Pola. Dopo le abbuffate è tempo di dieta

Finite le feste, è ora di centellinare le calorie. E le bancarelle di piazza del Popolo offrono il giusto

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Pola. Dopo le abbuffate è tempo di dieta
Dopo le feste, il riposo e la... dieta. Foto: DARIA DEGHENGHI

Le feste sono belle perché… finiscono! Infatti, ogni divertimento spinto oltre la giusta misura fa venire la nausea. Per non dire delle abbuffate di fine anno. Per essere apprezzate, devono per forza finire quanto prima, altrimenti si scoppia. Ma queste sono considerazioni che si fanno sempre a cose fatte, col beneficio del senno di poi che naturalmente è una scienza esatta. Chi ha mai detto di no alla porchetta fumante, al panettone farcito, alle bicchierate di fine anno? Alzi la mano quel campione di moderazione che tra Natale e Capodanno non ha slacciato la cintura e sbottonato i pantaloni! Appunto. È l’ora di mettersi a dieta. Una saggia decisione a gennaio è quella di smettere di circolare per i supermercati e fare acquisti al mercato tradizionale perché, se non altro, si compra solo quello che è realmente necessario e quindi frutta, verdura, pesce, carne, formaggi e pasta. In piazza del Popolo gli alimenti di produzione industriale non ci sono proprio. A dire il vero, di questi giorni non c’è quasi niente, ma è tanto meglio, perché ogni dieta che si rispetti deve necessariamente prevedete determinate privazioni caloriche.

Che cosa mettere in tavola dopo l’eccesso iperproteico e ipercalorico degli ultimi giorni dell’anno? Una buona norma di condotta alimentare consiglia di seguire la regola dei colori accesi: giallo, arancione, rosso, verde e viola perché così facendo s’abbracciano tutti i benefici nutritivi della frutta e della verdura senza trascurarne uno. Ecco come fare: di giallo c’è il limone e per fare il pieno di vitamina C basta e avanza, anche se non guasterà affiancargli i mandarini, le clementine e le arance. I costi degli agrumi vanno da un euro e mezzo a 3 euro, a seconda della varietà e della qualità del prodotto, ma è difficile sbagliarsi perché la merce è quella della stagione. Tuttavia non durerà a lungo, per cui conviene fare provviste. Di rosso e di viola c’è il radicchio di Gorizia e il Verona, venduti a 5 o 6 euro il chilogrammo, ma anche il cavolo cappuccio rosso (2 euro), la cipolla rossa, le barbabietole e le carote (3 euro), che insieme fanno un validissimo piatto di verdure crude da portare in tavola praticamente con ogni tipo di pietanza, sia di carne che di pesce. Di verde c’è solo l’imbarazzo della scelta, e infatti gli ortaggi di stagione sono quasi tutti verdi, in mille sfumature cromatiche diverse dal giallo-verde del cavolo romano al verde scuro degli spinaci e delle biete. I prezzi? Si va da un minimo di 2 euro per cappuccio e verza, a 3 euro per i broccoli, i porri, il romano, la rapa nera, la lattuga, l’indivia e il topinambur che abbassa la glicemia e previene il diabete. I fagioli borlotti secchi costano dai 5 ai 6 euro il chilogrammo, le radici da bollito vengono altri 5 euro, le patate un euro e mezzo o due, l’aglio costa cinquanta centesimi il bulbo, i cavoletti di Bruxelles 4 o 5 euro il chilogrammo (ma si vendono in confezioni da mezzo chilo a 2 e 2,50). Oltre ai fagioli essiccati si trovano anche mais e ceci secchi a 6 e a 8 euro il chilo e varie farine di produzione artigianale. Per cominciare l’anno nuovo meglio di come abbiamo finito il vecchio, basta e avanza.

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