Štiglić. Focolaio Covid in via d’estinzione

Nuova ondata di contagi nella Casa per anziani

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Štiglić. Focolaio Covid in via d’estinzione
L’edificio che ospita la Casa per anziani Alfredo Štiglić. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

Il Covid resta un virus ambiguo e strisciante. Anche se ridottosi a dimensione Omicron, dalla sintomatologia non più troppo severa, desta ancora timori, soprattutto quando si parla di popolazione fragile. Malgrado il lavoro incessante messo in campo dalle aziende sanitarie e l’attività di prevenzione delle stesse strutture protette di Pola, la Casa per anziani Alfredo Štiglić non ce l’ha fatta a tenerlo a bada e lontano dai propri assistiti anche perché poche istituzioni possono risultare realmente pronte ad affrontare le nuove incursioni dell’agente patogeno, caratteristico per l’altissima carica contagiosa. Nel giorno di Santo Stefano, a screening effettuato, il ricovero si era ritrovato con un picco di contagi tale da aver registrato 55 affetti da coronavirus su 146 anziani qui a riposo, altrimenti detto con un terzo di assistiti risultati positivi al PCR, come una buona parte dei suoi operatori. Se per la popolazione in generale il problema non risulta grave al pari dell’anno passato, la penetrazione dentro a una struttura per la terza e quarta età come quella dello Štiglić, rappresenta un fenomeno da contrastate con la massima attenzione in quanto per le persone fragili che ospita, diventa un rischio potenzialmente molto più serio.

Il ritorno alla normalità
L’ultimo aggiornamento sulla situazione generatasi allo Štiglić ci è stato fornito ieri per voce della direttrice Doris Ivanković, che prima di tutto ha voluto placare gli animi: “Sì, siamo stati colpiti da un’ondata di contagio. In questo momento i positivi al Covid sono in tutto 51, ma la stragrande maggioranza presenta sintomi poco severi, alcuni non sono in stato febbrile e altri ancora sono asintomatici. Entro la mezzanotte (n.d.a. del 27 dicembre) sette anziani usciranno dall’isolamento per raggiunta guarigione e altri 17 concluderanno il loro regime d’isolamento perché risanati alla mezzanotte del giorno seguente. Pian piano stiamo tornando alla normalità di prima e va precisato che i due decessi avvenuti in questo periodo festivo, precisamente la scorsa domenica, sono stati registrati quali morti con Covid dovute ad altre gravi patologie, così come accertato dallo stesso medico necroscopo”.

Visite solo negli ambienti esterni
Dalla direzione della Casa per anziani polese, che nel periodo Covid più critico aveva vissuto momenti di preoccupante crisi epidemica e d’apprensione, tengono a ribadire che l’odierna situazione concede assai pochi margini di sicurezza e che è praticamente impossibile tenere i virus fuori da una struttura residenziale così grande, con tantissimi assistiti e un personale numeroso, mentre dal mondo esterno non vige più alcuna misura di contenimento della diffusione virale. Gli assistiti hanno ormai libera uscita e per le visite c’erano porte spalancate fino alla scorsa settimana… “Da qualche giorno a questa parte – informa ora Doris Ivanković – le visite sono permesse soltanto negli ambienti esterni, ovvero limitate al circondario dell’edificio. Nel caso degli infermi si valuta da caso a caso: se le condizioni di salute dei medesimi non risultano essere troppo precarie, le visite sono concesse a tempo limitato”. Dalla medesima dirigente si ottiene conferma che le misure di sicurezza in vigore presso la struttura residenziale per anziani sono tali da garantire quotidianamente i controlli della temperatura corporea per tutti gli assistiti e il personale, ma che non si è comunque rimasti incolumi da quest’ondata di contagio ora in evidente estinzione.

