Uljanik. Nessuna offerta vincolante

Ieri alle ore 15 è scaduto l’ultimo termine. Previsto un altro tentativo di vendita al costo ridotto del 10 p.c.

0
Uljanik. Nessuna offerta vincolante
Il cantiere di Scoglio Olivi ancora in attesa del nuovo proprietario di maggioranza. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Hai voglia chiedere… tempi supplementari per la due diligence, ovvero per sondare a fondo lo stato di salute dello stabilimento navalmeccanico, di cui lo Stato ha messo in vendita sul mercato internazionale la quota maggioritaria. I D-day e H-hour erano stati fissati, con qualche slittamento, a ieri alle ore 15, quando un eventuale interessato avrebbe dovuto inoltrare un’offerta vincolante d’acquisto. Il postino – anche elettronico – non ha suonato per niente. Leggi leggi, scava scava, studia studia… nessuno si è fatto avanti. Lo ha confermato Loris Rak, curatore fallimentare dello stabilimento navalmeccanico polese.

Il curatore fallimentare Loris Rak.
Foto: Goran Kovacic/PIXSELL

La vendita, come abbiamo più volte riportato, interessava il 54,77 p.c. della quota nell’Uljanik Brodogradnja 1856 al costo di 27,64 milioni di euro. Dire trattarsi del fratello minore dello storico cantiere navale sarebbe un eufemismo. In effetti si tratta di una sorta di scampolo.
Inizialmente l’offerta d’acquisto sarebbe dovuta pervenire il 13 marzo, poi considerato che già era stato prorogato il termine di approfondimento dei dati e delle informazioni, era finito sullo scivolo anche il termine di consegna delle offerte vincolanti. La prima volta al 29 marzo, successivamente all’11 aprile. Cioè ieri. Avevamo già detto che una possibile interpretazione di queste proroghe su richiesta degli interessati era uguale a una consultazione della sfera di cristallo: sarebbero potute essere sintomo di un elevato interesse all’acquisto così come di un inciampo in un vespaio nel quale non era troppo facile districarsi. Quindi, un sintomo di una certa qual complessità dell’insieme. Ne conveniamo: acquistare uno stabilimento navalmeccanico non è come comprare un paio di scarpe e certo non lo si fa così, alla leggera, ma i destini toccati allo storico arsenale non lasciavano presagire nulla di roseo.
Prima del tender internazionale si era fatto avanti il gruppo ceco CEI Industries, di Jaroslav Strnad, che si era rivolto direttamente a Zagabria dicendosi interessato a rilevare la quota societaria statale. In sede di Consiglio dei creditori dello stabilimento navalmeccanico la richiesta era stata bocciata. Con disappunto del direttore dell’Uljanik Brodogradnja 1856 (che necessita di ossigeno) e del rappresentante dei sindacati (che nella vendita, meglio nel versamento dei soldi, vedeva la possibilità di saldare ai dipendenti il dovuto). Poi si era mormorato che forse tra le offerte non vincolanti pervenute una volta messa la quota sul mercato internazionale (il 25 gennaio di quest’anno) figurasse anche quella della CEI Industries. Poi qualcuno aveva ipotizzato l’interesse di un gruppo turco. Certo le offerte non vincolanti erano state due, ma si tratta di offerte che aprono alla manovra della due diligence. Da quello che si trova dipende la volontà ultima di acquistare o meno. E questa volta è finito con il meno. E adesso? Un altro tentativo di vendita, al costo ridotto del 10 p.c., come legge prevede.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display