«Scoglio Olivi». Sconto e rate

Chi si aggiudicherà il 54,77 p.c. della quota statale nell’Uljanik brodogradnja dovrà saldare il dovuto entro il 31 ottobre

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«Scoglio Olivi». Sconto e rate
Il cantiere navale Scoglio Olivi: il 9 febbraio sarà il giorno decisivo? Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Scontato e pagamento dilazionato. Così va in vendita il 54,77 p.c. della quota azionaria che lo Stato detiene nel cantiere Uljanik Brodogradnja 1856. Scontato nell’ottica dei tagli fatti alla stima iniziale dopo innumerevoli tentativi di vendita. Chi si aggiudicherà la quota societaria dovrà saldare il dovuto entro il 31 ottobre di quest’anno. Atto finale di quest’estenuante tiraemmolla? “Partita finisce quando arbitro fischia”: ci sentiamo di condividere la dichiarazione dell’allenatore di calcio Vujadin Boškov. Sì, perché anche questa partita finirà quando il Consiglio dei creditori darà l’OK, accettando o meno l’offerta. In definitiva, deciderà lo Stato, per la questione del pacchetto maggioritario che detiene, che quindi ha la facoltà di non farsi andare bene nessuno. L’asta si farà il 9 febbraio e chi intende partecipare deve versare entro l’8 febbraio 2 milioni di euro, comprensivi della garanzia di 691.154 euro. Uno sconto, quindi anche a questa voce, poiché in precedenza, nelle altre alienazioni, la garanzia era stata fissata al 20 p.c. della base d’asta. Al D-day 1, che è il 9 febbraio con l’asta, seguirà i D-day 2, quello che ha in agenda la seduta del Consiglio dei creditori. Ma fino ad allora ci sono ancora delle cose da sbrigare.

Intanto, le condizioni di vendita della quota societaria prevedono che in termini contrattuali sarà previsto l’obbligo dell’acquirente di intraprendere quanto serve per liberare il conto corrente dell’Uljanik Brodogradnja 1856, bloccato nell’ordine di 1,64 milioni di euro. E siamo sul filo della dichiarazione del fallimento. Nato sulle ceneri dello storico stabilimento navalmeccanico Scoglio Olivi, questo fratello fin troppo minore (in tutti i termini) non solo non è riuscito ad allargare le ali per un volo anche minimo: sembra non sia riuscito a scrollarsi di dosso nemmeno tutta la cenere. Ma questa è un’altra storia.
Procediamo per ipotesi: se, questa volta, qualcuno riuscisse a mettere nel carrello il cantiere, verso il 20 febbraio si andrà alla firma del contratto di compravendita, quindi entro 8 giorni della decisione del Consiglio dei creditori. Il versamento della cifra offerta andrà fatto entro il 31 ottobre di quest’anno, bisognerà pensare a dare ossigeno all’Uljanik Brodogradnja 1856 e il futuro proprietario potrà fin da subito partecipare alla gestione di quest’ultima.
Come si ricorderà, l’ultimo tentativo di vendita si sarebbe dovuto svolgere il 30 gennaio; vendita diretta pensando a un unico acquirente, la fiumana Adria-Mont, che si era detta pronta a rilevare la quota contro il versamento di 6,4 milioni di euro. Invece, a sorpresa, il giorno prima della manovra aveva manifestato interesse anche la slovena Eko Bor di Nova Gorica, che aveva valutato di potere spendere nel caso 3,5 milioni di euro. E ancora era giunto al Tribunale commerciale di Pisino un rappresentante della rumena GSP offshore.
L’esperienza insegna che ogni precedente tentativo di vendita era stato interpretato essere quello buono, perché “alcuni soggetti hanno manifestato interesse all’acquisto”. Poi non se n’era fatto nulla. Qualcuno dei tre che una settimana fa circa aveva fatto l’occhiolino al cantiere si farà avanti oppure è stata infatuazione e nulla più? Lo si saprà breve.

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