Troppo allarmismo
“L’apprensione generatasi in seguito a determinati titoli allarmistici sui media, ci sta oltremodo danneggiando. Una parte dei nostri operatori, nello specifico 8, si trova tutt’ora in isolamento cautelare, mentre il personale presente in sede a ranghi ridotti è continuamente bombardato dalle telefonate dei familiari che, preoccupati, chiedono informazioni sulle condizioni di salute dei propri cari. È difficile anche dover rispondere ai rimproveri che ci vengono continuamente diretti per via della penetrazione virale che ci ha colpiti in seguito alla maggiore circolazione delle persone e costretto a introdurre contromisure più rigide”. Dallo Štiglić si chiede di portar pazienza e di permettere al personale di espletare con più tranquillità le proprie mansioni, al fine di prestare cure e assistenza più adeguate ed eliminare fino in fondo l’epidemia interna. Si assicura altresì che a giudicare dall’andamento dei contagi, “non vi è ragione di essere preoccupati – così la direttrice – e che tutto dovrebbe essere sotto completo controllo entro una decina di giorni”. Alta è la guardia e la prudenza sempre messa in campo dall’istituzione, che da quanto assicurato ha saputo organizzare un proprio reparto Covid d’assistenza ai malati e vede sempre in atto un monitoraggio continuo espletato in collaborazione con gli epidemiologi dell’Istituto regionale per la salute pubblica e con l’Ospedale di Pola.
Da parte di Jasna Valić, responsabile del Servizio epidemiologico presso l’anzidetta istituzione di pubblica profilassi è arrivata ulteriore conferma che i decessi avvenuti in seno allo Štiglić non sono dovuti al Covid ma ad altre malattie croniche, che un assistito è stato trattenuto all’Ospedale di Pola, perché affetto da polmonite e che tutti gli altri contagiati presentano febbre non elevata e sintomi da raffreddore.

L’importanza del vaccino
In questi giorni, nemmeno altre strutture minori di riposo di Pola si mostrano immuni dai focolai. Jasna Valić ha reso noto che il virus ha fatto irruzione anche presso la Casa di San Policarpo: 14 assistiti su 66 hanno sviluppato la malattia da coronavirus, alla pari di due operatori. Si apprende, che il numero dei test praticati giornalmente all’Istituto regionale è aumentato sostanzialmente nell’ultimo mese, così com’è lievitato pure il numero dei test risultati positivi. La media settimanale in Regione è di 100 positività conclamate, il che è molto al di sotto della situazione reale, ora quando buona parte dei contagiati si limita a sottoporsi al test rapido in versione casalinga o nemmeno lo esegue. L’invito rivolto alle persone immunodepresse, anziane o affette da malattie croniche, da parte dell’Istituto regionale, è quello di vaccinarsi sia contro il coronavirus che contro l’influenza, in quanto infezioni serie che possono condurre a gravi complicazioni. “Portare la mascherina non è più obbligatorio quale misura antiepidemica – afferma la Valić – tuttavia ci troviamo in un periodo dell’anno in cui le persone trasformano in ritrovi gli ambienti interni, il che favorisce la diffusione dei virus”.

Prudenza e responsabilità
Da quanto confermato dalla direttrice dell’Ospedale di Pola, Irena Hrstić, 26 degenti sono pazienti positivi al Covid, con sintomatologie lievi, mentre anche in caso di polmonite, il decorso risulta molto più lieve di quelli avuti in precedenza. Le visite all’Ospedale di Pola, però, continuano ad essere proibite causa l’elevata crescita delle infezioni respiratorie, soprattutto dell’influenza, ma anche di virosi di diversa tipologia. Da parte di Aleksandar Stojanović, direttore dell’Istituto per la salute pubblica arriva la conferma che quanto sta succedendo non è nulla di strano o di imprevisto: “I nuovi casi di Covid rientrano nelle aspettative dal momento che non è in vigore alcuna misura coercitiva e regna la totale apertura. Il mio invito ai cittadini è di dimostrarsi prudenti, responsabili e di restare a casa al minimo sintomo di raffreddore”.

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