, alla cui realizzazione hanno partecipato anche la SAC Marco Garbin e la filodrammatica della Comunità degli Italiani”. In quanto all’app mobile, al di là dei contenuti audio-visivi, essa permetterà agli utenti di intraprendere una passeggiata virtuale attraverso la tradizione e i costumi della Rovigno d’epoca, in modo da poterli avvicinare anche alle generazioni più giovani.

 

Il valore totale del progetto ammonta a circa 2,5 milioni di kune, stanziati in parte dal Ministero della Cultura e in parte tramite due progetti europei: il “Culturecovery Interreg Centraleurope” e l’”Arca Adriatica interreg Italy – Croatia”. Con i fondi europei si è provveduto all’acquisto di una parte delle attrezzature, ai dispositivi multimediali e al design grafico, mentre i finanziamenti ministeriali saranno utilizzati, insieme a un mutuo, per l’allestimento di un Centro interpretativo e di un nuovo “spacio” in via Arno Longo.

Le aspettative dell’Ecomuseo non possono che essere propiziatorie, in quanto, come dice la direttrice Nives Giuricin, questo progetto proverà che quello rovignese è un passo avanti rispetto agli altri Ecomusei operanti sul territorio nazionale, ribadendo la sua unicità nell’area mediterraneo-adriatica nonché il meritato inserimento nel Registro dell’UNESCO delle migliori pratiche per la conservazione del patrimonio culturale immateriale nel mondo.

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