Risonanza magnetica Lunghi i tempi d’attesa

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Risonanza magnetica Lunghi i tempi d’attesa

Quali sono i tempi d’attesa della diagnostica clinica, quella a immagini o “imaging diagnostico”, che viene eseguita nel Reparto di radiologia ospedaliera dall’aprile scorso, poco prima della riapertura parziale di questo che è il blocco diagnostico ospedaliero del 2 maggio scorso? Va ricordato prima di ogni altra cosa che la ristrutturazione e la fase di allestimento e di posa dei macchinari radiologici sono durate poco più di un anno, ma che per l’operatività definitiva della struttura intera, che riunisce sotto uno stesso tetto, oltre a Radiologia, Laboratorio biochimico centrale e Medicina nucleare, servirà attendere l’autunno.

Apparecchiatura sotto torchio

Insomma, oggi, in una parte dell’edificio di Radiologia al Civile, ci si può sottoporre per la prima volta nella storia del nosocomio, alla Risonanza magnetica, nonché alla Tomografia computerizzata grazie a un Rm 1,5 Tesla e a un Tc 128 strati (o tomografo computerizzato multidetettore a 128 strati), che sono costati rispettivamente 8,2 e 5,4 milioni di kune.
Si giustifica l’Ospedale di Pola, rendendo pubblica la lista d’attesa per la risonanza, dopo che era trapelata voce che il termine d’iscrizione per chi dovesse mettersi in lista d’attesa è il 2020. Ed è infatti gennaio 2020 il termine d’iscrizione per la risonanza magnetica alla colonna vertebrale, cosa che il vicedirettore della struttura, dottor Ivica Fedel, spiega come il concatenarsi di più cose. Prima tra le quali l’impossibilità “fisica” di sfruttare (più di quanto sia già sfruttato) l’apparecchio, che viene impiegato per 54 ore settimanali. In secondo luogo, per il fatto che ben la metà delle impegnative richiede la risonanza cosiddetta neurologica, ossia quella del cervello e della colonna vertebrale al completo (nella sua parte lombare-sacrale e in quella delle vertebre cervicali). Quindi, la “domanda” di imaging diagnostico per questa determinata regione anatomica è altissima. Nel più dei casi il paziente non è stato sottoposto ad altri accertamenti (raggi, tomografie ecc.) che giustificherebbero invece l’invio del paziente a una risonanza. D’altra parte, la risonanza magnetica nucleare, detta anche Rmn, che è una tecnica diagnostica basata sull’applicazione di un campo magnetico di elevata intensità e di onde di radiofrequenza al distretto corporeo da esaminare, rispetto ad altre metodiche radiologiche di visualizzazione come la TC, presenta il vantaggio della non invasività e il mancato impiego di radiazioni ionizzanti e consente di ottenere immagini in tre dimensioni

La lista al completo

Gennaio 2020 per risonanza magnetica alla colonna vertebrale: questo esame rappresenta quasi la metà della “domanda”. Domanda che parte, come sappiamo, dagli ambulatori della medicina generica e anche dagli ambulatori ospedalieri e, non ultimo, dalla
corsia e da Emergenza medica.
Proseguendo, per la risonanza magnetica del cervello bisogna attendere settembre del 2019; per la Rm dell’apparato osteoarticolare c’è da aspettare circa 3 mesi, mentre per quella all’addome ci si mette in lista per giugno del 2018, almeno stando a quanto comunicatoci dall’ospedale. Per la risonanza al seno non esisterebbe attesa, bensì le pazienti munite d’impegnativa devono contattare la Radiologia il giovedì, quando dell’iscrizione si occupa personalmente la caporeparto di Radiologia, dottoressa Vinka Kos.

Dai primi esami a oggi

La prima risonanza magnetica fatta in ospedale è datata 9 aprile 2018. Da allora a oggi sono stati effettuati 387 accertamenti, di cui 327 a pazienti esterni e 60 a pazienti ricoverati in struttura. In quei primi momenti l’ospedale aveva sottoscritto un primo contratto per il servizio convenzionato; poco dopo aveva fatto richiesta di un annesso al contratto, concessogli successivamente dall’Istituto nazionale d’assicurazione sanitaria. Il reparto, come già detto, è impegnato per 54 ore settimanali, di cui 24 nella Rm al sistema neurologico (cervello e colonna vertebrale). L’esame in generale ha una durata media di 45 minuti.
A Radiologia sono stati abbattuti i muri e rivisti gli ambienti per la posa dei nuovi macchinari, che hanno richiesto spazi ben studiati per la loro particolarità, non esistiti prima. Nella divisione ristrutturata gli ambienti hanno pavimenti rivestiti in PVC (fatta eccezione per il corridoio, che ha mantenuto le piastrelle); sono state sostituite porte e finestre, e messe a nuovo le stanze del personale medico e sanitario (14 radiologi, di cui 4 subspecialisti, di 3 specializzandi, 21 ingegneri, 6 infermiere e 8 dipendenti amministrativi); è stato rifatto lo scivolo per gli invalidi ed è stata pulita la facciata. Il servizio tecnico ospedaliero ha eseguito il cablaggio del quadro elettrico, il potenziamento delle reti informatiche o supporto informatico, e i lavori all’impianto elettrico e a quello idrico. Fu il 5 dicembre 2016 che Radiologia e Laboratorio vennero trasferiti con non poco sforzo per tutti, nella cosiddetta “mini radiologia” e nel “piccolo laboratorio” dell’Ospedale della Marina di via Aldo Negri (tanto piccolo che il Laboratorio ha lasciato temporaneamente 750 metri quadrati di spazio per gli attuali 150). Medicina nucleare si trova tuttora negli ambienti del policlinico ginecologico, al pianterreno dell’edificio. Li riavremo del tutto, in quello che sarà un felice ritorno a casa, in autunno. Salvo (poco probabili) sorprese.

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