Pola. Un odeon moderno in mezzo a Kaiserwald

Lodevole l’iniziativa di riassetto del bunker, un po’ meno la costruzione del teatrino in cemento e piastrelle

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Pola. Un odeon moderno in mezzo a Kaiserwald

Sembra il Piccolo teatro romano ai piedi del Colle Castello traslato in pieno Bosco Siana, soltanto in versione geometrico-moderna imbottita di cemento, piastrelle e acciaio corten. Piaccia o meno, invece di cavalli e carrozze (quale possibile attrazione turistica), il vecchio caro Kaiserwald di austroungarica memoria, si è beccato un piccolo odeon moderno, locale per spettacolini, di rispettabili dimensioni per quanto concerne le gradinate, inesistente per quanto riguarda il palcoscenico. A parte la fattispecie di “orchestra”, il minuto semicerchio realizzato a mo’ d’ingresso davanti al bunker sotterraneo, già magazzino di polvere da sparo creato sotto terra dall’Imperial e regio esercito, non c’è traccia di pedana che associ fino in fondo alle strutture dei teatri antichi. Eppure qui ci sarà attività, recita, performance… grazie al progetto promosso dall’ente pubblico “Natura Histrica”, che risulta avere dato mani libere agli “artisti del riassetto ambientale” e licenza di procedere in piena area silvestre sotto tutela. Lo studio “AD-arhitektura i dizajn” ha messo su tutta una struttura, conficcata nel mezzo del verde e non risulta che ci siano state riflessioni in materia di eventuale impiego del bravo materiale ligneo, naturale, non invadente, non prepotente, semplice da smantellare, perfettamente mimetizzabile nel contesto silvestre. Questa mini installazione edilizia, impronta di nuova ispirazione architettonica, visibile subito all’imbocco della radura centrale, è ubicata esattamente dietro al cartello informativo del Kaiserwald, dove si legge a chiare lettere (in croato e italiano), la lista delle cose che non s’hanno da fare. “Nell’area del parco boschivo è vietato: devastare, tagliare o danneggiare gli alberi, raccogliere piante e funghi; disturbare, uccidere o catturare animali e qualsiasi attività di caccia, introdurre varietà vegetali o animali estranei; circolare con automezzi e motociclette, nonché usare veicoli a motore ecc… e anche “eseguire lavori edili”.

Sfoggio di strutture geometriche in cemento

Bosco Siana, ovviamente, non è un patrimonio storico-culturale monumentale, ma è zona d’interesse paesaggistico e pubblico, è memoria storica collettiva del polesano “in estInzione”. Sarebbe auspicabile che gli interventi da intraprendere avessero un certo rilievo paesaggistico, che i materiali da usare in natura presentassero carattere amovibile, ossia asportabile. Un intervento edile, seppur minimo, non dovrebbe venire preso in considerazione in quanto portatore di un effettivo e inevitabile impatto sull’ambiente. D’accordo. Ad avere sbagliato, è già stata la Monarchia dopo avere scavato il suo androne sotterraneo a scopi militari, come tutte le fortezze inserite dentro i boschi e la macchia dell’area polese. Ma, giunti a questo punto non serviva infierire. Legittimo e lodevole è l’intervento di recupero della piccola struttura militare sotterranea, destinata a diventare una mini galleria espositiva. Bastava non esagerare con il “contorno”, l’odeon teatrale cementato e il permesso edile che lo ha reso lecito, o studiarla altrimenti con quell’assegno generoso da 740mila kune staccato dal Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale, con la partecipazione parziale del bilancio di Stato. D’altra parte i parametri normativi di riferimento per la valutazione degli interventi paesaggistici, dovrebbero contare anche meno del valore identitario, della pace silvestre che Bosco Siana ispira ai suoi cittadini, così com’è: bello, naturale, intatto. Da conservare.

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