Via garage e baracche, fabbricati fai-da-te, avanzi di un abusivismo edilizio platealmente tollerato: ora questo lotto edificabile che si snoda lungo via dell’Anfiteatro (e che vale oro) è diventato un altro banalissimo parcheggio per soli abbonati. Certo che è fortissima la tentazione del guadagno veloce in attesa di mettere a frutto un capitale che allo stato attuale è più che sprecato. La trasformazione è stata veloce, è durata appena un paio di mesi. Lo scorso anno, in ottobre, il titolare della particella catastale, Vladimir Božac, ha fatto sloggiare la terrazza del vicino albergo “Amfiteatar”, che in quell’occasione si era scoperta essere abusiva. Fin qui niente di eccezionale. Ma in novembre sono iniziati i lavori di demolizione delle terrazze e degli arredi da giardino, delle baracche e dei garage. Subito dopo è partita l’opera di livellamento del terreno e di bitumatura. Ora si scopre il fine dell’operazione: l’area è stata recintata e adibita a parcheggio. Niente di sorprendente, dunque, visto il precedente di Piazza Dante Alighieri, dove lo stesso imprenditore ha acquistato altri magazzini e costruzioni in preda al degrado e in attesa di costruirci uno stabile con appartamenti e locali commerciali da vendere, ha deciso di approfittare dei tempi di attesa della progettazione incassando almeno quel che si poteva guadagnare con la facile attività del posteggio a nolo. Ma mentre per piazza Alighieri i sondaggi archeologici sono terminati, in via dell’Anfiteatro nessuno sa esattamente cosa si potrebbe scoprire nel sottosuolo una volta piantato il primo piccone. Il titolare ha acquistato il lotto edificabile dalla Città di Pola diversi anni fa, prendendone possesso tuttavia solo di recente: lo scorso ottobre. Insomma, il suo futuro è ancora incerto. Intanto fungerà da parcheggio.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.