Stoia in attesa di restauro. La battaglia per i contributi europei è vinta, ma non si può dire lo stesso per la lotta al vandalismo. Costruire costa fatica, tempo, studio, soldi e santa pazienza, demolire non costa alcunché, anzi, la cattiveria di rovinare il lavoro altrui è sempre gratuita. L’ultimo esempio di vandalismo alle spese del patrimonio è quello occorso in questi giorni ai danni della scala a immersione in acciaio inox montata lo scorso anno sul solarium per facilitare la discesa in mare ai bagnanti. Da quanto ci è stato possibile verificare, il corrimano è stato segato raso mare mentre a terra sono stati svitati due dei tre bulloni e scardinato il tubo. Se doveva essere un furto, è fallito, se invece era solo vandalismo è riuscito fin troppo bene, perché ogni danno richiede un intervento di riparazione a spese della collettività. Insomma, Stoia continua a far parlare di sé anche dopo una serie di interventi di recupero molto costosi e poco valorizzati.
Progetto di restauro
Certo, in attesa del progetto di restauro totale che vale cinque milioni di euro, lamentarsi per un danno dell’ordine di un tubo inox spezzato sembra non avere senso, ma il guardiano, Vladimir Miro Načinović, ci segnala il fatto a prescindere, perché la stagione balneare è in arrivo e perché Stoia non sarà pronta a ricevere i bagnanti se l’opera di restauro dovesse essere posticipata all’autunno di quest’anno.
“Lo sbaglio è stato lasciare l’ingresso gratuito, estate o inverno che sia, ossia trattare lo stabilimento alla stregua di un parcheggio pubblico qualunque e non in funzione del bagno” – si lamenta Načinović, e aggiunge: “Macchine e fuoristrada targate Olanda, Danimarca e Polonia posteggiano all’ombra senza spendere un centesimo, poi prendono l’autobus e si fanno la gita in centro città, ritornano la sera tardi a ritirare il mezzo e intanto i bagnanti che sono i clienti abituali di Stoia non trovano il posto già alle dieci del mattino. È assurdo che lo stabilimento sia diventato il parcheggio pubblico di tutto il rione solo perché da nessuna parte non c’è più posto per lasciare la macchina”. Dovesse ripetersi un’altra estate come quella dello scorso anno, le cose si metteranno male, insiste Načinović e confessa di non poter fare la guardia allo stabilimento se ognuno è libero di entrare e uscire a piacimento, giorno o notte che sia (infatti, ultimamente gli stranieri hanno preso il vizio di bussare al cancello d’entrata a tutte le ore). La sua idea di ordine è una quota giornaliera minima da far pagare ai bagnanti per l’accesso alla spiaggia in auto e per la fruizione delle strutture, con divieto d’entrata tassativo a tutte le macchine fuori stagione e durante la notte. Ma queste sono decisioni che competono all’amministrazione cittadina, la quale ha affidato la gestione dello stabilimento alla società dei parcheggi (Pula Parking) e le pulizie alla società di nettezza urbana (Herculanea).
Pressione
Se l’inizio dei lavori edili e paesaggistici allo stabilimento dovessero slittare all’autunno di quest’anno, come siamo autorizzati a credere, perché ormai l’estate è vicina, significa che il bagno tornerà ad aprire i battenti il primo giugno. In condizioni di libera entrata senza esclusioni, turisti compresi e senza limitazioni di tempo, mattina, pomeriggio e sera, l’invasione dei mezzi privati continuerà a esercitare una pressione che il bagno e i suoi clienti non potranno più tollerare.
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