Pola. Avvento con l’amaro in bocca

I commercianti in piazza Port'Aurea e ai Giardini sono soddisfatti degli affari, ma sono critici nei confronti del Municipio che a loro detta avrebbe dovuto lasciare aperto fino al prossimo weekend che coincide con l'Epifania

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Pola. Avvento con l’amaro in bocca
Niente più magia nel Parco della Città di Graz. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

La fiaba è finita. Un’analisi quali-quantitativa dell’offerta per l’Avvento di Pola, a conti fatti, lascia quasi a bocca asciutta. È successo a Capodanno e il giorno dopo: un grande numero di comitive turistiche – diversi i bus con a bordo vacanzieri italiani – in circolazione per i Giardini e il centrocittà si sono chiesti dove poter gustare un po’ di offerta enogastronomica, che ancora dovrebbe caratterizzare il periodo delle feste. Diverse famiglie di Pola, giacché ancora dura il ponte festivo e le istituzioni formative sono chiuse, hanno trovato le giostre ferme e già in fase di smontaggio al Parco della Città di Graz. In tutto il mondo cattolico o meno, ma anche per tradizione, il periodo dell’allegria legato alla natività e alla fine dell’anno, dura dal 6 dicembre, con l’arrivo di San Niccolo e allestimenti delle piazze per ospitare la movida effettuati ancora nel mese di novembre, e, fino al 6 gennaio, giorno dei Re Magi. A Pola no. Per la “gioia” del popolo e soprattutto degli esercenti, il nostro Avvento si è concluso esattamente alle 5 del mattino del 1.mo gennaio 2024. Fine della magia. Tutti a casa con armi e bagagli, fatta eccezione per l’unico piccolo angolo privilegiato: l’area della pista di ghiaccio (vicina a piazza Dante), che lascerà pattinare fino a domenica prossima. Sarà presto anche in quel caso la fine del divertimento, che quest’anno per la prima volta nella cosiddetta Città amica dei bambini, è stato fatto pagare a tutti i gruppi di asilo e scuola. Bravi…

Il malumore dei gestori
È bastato osservare l’andamento dei lavori di smistamento e trasloco dei requisiti da festa in corso ieri nel centro Città per comprendere che la ragione del malumore generato tra i gestori delle casette dell’Avvento è la medesima. Dalla zona lunapark, contentissimi di avere avuto l’opportunità di piazzare le proprie leccornie festive e altrettanto dispiaciuti dal vedere arrivare gente e bimbi per dire loro “niente più fritole, ci dispiace, abbiamo chiuso”. Il rumore più evidente era circoscritto a piazza Port’Aurea, dove si stava smantellando quel palcoscenico megagalattico che ha tenuto banco con tutto il suo menù concertistico dicembrino. Dalle casette-ristorante dirimpettaie non profuma più niente.
“Questo di Pola è soltanto metà Avvento. Ma guardi quanta gente c’è ancora in giro per Pola che ora può soltanto andare al bar e accontentarsi di bibite”: dicono così dalla “Mala hiža” che si è fatta apprezzare con porchetta istriana (di Monticchio), salsicce caserecce e crauti ed anche con hot dog in versione gastronomica locale. Si lamenta che le spese di gestione – affitto, utenza e tasse – sono arrivate a toccare cifre da 8-9mila euro per ciascun gerente, ma si ammette e confessa nel contempo di essere colpevoli dell’aver alzato i costi all’asta pubblica. Ovviamente, troppo è l’interesse dei ristoratori in lizza per poter giungere a un accordo preventivo e non superare di troppo i prezzi di partenza fissati dalla Città, specificatamente dal Pola Film Festival.

Periodo troppo limitato
Quanto ai Giardini, il disappunto degli inquilini delle casette dell’Avvento è decisamente più sonoro e viene esternato dalla casetta più vicina alla piazza: “Siamo contenti dell’esito del commercio e insoddisfatti per il fatto di essere l’unico paesucolo di Croazia a dover chiudere prima del tempo – ci dicono –. Punto primo: qua, senza di noi non ci sarebbe alcun Avvento, come secondo tutte le Città d’Europa mantengono la propria kermesse fino al giorno della befana, in quanto a terzo, noi a Pola siamo gli ultimi ad avere aperto e i primi ad aver chiuso. Abbiamo inaugurato tutto il 3 dicembre mentre Zara il 26 novembre come la maggior parte delle città croate che hanno decretato lo start ai preparativi e alle feste ancora due settimane prima di dicembre. Mi ricordo bene che una volta a Pola, l’affitto della casetta e l’allestimento dei programmi manco si pagava pur di offrire ai cittadini un po’ di atmosfera natalizia e vivacizzare il centro. Oggi, tutto è diventato un marketing, del tipo paga il noleggio, lavora e vattene. Nessuno è tutelato, mentre siamo memori dell’anno passato quando la pioggia aveva castigato tutti riducendo a 22 le 30 giornate di gestione previste. Quest’anno, indipendentemente dalla presenza locale e turistica ci hanno fatto chiudere e fare “bella figura”. Si apprende che i commercianti-ristoratori avrebbero suggerito di lasciare aperto, ma di non essere stati ascoltati con la spiegazione che un prolungamento fino al 6 gennaio non sarebbe stato “conveniente” per la Città.

Casette troppo piccole
A proposito di casette da ristoro, ecco ancora un po’ di disappunto. C’è chi aggiunge che “le altre città mettono a disposizione caselli più grandi, dotati di ripostiglio, acqua calda e condizioni buone. Soltanto noi abbiamo in usufrutto postazioni piccole e malconce, che lasciano filtrare la pioggia con funghi generati dall’umidità. Tutto questo per 300 euro di affitto al giorno”. Ecco perché una mini porzione spruzzata di cioccolato, non è potuta costare meno di 5 euro… A conti fatti gli esercenti si dicono soddisfatti se non altro dal fatto che è andata meglio del “tragico” Avvento edizione 2022, che il tempo è stato favorevole, che c’è stata più gente, più manifestazioni e programma concertistico, nonché una disposizione più confacente dei punti vendita. Sarebbe bastato durare ancora una settimana…

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