«Scudo 2023». In campo 300 militari

Termina oggi a Capo Promontore l’esercitazione che vede coinvolti gli appartenenti di diversi eserciti

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«Scudo 2023». In campo 300 militari
Missili in volo verso bersagli finti nel cielo di Promontore. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

È iniziata il 13 e termina oggi 22 aprile l’esercitazione militare ŠTIT 2023, la più longeva tra le prove d’addestramento sul campo del giovane esercito croato. Questa è stata la sua 35ª edizione in 28 anni: i numeri non combaciano perché inizialmente la prova si teneva due volte l’anno e soltanto in un secondo momento è diventata un appuntamento annuale. Dal 2014 alle forze armate nazionali si sono unite quelle della vicina Slovenia, mentre due anni fa si è aggregata ai due eserciti anche la 173ª Brigata “SKY solidiers” delle forze militari statunitensi composta da un reparto aereo di sbarco e uno di fanteria. Per la prima volta in assoluto, invece, hanno parteciperanno alle prove di addestramento comuni l’Esercito francese e quello polacco. L’esercitazione riguarda manovre di controllo dello spazio aereo, principalmente l’intercettazione dei bersagli radiocomandati e il lancio di missili antiaerei con sistemi missilistici di difesa contraerea mobili. I bersagli finti sono modelli di aerei che vanno intercettati e abbattuti, altrimenti fuggono per tornare al mittente, nel qual caso la “missione” fallisce.

Un poligono ideale
Le prove sono state organizzate dal Reggimento della Difesa antiaerea delle Forze operative terrestri che hanno ricevuto i militari polacchi, sloveni, statunitensi e francesi, ma vi hanno preso parte anche la Marina militare croata, il Comando di logistica, il Comando per lo spazio cibernetico, la Difesa da armi nucleari, biologiche e chimiche, il Reggimento di Polizia militare, la Guardia di batteria della Difesa antiaerea delle forze terrestri, le forze di Polizia, la Capitaneria di Porto, l’Aeroporto, il Controllo del traffico aereo e il Comune di Medolino col suo ente pubblico “Kamenjak” e i Vigili del fuoco volontari. Sono scesi sul campo complessivamente 300 militari degli eserciti associati alla NATO. Stando al generale Boris Šerić, l’esercitazione ha lo scopo di “elevare il livello di preparazione militare nella difesa antiaerea e favorire l’interoperabilità e l’integrazione delle truppe dei Paesi partner”. Quella fornita da Capo Promontore, la punta estrema della penisola istriana, è un’opportunità di studiare le tattiche, le tecniche e le strategie di intercettazione dei bersagli nello spazio areo da proteggere col solo ausilio di sistemi missilistici mobili.

Occhi puntati sulla meta.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Un’efficienza provata
Le truppe hanno dimostrato di possedere un elevato livello di preparazione fisica e tattica nelle operazioni di difesa contraerea, ha detto Šerić. Josip Čulina della Difesa antiaerea croata si è complimentato con le truppe internazionali per la “provata efficienza nella gestione dello spazio aereo contro eventuali incursioni nemiche, anche di mezzi aerei moderni come i droni”. Il capitano Zoran Lasnik ha giudicato ottima la cooperazione tra l’esercito sloveno e quello croato, massimamente importante vista la posizione geografica dei due Paesi nel contesto geopolitico europeo. I militari sloveni non partecipano solo alle esercitazione di Capo Promontore, ma si fanno notare anche ai poligoni di tiro di Slunj, e organizzano a loro volta simili esercitazioni internazionali sul territorio della Repubblica slovena.

La difesa antiaerea dei Paesi partner della NATO.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

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