Pola. Tempi lunghi per l’ex emporio

In un primo tempo la riapertura era prevista per l’inizio di quest’anno ma bisognerà attendere ancora. Prossimamente verranno avviati i lavori di smantellamento e demolizione delle componenti esterne, che comunque non costituiscono una parte strutturale dell’edificio

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Pola. Tempi lunghi per l’ex emporio
Il cubico emporio in attesa di riaprire i battenti. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Una demolizione e una ricostruzione sarebbero stati più facili. Purtroppo, però, non si possono pretendere miracoli. La ristrutturazione di una casa di ottocentesca memoria o il restyling di un enorme edificio anni ‘70 finiscono per risultare impegnativi a pari merito. Se nel primo caso si ha che fare con architetture e materiali d’artigianato d’epoca e solitamente di buona fattura, nel secondo ci s’imbatte in costruzioni segnate dal boom economico, dalla speculazione edilizia, dai materiali a basso costo, di dubbia qualità e allora in voga. La sfida peggiore è quella di mantenere integre le peculiarità di ciascuna epoca, di conservarle senza sgarrare, pur smantellando tanto di pessimi elementi di costruzione. Sarà questo il destino toccato all’impresario che ha avviato il progetto di recupero dell’ex emporio “Istra” classe 1978, orgoglio commerciale dell’ex Jugoslavia, dopo averne rilevato la proprietà.

Gli interventi all’interno
Ma che cosa sta capitando alla cubica architettura? Vista la faccenda esclusivamente dal di fuori, proprio un bel nulla, a parte la storica scritta “Istra” smantellata di recente, ma è dentro, nella pancia della struttura edile geometrica, che è stato compiuto il grosso del lavoro, al punto che del vecchio centro commerciale è rimasto in piedi soltanto lo scheletro. Vero è che i tempi di realizzazione si stanno trascinando per le lunghe e che la società Istria Real Estate di Lussemburgo aveva auspicato di… riaprire bottega all’inizio del 2023. Tuttavia, il fatto di aver dovuto spolpare tutto fino all’osso ha già imposto il consumo di un bel po’ di energie e la prospettiva di continuare l’impresa puntando l’obiettivo verso la parte esteriore del cubo ha generato delle impasses aggiuntive.

Ricostruzione e modernizzazione
Inutile scendere in speculazioni, su quanto (non) sta capitando dietro ai bagolari del mercato. La storia e i previsti sviluppi futuri riservati all’emporio ci vengono spiegati direttamente da Predrag Đorđević, nelle vesti di coordinatore del progetto di ristrutturazione e reimpiego. “L’esistente struttura, un tempo gestita da un’unica impresa commerciale che vendeva ogni sorta di articoli di largo consumo, non può rinascere sulla base di un concetto ormai abbandonato in tutta Europa. Fanno eccezione soltanto alcune grandi città, con cui Pola non si può misurare né per numero di abitanti, né come superficie e zona di alta frequenza. Un progetto economicamente sostenibile sottintende una modernizzazione e una ricostruzione in maniera tale da formare un grande magazzino con tanti locali separati, prevalentemente negozietti, presi in locazione da diversi gestori”.
Queste sono le ben note intenzioni e qua si apre il problema del parcheggio.

Il problema parcheggio
“L’attuale edificio – spiega il rappresentante dell’investitore – non dispone né di parcheggio né di garage, e, indipendentemente dall’ubicazione in centrocittà, vicino ai mercati, i nostri potenziali affittuari insistono a richiedere la disponibilità di un numero quanto maggiore di posteggi. È per questo che abbiamo avviato la stesura del progetto di costruzione del garage sotterrano, mentre è un dato di fatto che la struttura presenta soltanto l’accesso a livello sotterraneo -1, uno spazio ridotto, previsto per i rifornimenti e la logistica di manutenzione il che genera un vero grattacapo per gli addetti alla progettazione”.
Assolti i punti di partenza sui quali si basa il progetto, Đorđević riassume le attività di ricostruzione compiute nel periodo 2021-22.
“Finora, sono stati effettuati lavori dettagliati di ricerca geotecnica, è stata elaborata un’analisi capillare della staticità dello stabile, portati a compimento la totale rimozione delle attrezzature, degli impianti di riscaldamento-raffreddamento, dell’installazione elettrica, delle ingombranti strutture delle scale mobili, sono stati asportati i rivestimenti di tutte le pavimentazioni, delle pareti e di tutti gli elementi non strutturali dell’edificio. Questi lavori di demolizione e smantellamento sono stati terminati nella misura del 90 per cento e hanno comportato lo smaltimento di 1.200 metri cubi di materiale edile estratto da strutture murarie, cui si è aggiunto un ulteriore contingente di oltre 2mila metri cubi di altro, vario materiale d’inventario interno”.

Recupero «tale e quale»
Da quanto appreso, risale a pochi giorni fa la sottoscrizione di un nuovo contratto con l’impresa polese Wart Metal. “È ormai questione di qualche giorno ancora e – parole di Đorđević – vedrete avviati lo smantellamento e la demolizione di componenti esterne, che non costituiscono una parte strutturale dell’edificio dell’emporio, ma che lo compongono e integrano”. Dal medesimo si apprende, che l’idea di togliere parte della facciata in pietra per sostituirla con vetrate, perseguita dagli investitori è stata abbandonata dopo che la Città di Pola ha posto la condizionale del recupero “tale e quale”. Finora, si è provveduto a effettuare un piccolo intervento di sabbiatura da collaudo che faciliterà la stesura del progetto di rinnovo della facciata in pietra ora giunto in fase di conclusione. “Anche se l’edificio non è sotto tutela come un bene culturale – rileva il coordinatore – il medesimo si trova in zona cittadina centrale e per tanto nell’elaborazione del progetto integrale, ci si era mossi in base ai dettami municipali necessari all’ottenimento dei permessi secondo norma della pianificazione ambientale. Ogni correzione da noi introdotta nel progetto è stata comunicata e coordinata assieme all’assessorato cittadino addetto alla pianificazione. Una volta ottenuto il visto finale al progetto esecutivo, però, ci siamo imbattuti nel problema dell’accesso stradale al garage dell’emporio. La Città prepara una revisione dell’incrocio con via Dalmatin quale soluzione permanente, mentre da parte nostra siamo in attesa dell’approvazione scritta per il nostro progetto di massima di connessione all’emporio”.

La normativa va rispettata
Per rendere del tutto fattibile la ricostruzione dell’edificio, il committente è anche in attesa dell’ottenimento dell’attestato del servizio dei Vigili del fuoco circa gli accessi/uscite di sicurezza, e di alcuni permessi a procedere da parte dell’ente elettro-energetico HEP.
“Pur essendo coscienti che i cittadini attendono con impazienza che quest’emporio torni a rivivere in rinnovata veste – conclude Predrag Đorđević – devo sottolineare che è pure nel nostro interesse che ciò avvenga quanto prima ma anche che la normativa va pienamente rispettata. Ci tengo a rilevare che da parte delle autorità cittadine siamo stati accolti con grande professionalità e correttezza, e, che tutti assieme stiamo impiegando i massimi sforzi per portare il progetto a compimento. Un progetto nei confronti del quale i ben intenzionati non nutrono dubbi.”

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