Le tradizioni… vincenti

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Le tradizioni… vincenti

Abbonate ai trofei. Le scuole italiane di Pola, come avevamo già scritto il giorno dopo la cerimonia di consegna dei premi, sono riuscite ancora una volta a imporsi da vincitrici all’ottava edizione del Concorso “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale veneto” indetto dalla Regione del Veneto – Assessorato all’Identità Veneta dall’Unpli Veneto e dall’Ufficio scolastico regionale. Ad aggiudicarsi una bella fetta del medagliere, ossia tre primi posti conquistati entro categorie e sezioni di concorso diverse sono la Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri”, l’elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi” di Pola e la sua Sezione periferica di Gallesano. Successo collettivo non c’è che dire per una verticale scolastica, che in ambiti separati ha lavorato con impegno nel recupero della parlata, degli usi e delle tradizioni venete di casa.

Ocio, che successo

La grande collezionista di vittorie in questo caso è la “Dante”, che ha sempre partecipato ai concorsi veneti e che finora (dopo aver estrapolato i giochi di una volta, l’architettura polesana, vicende e metaforici litigi tra personaggi storici del passato polesano legato alla Serenissima) ha strappato alla concorrenza niente meno che 6 primi piazzamenti. Capitanata dall’ideatore principale dei progetti ispirati alla cultura veneta, il prof. Teo Banko, stavolta ha mobilitato ben 23 allievi con l’incarico di far sbarcare nella città lagunare le superstizioni più originali attinte dal fertile bagaglio popolare gallesanese, tradotto su carta dalla prof. Luana Moscarda. Il video-progetto intitolato “Ocio (el xogo de le superstizioni), mette in scena una divertente situazione ambientata nelle aule di scuola: i tre birbanti di una classe immaginaria spargono delle puntine da disegno sulla sedia di una prof. che non piace proprio. Finiscono segregati nella sala delle punizioni dove, per caso scoprono “Ocio”, un vecchio videogioco (da Giurassico), che per vincere fa passare i giocatori attraverso tre livelli di superstizioni, quelle dei “segnadori” che compivano gesti rituali per assicurare buone condizioni meteorologiche, quelle delle “meravie sui bambini” per annullare il malocchio (mal-Ocio) delle vecchie invidiose e quelle delle “strighe” bianche e nere. L’effetto ammaliante sulla commissione giudicatrici per la Sezione “Leggende e misteri” è stato immediato.

La poesia di Ester Barlessi

Seppur non consecutiva, è comunque la terza volta che anche l’elementare italiana “Gisueppina Martinuzzi”, si aggiudica la vittoria, sempre motivata dall’iniziativa e dall’intraprendenza dell’insegnante Rosanna Biasiol Babić, coadiuvata da Laura Lonzar e dalle altre insegnanti delle classi inferiori che hanno saputo rendere protagonisti gli allievi di diverse classi. Se negli anni precedenti si era riusciti a sfondare con progetti candidati per il settore dedicato al patrimonio artistico-culturale veneto e a quello delle poesie, questa volta ci si è fatti valere nella sezione de “La lingua veneta nelle sue espressioni creative nel teatro”. La trovata della Martinuzzi è a dir poco originale: la trasposizione teatrale dell’indimenticabile poesia di Ester Barlessi “Una città con tanti paroni”. Più che simpatica la messa in scena di siora Rosa, alias Sara Čitar, che dentro a una scenografia prestata dalla Comunità degli Italiani di Gallesano, racconta la sua vita da “romanso” a siora Berta nei cui panni c’è Lisa Stanković, e, mentre la recita è intercalata dai canti popolari nostrani del coretto (Le mule polesane, Viva la e po’ bon…) e dalle esibizioni ai flauti, i personaggi-cavalieri, il bel maresciallo del Regno d’Italia, il biondo ufficiale dell’esercito anglo-americano e il baldo partigiano croato fanno la corte alla signora, metaforicamente parlando, alla città, per poi abbandonarla in compagnia di tre magnifici ricordini: Gaetano, Fredy” e Branka, frutti dell’amore vissuto senza portar rancore. Squisito e genuino come la produzione letteraria istro-veneta della poetessa polesana. Si spera di poter applaudire l’allestimento in un dei tanti spettacoli che la scuola sa offrire al suo pubblico.

La figura di San Martino

Speciale e diverso, infine, il contributo al medagliere della scuola “Martinuzzi”, dato dalla sua Sezione periferica di Gallesano. Ci si è inseriti nell’ambito del tema speciale degli “Esempi antichi e moderni di solidarietà veneta partendo dall’eredità della figura di San Martino”. E qui, anche senza entrare nel merito della festa del vino novello, che ricorre nella giornata dedicata al Santo (11 novembre), 11 ragazzini delle classi II e IV guidati dalle insegnanti Anna Giugno Modrušan e Alda Piccinelli Cetina hanno lavorato di fantasia e intessuto storie a volontà immaginando il ritorno del Santo a Gallesano. Attingendo da tutte le invenzioni proposte dai ragazzi si è imbastita un’unica valida storia ispirata allo spirito di beneficenza e alla leggenda del mantello di San Martino. Dopo un’opera di attento collage di tanti disegni realizzati, ne è scaturito un bel cortometraggio animato. Titolo dell’opera finale “Ben tornato San Martino”.

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